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Basket, NBA: Anthony Davis, un debutto da Re nelle Finals

Daniele Fantini

Aggiornato 01/10/2020 alle 12:35 GMT+2

Anthony Davis ha risposto con una prestazione straordinaria ai dubbi e alla pressione per il suo esordio nelle Finals NBA: 34 punti, 9 rimbalzi, 5 assist, 3 stoppate, ma soprattutto una presenza fisica incontenibile per la difesa dei Miami Heat. L'infortunio di Bam Adebayo pone ora un'enorme ombra sul resto della serie: Miami non può reggere l'impatto con il front-court gialloviola.

Anthony Davis, Los Angeles Lakers, focus

Credit Foto Getty Images

Lo ripeto da quando sono arrivato ai Lakers. Abbiamo LeBron James, è vero, ma il più forte della Lega è Anthony Davis - Markieff Morris.
È bastata una manciata di minuti per dare una risposta al grande quesito che aleggiava sulla prima palla a due tra Los Angeles Lakers e Miami Heat: al suo esordio alle Finals NBA della carriera, con la pressione di indossare una delle canotte più prestigiose della pallacanestro mondiale e di essere stato scelto da LeBron James in persona come la spalla perfetta per riportare i gialloviola a vncere, Anthony Davis avrebbe retto?
Eccome, ragazzi. Eccome.
Con 34 punti, 9 rimbalzi, 5 assist e 3 stoppate in 38 minuti e un plus/minus di +23 pro-Lakers con lui in campo (-5, invece, in panchina), Davis è stato il dominatore di una partita che ha sgretolato le certezze costruite sulla forza del collettivo con cui Miami aveva falciato Boston in finale di Conference presentandosi con lame ancor più affilate nel ruolo di pericolosissima underdog alle Finals. Davis non ha soltanto ispirato i gialloviola segnando 23 punti nel maxi-parziale di 75-30 costruito in risposta all'avvio shock (-13 alla metà del primo periodo), ma ha prodotto 26 dei suoi 34 punti in area o in lunetta, ribadendo l'importanza di un big-man dominante nel verniciato, un concetto che sembrava annacquato se non quasi superato dopo i lunghissimi brani di small-ball estrema visti nelle Finali di Conference tra Miami e Boston.
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Anthony Davis, Lakers-Heat, NBA Finals 2020 gara 1

Credit Foto Getty Images

Fino al lunghissimo garbage-time dell'ultimo quarto e mezzo di gioco, coach Spoelstra ha mantenuto le stesse rotazioni e gerarchie che hanno portato la squadra in finale: alle spalle di Bam Adebayo, unico centro, una pletora di giocatori esperti e fisici come Jae Crowder, Andre Iguodala e Solomon Hill, decisivi nel pareggiare e surclassare i Celtics (tendenti a giocare alla stessa maniera con poco o nulla alle spalle di Daniel Theis) ma non adeguati a contenere una vera front-line con stazza, tecnica e durezza tipica delle grandi corazzate del basket dello scorso decennio. Se Davis ha banchettato a piacimento nel verniciato, prendendo ripetutamente vantaggi fisici in post-basso sui cambi difensivi, gli Heat si sono ritrovati schiacciati anche dalla combo con Dwight Howard (2 punti, 8 rimbalzi, 2 assist), ormai calato alla perfezione in un ruolo da puro supporting-cast, concentrato quasi esclusivamente sugli aspetti difensivi e di controllo dei rimbalzi (54-36 il conto complessivo pro-Lakers sotto i tabelloni).
L'infortunio sofferto alla spalla da Bam Adebayo, colpito duro nello stesso punto dolorante dalla serie contro Boston, rischia di essere già decisivo per una Miami che non ha tonnellaggio adatto per contenere il front-court avversario, specialmente se la zona 2-3, tremendamente efficace contro i Celtics, non dovesse riuscire a scalfire i meccanismi offensivi di una Los Angeles che ha avuto tanto equilibrio da Rajon Rondo dalla panchina e, soprattutto, capacità di pescare a meraviglia i tiratori per piazzare 15 triple con il 40% dall'arco. Sono bastate pochissime azioni a Spoelstra per capire che, contro questo attacco, la zona e le scommesse vinte con i Celtics non avrebbero funzionato.
Nel frattempo, Davis si gode il giusto riconoscimento di una serata indimenticabile. Lui, che prima d'ora aveva giocato soltanto 13 gare di playoff in otto stagioni senza mai andare oltre il secondo turno, si infila al quarto posto nella storia della NBA come miglior realizzatore al debutto nelle Finals. Davanti a lui ci sono soltanto Allen Iverson (48 punti), Kevin Durant (36) e Michael Jordan (36). Insomma, una bella compagnia.
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