Chi è Dalton Knecht, il rookie da record dei Los Angeles Lakers che esulta come Jordan e fa felice LeBron James

NBA - Il personaggio della notte è Dalton Knecht, rookie 23enne dei Los Angeles Lakers che esplode con 37 punti e 9 triple nella vittoria casalinga sugli Utah Jazz. Scelto alla 17 dell'ultimo Draft, il nativo di Fargo, North Dakota, fa felice LeBron James e dopo l'ennesima bomba imita l'esultanza di Michael Jordan, il celebre "shrug", fatto da MJ coi Bulls contro Portland nelle Finals 1992.

Dalton Knecht, 37 punti per i Lakers contro gli Utah Jazz

Credit Foto Getty Images

Per una volta non sono LeBron James o Anthony Davis ad andare in copertina per i Los Angeles Lakers, che battono gli Utah Jazz e centrano la sesta vittoria in fila. Il "re per una notte" è Dalton Knecht, matricola scelta al numero 17 dell'ultimo Draft NBA, eccellente tiratore che JJ Redick lancia in quintetto e lui risponde con una prova monstre da 37 punti con 9 triple, addirittura 21 con 6 su 6 dall'arco in un pazzesco terzo periodo, uno show balistico che manda in visibilio la Crypto.com Arena.
Knecht, maglia numero 4 come il suo allenatore Redick quando giocava, chiude con 12 su 16 al tiro e senza palle perse, ed eguaglia il record storico per triple segnate da una matricola, 9 appunto. Con 37 punti è il terzo rookie in stagione a firmare un trentello dopo Jared McCain dei 76ers e Zaccharie Risacher di Atlanta, ed il primo debuttante da Blake Griffin a firmare una prestazione da almeno 35, 0 perse e il 75% al tiro, notevole!

Lo "Shrug", l'esultanza di Michael Jordan

Il momento più alto della partita di Knecht arriva nel terzo periodo quando letteralmente prende fuoco. Segna 5 triple consecutive e dopo l'ennesimo bersaglio si volta verso il pubblico e festeggia con lo "shrug", il gesto iconico che fece Michael Jordan contro i Portland Trail Blazers nelle Finals del 1992, dopo aver segnato 6 bombe in un primo tempo per i Chicago Bulls. L'espressione come a dire "che ci posso fare se sono così caldo", poi in conferenza stampa ha spiegato: "Parlando con Rui Hachimura, mi ha detto che mi serviva un'esultanza dopo che segno una tripla. Non so perché l'ho fatto, mi è venuto di fare lo shrug".
Poi ha detto ancora, lui che ha realizzato 8 triple su 9 tentativi nella ripresa: "Ero semplicemente in un buon ritmo e i miei compagni mi hanno cercato, mi volevano sempre dare il pallone e mi hanno aiutato. Ero sempre libero per il mio tiro. Quando ho sentito che era una buona serata? Subito, al primo tiro".

LeBron James festeggia: "Le altre 16 squadre non l'hanno capito"

Come detto, Dalton Knecht è stato scelto alla numero 17 del Draft 2024, quindi 16 squadre hanno deciso di "passarlo", lasciando che finisse appunto ai Los Angeles Lakers. "Al Draft tutte le altre 16 squadre non ci hanno capito nulla", ha detto LeBron James con tono molto soddisfatto. Poi spiega che per lui non è una sorpresa: "Si è dimostrato un professionista. Ne ho parlato l'anno scorso, quindi non è una sorpresa per me. Nessuna sorpresa per me".
"I suoi tiri, i suoi movimenti, può farli contro chiunque. È alto 6'8-6'9 e ha un tiro rapido. È anche atletico, quindi la sua abilità, quando inizia a prendere quei 3 secondi e poi mette la palla a terra e finisce anche al ferro, l'abbiamo vista un paio di volte stasera", ha aggiunto James. Molto felice anche coach JJ Redick, che nelle ultime 4 gare l'ha mandato in quintetto e Dalton sta rispondendo con 24 punti di media con 21 su 31 complessivo dall"arco dei tre punti: "Lo osservo negli esercizi individuali, nelle partitelle di allenamento, è stato fenomenale, hanno provato a taglialo fuori con la difesa a zona, ma non ci sono riusciti. Essendo stato un tiratore è stato bello vedere Dalton prendere ritmo in quel modo".
Per Dalton Knecht aver trovato un coach come JJ Redick, che è stato una straordinario tiratore nella sua carriera da giocatore, è una manna dal cielo perché sa come coinvolgerlo, come metterlo in ritmo, come innescarlo, esaltando le sue qualità e coprendone i difetti. Una situazione "win-win" per il rookie e per i gialloviola che hanno scommesso su di lui.

23enne dal North Dakota: non il classico rookie

La storia di Dalton Knecht è molto particolare. Viene da Fargo, North Dakota, la città che ha dato il nome al celebre film dei fratelli Coen del 1996 e poi alla serie TV del 2014, ma è cresciuto in Colorado. Non un gran prospetto a inizio liceo, anche perché è appena 175 centimetri: poi cresce ma ottiene solo una chiamata da un Junior College, Northeastern, a Sterling (Colorado) e ci resta per due anni. Le buone prestazioni attirano l'attenzione di un'università di Division One, Northern Colorado, si trasferisce e coi Bears resta 2 stagioni, dal 2019 al 2021, nella difficile epoca Covid, ma nell'anno da Senior esplode con 20 punti e 7 rimbalzi di media.
Decide di restare al college per l'anno extra garantito dalla NCAA a causa della pandemia e cambia ancora ateneo, spostandosi a Tennessee, chiamato da Rick Barnes, il coach che allenò Kevin Durant nell'unico anno a Texas. Coi Volounteers gioca una stagione straordinaria, a 22 punti di media col 40% da tre, è il giocatore dell'anno della SEC Conference e solo la presenza del gigante Zach Edey gli nega il premio di Player of the Year NCAA. Si fa comunque notare con 37 punti contro North Carolina, con 39 contro Florida e Auburn, e con 40 punti contro Kentucky. Riesce poi a portare Tennessee ad un passo dalla Final Four del Torneo, ma si arrende alla Purdue proprio di Edey (40 punti e 16 rimbalzi) al termine di un duello stellare dove lui chiude con 37.

Furto dei Lakers: sarà Rookie dell'Anno?

In ottica Draft si parlava di Knecht come un Top 10 sicuro, ma nel giorno delle scelte le sue quotazioni crollano. Il motivo? E' "anziano" per essere un prospetto classico visto che ad aprile farà 24 anni (classe 2001), è considerato un giocatore pronto subito e con pochissimi margini di miglioramento, e ci sono dubbi sul suo atletismo e sulla sua mobilità per essere efficace in chiave NBA.
Invece, dopo averlo fatto vedere al college, anche in questo inizio di avventura NBA sta facendo vedere di non essere solo un tiratore piazzato ma di avere anche buone doti atletiche e fisiche per finire al ferro con la schiacciata dopo aver battuto l'avversario in palleggio. E con queste prestazioni sta convincendo tutti, da LeBron a coach Redick, e si candida fortemente al premio di Rookie of the Year, per la gioia dei Lakers e dei suoi tifosi.

Gli highlights di Dalton Knecht

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Fontecchio: "Rappresentare l'Italia è un onore e una grande responsabilità"

Video credit: Eurosport


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