Basket, Supercoppa: Trieste passa a Treviso, Venezia sbanca Trento

Due vittorie su due e la sensazione generale di poter cominciare una nuova stagione cancellando subito i brutti ricordi di quell'inizio tremendamente stentato vissuto nella scorsa annata: dopo aver piegato Trento all'esordio, l'Allianz Trieste espugna anche il Palaverde di Treviso con merito e si mantiene, imbattuta, al vertice del girone C della Eurosport Supercoppa 2020.

La squadra di coach Dalmasson, ancora in attesa di recuperare Daniele Cavaliero, risponde al tentativo di allungo iniziale trevigiano costruito da David Logan e Jeffrey Carroll, prende il controllo dell'inerzia con un parzialone di 2-15 in avvio di secondo periodo, tocca il +10 e gestisce senza troppi timori un finale molto acceso e fisico, in cui la De'Longhi tenta una disperata rimonta caricando a testa bassa con le spallone di Christian Mekowulu.

Mike Henry, matador contro Trento con 27 punti all'esordio, gioca una partita più silente ma si conserva per il finale, segnando 7 punti consecutivi nel momento decisivo (14 complessivi cui si aggiungono anche 9 rimbalzi e buoni momenti nella metacampo difensiva), ma il più continuo è Andrejs Graziulis, capace di confermarsi macchina da canestri sempre accesa (17 punti con 4/5 da due e 3/4 dall'arco). Molto interessante anche la prestazione di Tommaso Laquintana, reduce dalla tripla-partita con Trento (9 punti, 5 assist e tanta personalità nella gestione della squadra in una serata opaca di Juan Fernandez), mentre Milton Doyle, rivedibile nella gara d'esordio, mostra qualche progresso e una dose di talento offensivo ancora da incalanare nella giusta maniera all'interno dello scacchiere biancorosso (12 punti, 5/11).

Treviso sembra soffrire ancora le rotazioni un po' corte e la mancanza generale di esperienza a roster, le stesse difficoltà risultate fatali nella sconfitta di Venezia. Christian Mekowulu è ancora una volta la nota più lieta: il centro nigeriano, capace di gestire meglio i falli, segna 16 punti con 8 rimbalzi e 3 stoppate, candidandosi già tra i prospetti più intriganti della stagione in vernice.

Nicola Akele conferma di poter reggere una stagione da protagonista in quintetto (17 punti, 6 rimbalzi), ma coach Menetti ha necessità di un supporto più consistente dal gruppo degli esterni americani: DeWayne Russell litiga col ferro (1/5) e ha letture appannate, Tyler Cheese deve ancora superare l'impatto con lo scoglio del nostro campionato, Jeffrey Carroll sarà chiamato a un supporto più continuo come bocca da fuoco dalla panchina (10 punti, 4/11 al tiro ma scomparso dopo un inizio rovente) mentre David Logan, seppur in crescita rispetto al debutto, avrà bisogno di qualche giorno aggiuntivo per riavviare un motore dal chilometraggio molto elevato.

Ha cominciato la stagione in ritardo per la positività al coronavirus, ma sembra già essere il più pronto di tutti. Austin Daye spara due triple nel giro di 33", piazza il tiro libero della staffa e, con una serata da 17 punti in 21' dalla panchina, regala alla sua Reyer Venezia il secondo successo consecutivo in Supercoppa, buono per mantenere la vetta del girone C in coabitazione con l'Allianz Trieste, prossima avversaria.

Il figlio del grande Darren si mette in tasca il premio di MVP di una partita che Venezia strappa con unghie e denti nel finale, spinta da un 6/12 dall'arco nell'ultimo parziale che le permette di risorgere dopo il disastroso 4/25 dei primi 30' (sarà 10/37 alla fine, in cui spicca lo 0/16 del terzetto Chappell-Stone-Bramos). La Reyer costruisce buoni tiri ma fa risuonare a ripetizione i ferri del PalaTrento, e si aggrappa allo straordinario lavoro collettivo a rimbalzo offensivo per non annegare in un mare di errori (45-28 il conto totale dei rimbalzi, 20 dei quali in attacco).

Trento, che recupera Andrea Mezzanotte ma perde Luca Conti e Luke Maye (restando sempre in attesa dello sbarco dagli States di Kelvin Martin), soffre la leggerezza in vernice nonostante i balzi di JaCorey Williams (super-volitivo con 13 punti e 10 rimbalzi) e l'inesperienza di Maximilian Ladurner (comunque onesto, 8 punti e 3 rimbalzi), ma gioca una pallacanestro grintosa e di sistema, supplendo con il carattere alle momentanee lacune di organico.

Spinta dai canestri di Jeremy Morgan (14 punti, 4/7 dall'arco ma tenuto a riposo nel quarto periodo) e da qualche squillo di Victor Sanders (11), l'Aquila ha una concreta chance di sgambettare Venezia nel finale, ma non ha la lucidità necessaria per orchestrare gli attacchi decisivi con un Gary Browne più in ombra rispetto all'esordio (11 punti, 6 assist ma anche 3 perse e 3/10 al tiro).