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Fame e attributi: la lezione dello Zalgiris per crescere in Europa

Daniele Fantini

Pubblicato 21/03/2018 alle 07:12 GMT+1

Per la seconda volta in stagione, lo Zalgiris Kaunas ha portato l’Olimpia a lezione di basket europeo: difesa, intensità, fisicità, attributi e fame di vincere come caratteristiche-base per farsi largo nella giungla dell’Eurolega. Nonostante un roster privo di grandi nomi, la squadra di coach Jasikevicius ha un gioco tra i più intensi ed efficaci del continente: da studiare e imparare.

Andrew Goudelock - Armani Exchange Milano v Zalgiris Kaunas - Euroleague 2017/2018

Credit Foto Imago

Una partita da 62 punti all’andata, una da 65 al ritorno, due sconfitte. Lo Zalgiris Kaunas si è confermato l’avversario più ingiocabile per l’Olimpia Milano, forse ancor più delle grandi e “classiche” corazzate del torneo, l’unico capace di tenere per due volte consecutive la formazione di coach Pianigiani a una manciata di punti sopra i 60, una vera e propria rarità per una squadra che, nonostante il penultimo posto in classifica, può vantare il quinto miglior attacco del torneo (80,85 punti segnati in media a partita), spinta da un ritmo di gioco più alto rispetto al resto del lotto. Ma, a differenza di quanto si possa pensare, di casuale c’è stato veramente poco o nulla.

Fame e attributi: la differenza è (spesso) tutta qui

Con questa vittoria, arrivata dopo una striscia di due ko consecutivi (accettabile quello in casa con il Fenerbahçe, ma non si può dire altrettanto del -20 della trasferta a Vitoria), lo Zalgiris ha virtualmente centrato la matematica qualificazione ai playoff, e la differenza tra una squadra in grado di poter seriamente sgambettare una delle favorite per l’accesso alle Final Four (leggi le prime 4 della classifica al momento) e un’Olimpia da penultimo posto in graduatoria (seppur reduce da 3 successi esterni nelle ultime 5) è stata evidente sul parquet della Zalgirio Arena. E parliamo sia di qualità del gioco, dove lo Zalgiris ha davvero poco da invidiare al resto dell’intero continente considerando la qualità/esperienza generale del roster e la batteria relativamente scarna e scarsa di giocatori americani (non necessariamente un difetto, però, a livello di Eurolega), ma soprattutto di approccio alla partita e di livello di aggressività, fisicità e tenacia difensiva. Riassumendo il tutto in una sola parola, potremmo rendere bene l’idea con “fame” di vincere. O, se preferite, “attributi”.

Goudelock, Micov, Kuzminskas: le immagini-simbolo del ko

Mentre lo Zalgiris è stato capace di riversare sul parquet questa serie di intangibles per l’intero arco dei 40 minuti, stringendo ancor più la morsa nella fase cruciale della ripresa, Milano non è riuscita ad andare più in là di un paio di quarti, crollando sotto quel parzialone di 12-0 arrivato a cavallo dei due periodi conclusivi ma di cui si erano già viste chiare avvisaglie sin dal rientro dagli spogliatoi. Già, perché quello Zalgiris lento e sconnesso da soli 14 punti nel secondo periodo è stato quanto più lontano possibile da quello che ha martellato l’Olimpia con 46 punti nella ripresa, schiacciandola muscolarmente e atleticamente. Un peccato, certo, perché fino alla metà del secondo periodo si era vista una Milano in grado reggere l’impatto con una lodevole tenacia difensiva, una qualità (giusto dirlo), in cui l’Armani ha compiuto grossi progressi nell’ultimo mese. Altrettanto sconfortante, però, è stata la facilità con cui la squadra di Pianigiani ha sollevato la bandiera bianca affondando d’improvviso nel giro di 4 minuti, perdendo fiducia e bussola di fronte a una mini-serie di episodi negativi o sfortunati. Le immagini più significative sono probabilmente quella terrificante palla persa sull’asse Micov-Goudelock su rimessa da fondo e lo spaesato Kuzminskas che, nonostante il tagliafuori e una presa di posizione decente, si fa sovrastare da un comodo tap-in di Aaron White a rimbalzo offensivo su uno dei tanti liberi sbagliati da Micic. E i giocatori coinvolti in questi pasticci non sono certo casuali.

Parola ai numeri: 42% da due e -18 a rimbalzo

Nelle due partite contro lo Zalgiris, Milano ha raccolto percentuali scadenti dal campo, con un 24.1% complessivo dalla lunga distanza (14/58), ben lontano dal 37% di media tenuto nell’arco dell’intera stagione, cui si affianca un risicatissimo 42.5% da due punti (31/73). Nonostante il numero di palle perse relativamente accettabile (7 all’andata e 9 al ritorno), l’Olimpia ha sofferto terribilmente sotto i tabelloni: dopo il 31-39 in favore dei lituani nella partita del Forum, Milano è stata spazzata via con un perentorio 49-31 nel match di Kaunas, con ben 17 rimbalzi offensivi concessi. Un’enormità per poter sperare di violare uno dei campi più difficili d’Europa, che ha visto lo Zalgiris perdere soltanto 4 partite sulle 13 disputate.
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