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Ettore Messina si racconta: "Non sono un ex-giocatore. Cerco di imparare dai miei giocatori"

Daniele Fantini

Pubblicato 09/04/2024 alle 11:26 GMT+2

BASKET, EUROLEGA - Coach Ettore Messina regala uno spaccato della sua filosofia parlando a "Euroleague Masterminds", rubrica del portale ufficiale di Eurolega. "La maggior parte delle squadre di talento giocano un basket molto semplice, ma anche molto efficace, con grande attenzione ai dettagli" .

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Ettore Messina è ancora teenager quando lascia il basket giocato per intraprendere la carriera da allenatore. Un percorso cominciato presto, prestissimo. E che lo porta, altrettanto rapidamente, a bruciare le tappe. A diventare responsabile del settore giovanile a soli 21 anni, a Mestre. Carica poi coperta anche tre anni dopo, assieme a quella di assistente della prima squadra, quando passa alla Virtus Bologna. E, da lì, il resto è storia nota.
L'attuale tecnico dell'Olimpia Milano ha regalato uno spaccato della sua esperienza e della sua visione/mentalità da allenatore parlando a "Euroleague Masterminds", la rubrica dedicata ai coach del portale ufficiale di Eurolega.
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Nicolò Melli con Ettore Messina, Olimpia Milano

Credit Foto Getty Images

La mancata esperienza da giocatore

«Non sono mai stato un giocatore. Ho smesso molto presto, quando avevo 17 anni - racconta -. Perché mi diedero la possibilità di diventare un allenatore. Non ho mai vissuto ciò che molti altri colleghi hanno invece sperimentato ad alto livello, come le sensazioni di uno spogliatoio prima di una partita importante. È un qualcosa che cerco di imparare ogni giorno dai miei giocatori. La maggior parte delle squadre di talento gioca un basket molto semplice, ma anche molto efficace, con grande attenzione ai dettagli».

Il singolo e la squadra

«Una partita si decide a seconda di ciò che fai per recuperare dopo un tiro sbagliato o una palla persa. Negli sport di squadra abbiamo tutti la tendenza a pensare che ognuno ragioni in termini di gruppo. Ma il "noi" è composto da una serie di individualità. E, per prima cosa, è il singolo che deve svolgere bene il proprio lavoro. Sono "io" che devo fermare il mio avversario. Che devo fare in modo di non essere un problema per la mia squadra».
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Coach Ettore Messina pensieroso durante la finale di Coppa Italia 2024 tra EA7 Emporio Armani Milano e GeVi Napoli

Credit Foto Ciamillo-Castoria

Partite divertenti? Non per gli allenatori

«Non sono un grande fan delle partite. Perché sono sempre molto difficili. Invidio chi dice che le partite sono divertenti. Le partite saranno divertenti per i giocatori. Ma non per gli allenatori».
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