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Intensità e difesa: è un'Italia che sogna con la coppia Abass-Biligha

Daniele Fantini

Pubblicato 30/11/2018 alle 15:20 GMT+1

Nella vittoria contro la Lituania, l'Italia ha giocato una delle migliori partite delle qualificazioni per intensità e tenuta difensiva: l'attacco di Meo Sacchetti incentrato sul gioco degli esterni funziona, ma la vera differenza è stata nella metacampo opposta, dove hanno brillato, in particolare, Awudu Abass e Paul Biligha.

Intensità e difesa: è un'Italia che sogna con la coppia Abass-Biligha

Credit Foto Eurosport

Prima di scendere in campo al PalaLeonessa, la Lituania viaggiava a 86.3 punti di media, secondo miglior attacco delle qualificazioni, un battito di ciglia alle spalle della Germania, leader a quota 88.3. Non aveva mai segnato meno di 73 punti, quelli della trasferta in Ungheria, tra l’altro vinta in carrozza, con un +23 senza repliche. Poi, a Brescia, si è schiantata contro il muro azzurro.
L’“Italietta” di Meo Sacchetti sta continuando a crescere dandosi un’identità sempre più marcata su entrambe le metà del campo: perché se da una parte, considerata la mancanza di tonnellaggio e qualità pura sotto canestro, è anche logico cavalcare gli esterni e il tiro da fuori con le giocate in pick’n’pop, le mezzeruote sul lato debole e le penetrazioni per imbeccare i tiratori negli angoli opposti, dall’altra, la difesa azzurra si sta consolidando tra le prime della classe.
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Meo Sacchetti ha lanciato Giampaolo Ricci (che allena anche a Cremona) per la prima volta in azzurro contro la Lituania.

Credit Foto LaPresse

Tante triple, ma anche tanta difesa

Con 28.3 triple tentate di media a partita, l’Italia è quarta nella classifica dei bombardieri alle spalle di Finlandia (30.0), Georgia (29.9) e Bulgaria (29.0) e seconda per triple segnate con 10.9, proprio quelle stesse triple che hanno inferto il colpo di grazia nel finale quando Meo Sacchetti si è affidato a un quintetto piccolissimo con cinque tiratori schierando Polonara e il figlio Brian come coppia di lunghi atipici. Le 11 triple realizzate in media valgono per oltre il 40% dei punti complessivi realizzati dagli azzurri, sesto miglior attacco delle qualificazioni con 79.6 punti di media, ma, sul lato opposto, l’Italia ne subisce soltanto 68.3, con un differenziale di 11.3 molto indicativo.
  • Le squadre "bombardiere" delle qualificazioni
SquadraTriple realizzateTriple tentate%
Georgia11.829.939.3%
Italia10.928.338.4%
Finlandia10.930.036.3%
Lituania10.325.640.4%
Bulgaria9.629.033.2%
Prima della serata di Brescia, gli azzurri venivano da un successo in Ungheria con soli 63 punti subiti, e in questi numeri c’è tanto del vecchio Meo e di quella sua capacità trasformista di cementare un attacco basato su principi modernissimi a una tenuta difensiva da basket “tignoso” della scorsa decade. Per intensità, contro la Lituania si è vista probabilmente la miglior Italia delle qualificazioni assieme a quella dello splendido capolavoro in Croazia, la partita che, più di tutte, ci ha fatto capire che questa squadra ha un senso e un’anima anche senza i grandi nomi.

Abass-Biligha, la coppia che ha lanciato gli Azzurri

Nel secondo periodo (quando ha piazzato il break) e nel quarto (quando ha chiuso la partita strozzando il tentativo di rimonta avversaria), l’Italia ha concesso rispettivamente 11 e 12 punti a una squadra fino a quel momento ancora imbattuta e, come detto, abituata a viaggiare su ben altri spartiti. I protagonisti? Tra gli altri, Awudu Abass e Paul Biligha. Subentrato per ultimo in rotazione (ma costruire a priori una gerarchia chiara e funzionale in questo gruppo è cosa virtualmente impossibile), Abass ha immediatamente distrutto l’armonia offensiva lituana, allungando i suoi braccioni su tutte le linee di passaggio e reggendo splendidamente sul perimetro: le 3 palle recuperate sono il suo massimo nelle qualificazioni, ma anche i suoi 13 punti con 5 canestri realizzati (altro high) la dicono lunga sul desiderio bruciante del ragazzo di giocare una partita all-around sullo stesso campo dove sta cercando di ricostruirsi dopo il periodo ombroso a Milano.
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Paul Biligha ha giocato tutte le partite di qualificazione, con un massimo di 11 punti realizzati contro l'Ungheria.

Credit Foto LaPresse

Per Biligha, invece, i semplici numeri del tabellino non sono sufficienti (6 punti, 5 rimbalzi, 1 recupero, 1 stoppata): il centro della Reyer Venezia ha dato all’Italia quella dimensione in più per fisicità, grinta, atletismo e tutti quelli intangibles che lo hanno portato a essere sempre su ogni palla vagante, su ogni rimbalzo sporco, su ogni aiuto difensivo, e a spadroneggiare in qualsiasi tonnara sotto canestro. Già, perché l’Italia ha stravinto la battaglia raccogliendo 40 rimbalzi, 18 dei quali offensivi, contro la miglior squadra del lotto in questo fondamentale: ancora una volta, il vecchio Meo non ci parla soltanto di run’n’gun...
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