Il Sud Sudan si qualifica per Parigi 2024. Il paese più povero del pianeta alle Olimpiadi: il capolavoro di Luol Deng

BASKET, MONDIALI - Con la vittoria sull'Angola, il Sud Sudan è la miglior squadra africana alla FIBA World Cup e strappa il pass per le Olimpiadi del 2024. Un miracolo sportivo per le Bright Stars di coach Royal Ivey e di Luol Deng, l'ex stella NBA e presidente federale che ha firmato il miracolo di conquistare un traguardo impensabile per un paese poverissimo nato soltanto nel 2011.

I giocatori del Sud Sudan celebrano la vittoria sull'Angola che vale la qualificazione a Parigi 2024

Credit Foto Getty Images

La squadra di basket del Sud Sudan è un miracolo sportivo, forse la storia del 2023. Qualificatesi per la prima volta alla fase finale di un Mondiale grazie ad un percorso di qualificazione praticamente perfetto, le "Bright Stars" (stelle lucenti) fanno un altro miracolo ovvero staccare il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024. Questo in virtù della vittoria larghissima per 101-78 sull'Angola e la contemporanea sconfitta dell'Egitto con la Nuova Zelanda, risultati che permettono al Sud Sudan di chiudere la World Cup come miglior formazione africana.

Il paese più giovane e povero al mondo

Un risultato incredibile se si tiene conto che questo paese, martoriato dalla guerra civile, è diventato una nazione indipendente soltanto nel 2011, ha costituito un comitato olimpico solo nel 2015 (5 rappresentanti in tutto fra Rio 2016 e Tokyo 2021, tutti nell'atletica leggera), e ha giocato la prima partita ufficiale di pallacanestro nel 2017. Il tutto considerato che il Sud Sudan è il più povero al mondo, quello con la più alta mortalità infantile, dove si vive con 1 euro e 90 al giorno, e dove non c'è alcun impianto al coperto, tanto che la squadra si è allenata all'aperto e ha giocato le gare di qualificazione ad Alessandria d'Egitto.

Il capolavoro di Luol Deng

Questo autentico miracolo è stato firmato da Luol Deng, l'ex giocatore di Duke University e poi stella NBA con Chicago Bulls e Los Angeles Lakers, che ha raccolto l'eredità del grande Manute Bol (il papà del Bol Bol ex compagno di Paolo Banchero ai Magic, ndr) e si è preso la responsabilità di fondare la federazione cestistica, richiamare i tanti talenti sud sudanesi cresciuti tra Stati Uniti, Australia, Egitto, Europa e nei campi profughi, e assemblare una squadra unita e forte in grande di scioccare il mondo. Deng è figlio del Sud Sudan, scappato dalla guerra civile con la famiglia in Egitto e poi cresciuto a Londra, prima di volare negli USA: lui, con passaporto britannico, ha già giocato le Olimpiadi di Londra 2012 con la Gran Bretagna e ora potrà farlo, da presidente della sua terra d'origine, a Parigi 2024. Lo ha fatto anche per Manute, scomparso nel 2010 senza poter vedere la sua terra diventare una nazione.
"Abbiamo un'ottima squadra e andremo a Parigi per provare a vincere ogni partita, questo sarà il nostro obiettivo. Ma la mia soddisfazione più grande, e mi commuovo a dirlo... Io avrei voluto essere davvero ad un evento del genere nella mia carriera, per vedere la nostra bandiera là in alto. L'ho vista ma con la Gran Bretagna, ho partecipato alla cerimonia d'apertura. Quindi per me, per quanto amo questo paese, quel momento varrà tutto. Poi inizieremo a giocare ma già solo essere lì, e avere la possibilità di portare la nostra bandiera in quella cerimonia, varrà tantissimo per tutti", le parole toccanti di Luol Deng in conferenza stampa.

Le emozioni di coach Ivey e di Nuni Omot

Alla World Cup in Asia il Sud Sudan ha sfiorato il passaggio alla seconda fase, ha perso all'esordio in overtime con Portorico dopo aver comandato la partita, ma si è tolto la soddisfazione di vincere la prima storica gara in un Mondiale contro la Cina e poi ha replicato nella fase di classificazione contro le Filippine e appunto l'Angola. A trascinare le "Bright Stars" ci hanno pensato in campo la guardia di passaporto americano Carlik Jones, MVP dell'ultima G-League e ora ai Chicago Bulls, ragazzi di talento cresciuti nei college americani come Wenyen Gabriel (Kentucky e poi anche ai Lakers), Marial Shayok (Iowa State e poi al Fenerbahce), Nuni Omot (Baylor e poi G-League e Germania), e in panchina Royal Ivey, per anni compagno di Kevin Durant al college a Texas e poi in NBA, diventato poi allenatore.
Proprio Ivey, in conferenza stampa, ha mandato l'ennesimo messaggio toccante: "Questa squadra è un raggio di luce. Questo paese è indipendente da appena 12 anni. E' incredibile. Abbiamo lavorato duramente, siamo stati svegli per notti intere in Tunisia. Grazie alla gente del Sud Sudan per averci sostenuto. Se è il giorno più bella mia vita sportiva? Siete seri? Andiamo alle Olimpiadi, ovviamente sì. E' folle. Ci siamo allenati all'aperto con le aquile che ci volavano sopra la testa e con i campi allagati, e ora siamo qui nelle Filippine a giocare di fronte a questi fan. Sono al settimo cielo. Devo fare i complimenti ai miei ragazzi perchè hanno ascoltato, hanno perseverato, hanno fatto tutto quello che ho chiesto loro, e ora ne raccogliamo i frutti. Ora torneremo a casa migliori ma non smetteremo di lavorare. Ai nostri tifosi dico: yeah Sud Sudan, ci siamo, siamo qui, non per vantarsi ma siamo i numeri 1 dell'Africa".
E poi le parole di Nuni Omot in mix zone: "E' incredibile, un sogno che si avvera. Siamo diventati indipendenti nel 2011, nessuno avrebbe mai immaginato o sognato di arrivare qui. Sono molto emozionato. A Parigi potremo sfilare con la nostra bandiera, credo che la nostra sia una delle più belle storie sportive da tanto tempo a questa parte, sono fortunato di essere parte di tutto questo. Dopo la sconfitta con Portorico non sono riuscito a dormire perchè eravamo in controllo di quella partita, però siamo riusciti a centrare comunque l'obiettivo e abbiamo dimostrato che il Sud Sudan è una squadra di talento da tenere d'occhio anche per il futuro".
Con gli occhi lucidi ha anche aggiunto: "La gente non sa come eravamo messi un paio di anni fa, ci allenavamo all'aperto, non avevamo un singolo impianto al coperto in Sud Sudan, tutto all'esterno. Un canestro era più alto dell'altro, non c'erano strutture regolamentari. Essere qui adesso è una benedezione. Abbiamo il talento, i giocatori e Luol Deng: complimenti a lui e alla sua visione da quando è nella NBA. Lui purtroppo non ha potuto giocare per il Sud Sudan ma rimane incredibile".
picture

Jamal Murray: "Due anni fa non potevo camminare, ora sono campione"

Video credit: Eurosport

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità