LeBron, è ora di decidere: Lakers, Rockets, Spurs, Celtics, Sixers e... Cavs le possibili scelte

Dopo la mezzanotte diventa free agent e potrà decidere cosa fare del suo futuro. Improbabile la permanenza a Cleveland anche se la famiglia potrebbe incidere. Tutte valide le altre ipotesi, ognuna per motivi diversi: Los Angeles (dove vorrebbe portare Durant), San Antonio (per Popovich), Houston (per Paul e Harden), Boston (con Stevens) e Phila per portare a compimento "The Process".

LeBron James

Credit Foto Getty Images

Non sarà come nell’estate 2010. Non sarà ancora “The Decision”. LeBron James ha capito il suo “errore” di allora, quello di mettersi in piazza per mostrare a tutti – con un po’ di anticipo – che fosse il più forte e sapesse vincere (poi l’ha fatto!). Non si ripeterà, comuncherà in maniera più normale la propria decisione, ma sarà ugualmente epocale, perché dopo quattro stagioni a compiere una missione a “casa sua”, il suo trasferimento cambierà la geografia della NBA.

Cleveland e l’improbabile rinnovo

Chiusa una stagione da dominatore assoluto a livello individuale ma priva del successo che conta – improbabile con questi Cavs pensare di battere i Warriros – LeBron ha un ampio ventaglio di scelta perché, a differenza di quanto succede ai giocatori “normali”, le cui sorti sono soggette alla decisione di qualcun altro, lui decide per sé. E la sua scelta, peraltro, condizione l’intero mondo NBA. C’è una sparuta quanto improbabile ipotesi che James resti a Cleveland. Nei giorni scorsi, dopo il draft e la presa di Sexton (8° in assoluto), lo stesso rookie ha cercato di convincere il Re con tutto il suo entusiasmo, ma a tenere LeBron in Ohio potrebbero essere questioni famigliari. Moglie e figli infatti, dopo gli anni “esotici” a Miami, si sono ambientati e radicati a Cleveland e la loro posizione non è da trascurare. Certo per la franchigia sarebbe un investimento notevole e va considerato il rapporto non indilliaco con il propietaro, Dan Gilbert, ma LeBron potrebbe voler continuare a incassare milionate senza fare le valigie. Fino a mezzanotte porà scegliere se declinare o accettare la player option prevista dal secondo anno del suo biennale, che gli permetterebbe di incassare 34 milioni. Firmando garantirebbe di fatto una base contrattuale alle altre squadre, con cui organizzare una trade (in questo caso Houston sarebbe la principale candidata a giovarne); ma se la sua intenzione fosse restare davvero a Cleveland, vorrebbe massimizzare il guadagno. A quel punto rinnoverebbe per altri due anni mettendosi in tasca il massimo possibile già nel prossimo anno, avendo sempre la possibilità di scegliere cosa fare; oppure accettando un accordo da 207 milioni in cinque anni. Cifre che solo Cleveland può garantirgli, ma che non è certo che a James bastino per vincere, unica sua necessità.

Il fascino di Los Angeles... e KD

Difficile immaginare quindi che James resti dove ha già assolto i propri “oneri”, mantenendo la promessa di vincere un titolo con la maglia dei Cavaliers (nel 2016). Più facile immaginarlo altrove. La suggestione che ha preso più piede negli ultimi giorni è sicuramente quella di Los Angeles, sponda Lakers... anche se Gallinari non è d’accordo (ha detto che se scegliesse i Lakers "sbaglierebbe sponda"). Magic Johnson vuole portare una superstar allo Staples, a costo di dimettersi se ciò non accadrà entro due anni. Questo non garantisce l’arrivo di LeBron, sicuro, ma è un segnale del fatto che i Lakers sono una piazza che brulica per vedere il talento di Akron approdare in città. La curiosità più interessante – oltre alla voce girata sul fatto che avesse già iscritto i figli in scuole di LA - è uscita nelle ultime ore. Lo stesso James avrebbe contattato Kevin Durant, pronto al rinnovo coi Warriors, per convincerlo a spostarsi anche lui a Los Angels. Voce ampiamente smentita da giornalisti e addetti ai lavori, ma molto accattivamente.

Phila, Boston, Houston, San Antonio e un sistema in cui essere allenato

Oltre a Cleveland e Los Angeles, ci sono altre quattro mete possibili prese in esame dal Prescelto, tutte in grado di soddisfarlo a loro modo e soddisfarsi, perché con James in più la squadra assume automaticamente il ruolo di contender per il titolo. I Sixers sono stati i primi a essere accostati al “23” per via di un roster già ben fornito nel quale l’aggiunta di LeBron potrebbe creare qualcosa di devastate portando il rinomato “The Process” definitivamente a compimento. Nel corso dei giorni però l’hype verso Philadelphia si è affievolito e sono cresciuti quelli per Houston, Boston e San Antonio. Tutte e tre le squadre possono garantire un sistema di gioco già consolidato, con campioni (vedi Chris Paul, il primo a contattare James per portarlo ai Rockets) già presenti e budget a disposizione per far spazio alla stella numero uno del firmamento. Se Houston garantisce Paul (anch’egli free agent) e Harden per un terzetto stellare, Boston mette sul piatto il miglior allenatore della Lega (Brad Stevens) e una serie di giocatori in rampa di lancio (vedi Tatum, Rozier e Smart, free agent), oltre all’ex partner in crime Kyrie Irving. Poi c’è San Antonio che, se è vero che LeBron vuole essere allenato, sarebbe la scelta più suggestiva perché Gregg Popovich – ormai agli sgoccioli della carriera – farebbe salti di gioia (lui che non è avvezzo a entusiasmi) per avere un giocatore così e sarebbe anche l’unico modo, forse, per trattenere il partente Leonard.
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Kyrie Irving in penetrazione contro LeBron James nella partita tra Boston Celtics e Cleveland Cavaliers, NBA 2017-18

Credit Foto Getty Images

Un domino di free agent

Per dare l’idea di cosa saranno i prossimi giorni, un semplice elenco dei migliori free agent su piazza, che insieme a LeBron potrebbero andare a fare la fortuna di una delle franchigie di cui sopra.
La scelta di LeBron cambierà la storia presente e futura della lega più importante del mondo. Non sarà l'unico a spostarsi, per una stagione 2018-19 che si prospetta eccitante e... nuova, a meno che James non decida di restare a Cleveland per continuare la missione a casa sua.
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