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Nik Melli, da Reggio Emilia ai Pelicans in NBA: un sogno costruito un passo alla volta

Davide Fumagalli

Pubblicato 01/07/2019 alle 20:29 GMT+2

L'azzurro classe 1991 firmerà un biennale con New Orleans e giocherà al fianco di Zion Williamson. E' l'ennesima tappa di un percorso graduale, una crescita intelligente e importante, dalla Reggiana a Milano, da Bamberg al Fenerbahce, senza mai eccedere o forzare dei passi. Dall'altra parte dell'oceano saprà certamente come rendersi utile.

Niccolo Melli, focus opinion

Credit Foto Getty Images

Il grande momento è arrivato: Nicolò Melli vola in NBA e raggiunge i compagni di Nazionale Marco Belinelli e Danilo Gallinari, lasciando a Istanbul Gigi Datome, un altro che la Lega americana l'ha assaggiata. Nik firmerà un contratto biennale da 8 milioni di dollari complessivi con i New Orleans Pelicans della prima scelta assoluta al Draft 2019 Zion Williamson e del presidente David Griffin, che ha ridato vita in pochi mesi ad una franchigia che sembrava morta, ad un passo dal trasferimento altrove.
Un passo importante quello dell'ala classe 1991 di Reggio Emilia che si trasferirà in Louisiana dopo la FIBA World Cup in Cina di settembre, un passo fatto nel momento giusto, come praticamente tutti quelli fatti da Nik nella propria carriera, senza mai anticipare o ritardare una decisione. Questo era il momento migliore dopo due anni in quello che è probabilmente il miglior club d'Europa, il Fenerbahce, col miglior allenatore del Vecchio Continente, Zelimir Obradovic, e uno dei top manager a livello mondiale, Maurizio Gherardini. Melli diventerà così il settimo italiano in NBA dopo Enzo Esposito e Stefano Rusconi prima, Andre Bargnani e Gigi Datome poi, e i due azzurri attualmente in forza ai Clippers e agli Spurs, ovvero Gallinari e Belinelli.

Il cambiamento in estate: lo aveva annunciato

E’ stata una stagione lunga con tanti alti e alcuni bassi, Di certo non la stagione che avremmo voluto e per la quale io e il team abbiamo lottato per tutto l’anno. Ma lo sport è sempre una lezione e imparare da vittorie e sconfitte ci rende più forti. Mi attende un’estate importante
Con un post di qualche giorno fa su Instagram, Nik Melli aveva fatto capire che ci sarebbe stato un cambiamento, ma difficilmente si poteva ipotizzare ad un approdo in NBA! Il classe 1991, di papà italiano e madre americana, Julie Vollertsen, pallavolista che ha vinto l'argento olimpico ai Giochi del 1984 e poi ha giocato professionista in Italia, a 28 anni ha sentito che era il momento ideale per provarci dopo le esperienze fatte in Europa.

Da Milano al Fenerbahce passando per Bamberg

Considerato uno dei grandi talenti del basket italiano, nell'ottobre 2006 a soli 15 anni aveva partecipato al Jordan Classic Camp riservato agli Under 16, aveva incontrato Michael Jordan al vecchio PalaLido essendo stato co-MVP e nell'aprile 2007 era andato negli USA per il Jordan Brand Classic alla partita dedicata ai talenti internazionali. Da lì il suo nome è rimbalzato ovunque (lo voleva anche il college di Los Angeles, UCLA) e nel 2010 c'è lo sbarco all'Olimpia Milano. Resta 5 stagioni, vince lo Scudetto 2014 e nello stesso anno sfiora la Final Four di Eurolega, ma c'è sempre la sensazione che in maglia Armani non riesca ad esprimersi e ci sia sempre diffidenza nei suoi confronti.
Così nell'estate 2015 saluta Milano e l'Italia e sceglie la Germania, il Brose Bamberg di Andrea Trinchieri e del ds Daniele Baiesi, fresco vincitore della Bundesliga. A Bamberg si sente da subito a casa, trova un ambiente famigliare, senza particolari pressioni, un po' come a Reggio Emilia, Trinchieri lo mette al centro del suo progetto e lui esplode, in campionato e in Eurolega: in due anni arrivano due titoli in Bundesliga, una supercoppa, una Coppa di Germania e l'inserimento nel secondo quintetto stagionale di Eurolega nel 2017, una cosa sensazionale, impreziosita dalla partita da 27 punti e 14 rimbalzi per vincere 85-70 a Tel Aviv col Maccabi, uno dei campi storicamente più difficili d'Europa.
Nell'estate 2017 sarebbe pronto per tentare la carta NBA ma Melli fa ancora una volta la scelta giusta e opta per una situazione intermedia ovvero il Fenerbahce neo campione d'Europa dove lo aspettano a braccia aperte Datome e Gherardini, senza dimenticare Obradovic. Nik si inserisce al meglio, vince la Supercoppa, il campionato e arriva alla Final Four di Eurolega: il Fener perde in finale col Real Madrid di Luka Doncic ma lui è sensazionale con 28 punti, il suo massimo in Eurolega, e inevitabilmente gli scout NBA drizzano le antenne. Resta però un altro anno a Istanbul, è più difficile per i tanti infortuni e il ridimensionamento economico ma il Fenerbahce vince lo stesso la Coppa di Turchia e approda alle Final Four di Eurolega e alla finale in campionato, questo anche grazie a Nik.
AnnoSquadraGarePuntiRimbalziAssistStoppate% da due% da tre% ai liberi
2010-11Milano103.32.40.20.440.93066.7
2011-12Milano113.81.90.20.265.233.350
2012-13Milano104.6310.1502566.7
2013-14Milano275.34.30.80.658.233.377.3
2014-15Milano245.33.50.80.647.333.370
2015-16Bamberg239.26.52.70.747.545.381.5
2016-17Bamberg3011.57.42.30.753.543.474
2017-18Fenerbahce368.951.70.354.34380.5
2018-19Fenerbahce367.34.11.60.647.538.581.6
* cifre in Eurolega

L'NBA al momento giusto

Per Nik l'unico limite è il cielo. Non diventerà mai LeBron James ma è come una vecchia bottiglia di buon vino italiano, può migliorare ogni anno
Queste parole di Andrea Trinchieri dette ai tempi del Bamberg, sono la miglior sintesi di cosa sia Nicolò Melli. Come detto, già nell'estate 2017 era seguito da alcune franchigie NBA, gli Houston Rockets (che hanno scelto Alessandro Gentile), i Denver Nuggets e soprattutto i Brooklyn Nets del dirigente italiano Gianluca Pascucci, ora ai Timberwolves, ma Melli preferì il Fenerbahce. Poi lo scorso anno ci riprovarono i Nets e sembrava che gli Atlanta Hawks lo avessero convinto a volare in America ma Nik tenne fede all'accordo coi turchi e non se ne fece nulla. Stavolta però il salto è arrivato e i New Orleans Pelicans non sono una destinazione casuale: infatti il general manager, arrivato poco dopo il presidente David Griffin, è Trajan Langdon, conosciuto da giocatore come "L'assassino dell'Alaska", visto in Europa furoreggiare con le maglie di Benetton Treviso e del CSKA Mosca di Ettore Messina, e poi dirigente dei Nets proprio con Pascucci. Langdon non ha scordato per nulla Melli, anzi, appena ne ha avuto la possibilità lo ha portato in America.

Il ruolo di Melli ai Pelicans

Nicolo si dovrà inserire in una squadra completamente nuova, con l'alieno Zion Williamson, la guardia Jrue Holiday e i giocatori arrivati dai Lakers nella trade per Anthony Davis, ovvero l'ala Brandon Ingram, il playmaker Lonzo Ball e la guardia Josh Hart. E' chiaro che Melli è un giocatore con dei limiti atletici e di mobilità laterale però è alto, 206 centimetri, ha un corpo solido, mani morbide e soprattutto ha grande intelligenza, sa leggere il gioco e le situazioni come pochi. E' un notevole passatore, sa giocare fronte e spalle a canestro, può tirare anche da tre, e di conseguenza potrebbe ritagliarsi un ruolo importante dalla panchina, sia come ala forte, sia come centro in quintetti piccoli, alla stregua di un Draymond Green, vista la bravura nel cambiare in difesa sui piccoli e anche come protettore del ferro.
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