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Northwest Division Preview: la più dura della Lega, tutte dietro a Utah a caccia dei playoff

Daniele Fantini

Aggiornato 13/10/2018 alle 15:24 GMT+2

La nostra analisi della Western Conference parte dalla Northwest Division, la più competitiva dell’intera NBA per qualità complessiva delle squadre, tutte attrezzate per cercare di conquistare un posto ai playoff a Ovest. Le incognite, però, sono tantissime: dalla tenuta dei Jazz, agli equilibri di OKC e Minnesota, alla possibile esplosione di Denver e all’implosione di Portland.

Donovan Mitchell - Russell Westbrook - Damian Lillard

Credit Foto Getty Images

DENVER NUGGETS

  • Mercato: I Nuggets hanno svecchiato il roster salutando Wilson Chandler, Kenneth Faried, Devin Harris e Darrell Arthur, tutti giocatori tendenzialmente rimpiazzabili o fuori da un progetto che punta invece a far maturare un gruppo più giovane. Più che la scommessa Isaiah Thomas, che avrà comunque un ruolo da back-up dopo la travagliatissima scorsa stagione, la vera operazione-top è stata la conferma di Nikola Jokic, in questo momento forse il centro più forte della Lega a livello tattico.
  • Draft: Denver ha raccolto tre scelte: con la #14 Michael Porter Jr., ala uscita da Missouri, con la #41 Jarred Vanderbilt, ala reduce da una stagione segnata da infortuni a Kentucky, e con la #58 Thomas Welsh, centrone che ha trascorso l’intero quadriennio a UCLA. Porter Jr. è il cavallo più interessante del lotto, ma i problemi alla schiena potrebbero frenarne il suo debutto da pro in NBA.
  • Prospettive: Dopo aver mancato la qualificazione ai playoff perdendo in overtime l’ultima partita di regular-season con Minnesota, Denver è attesa a infilarsi nella parte bassa della griglia puntando sulla crescita di un gruppo giovane e in grado di giocare una pallacanestro piacevole e divertente: difficile (facciamo anche impossibile) pensare che possa però superare il primo turno.
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Nikola Jokic Denver Nuggets

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MINNESOTA TIMBERWOLVES

  • Mercato: Tanti movimenti in uscita e in entrata. Tra i primi, spiccano i nomi di Jamal Crawford (ancora free-agent) e Nemanja Bjelica, mai però realmente entrato nel cuore di coach Thibodeau. Tra i secondi, da segnalare la scommessa Luol Deng, che riabbraccia quello che possiamo chiamare “vecchio gruppo” dei Chicago Bulls dopo un’annata da inattivo ai Lakers, il ritorno di Anthony Tolliver e l’arrivo di James Nunnally dal Fenerbahçe.
  • Draft: Con la #20 è arrivato Josh Okogie, esterno uscito da Georgia Tech, mentre con la #48 i T’wolves hanno scelto Keita Bates-Diop, ala che ha completato l’intero percorso a Ohio State. Okogie, reduce da una stagione da sophomore chiusa a oltre 18 punti di media, potrebbe essere già pronto a contribuire nonostante il noto atteggiamento prudente di Thibodeau con i rookie.
  • Prospettive: Sono totalmente legate al futuro di Jimmy Butler, precipitato in una situazione molto borderline dopo le critiche rivolte a squadra e dirigenza accompagnate dalla richiesta esplicita di essere ceduto altrove. L’ex-Chicago è tornato ad allenarsi in gruppo soltanto a una settimana dall’inizio della regular-season suscitando reazioni variopinte (per così dire) tra i compagni: sarà una telenovela che si svilupperà ancora in tanti episodi, dal finale estremamente incerto.
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Jimmy Butler

Credit Foto Getty Images

OKLAHOMA CITY THUNDER

  • Mercato: L’addio di Carmelo Anthony non sarà particolarmente rimpianto, mentre è tutto da vedere il modo in cui Dennis Schroeder potrà inserirsi nel ruolo di sesto uomo di lusso per alzare il livello di produttività della panchina. Nella second-unit attenzione anche a Nerlens Noel, arrivato dopo una stagione da separato in casa a Dallas e ben lontano mentalmente dai suoi momenti migliori in maglia Sixers.
  • Draft: Niente di particolare da segnalre: con la #53 è arrivato Devon Hall, guardia da Virginia, che ha già firmato nel campionato australiano, mentre con la #58 è stato scelto Kevin Hervey, ala da Texas-Arlington “parcheggiato” in G-League con gli Oklahoma City Blue.
  • Prospettive: Nonostante un Russell Westbrook da tripla doppia di media per il secondo anno consecutivo, la scorsa stagione si è conclusa in maniera molto lontana dalle aspettative, con la conseguente rinuncia al progetto-Anthony: con la conferma di Paul George, il quintetto è comunque ancora di alto livello, ma la chimica complessiva e la gestione degli ego resta materia molto complessa.
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Paul George

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PORTLAND TRAIL BLAZERS

  • Mercato: Come affermato dallo stesso Damian Lillard, non è facile portare free-agent in un mercato relativamente piccolo come quello di Portland, e così è stato: in estate sono arrivati soltanto Seth Curry e Nik Stauskas per aumentare la profondità e l’esperienza della panchina nel reparto guardie, ma l’operazione principale è stata la conferma del big-man, Jusuf Nurkic, sulla falsariga di quanto detto per Denver con Jokic.
  • Draft: Con la #24, i Blazers hanno scelto la guardia Anfernee Simons, il primo giocatore a sbarcare in NBA direttamente dall’high-school dopo le modifiche al regolamento del 2005 (ha trascorso un anno alla IMG Academy, istituto specializzato nella preparazione per le discipline sportive). Più interessante, invece, la presa di Gary Trent Jr. con la #37 (arrivato da Sacramento), figlio d’arte (il papà aveva iniziato la carriera proprio a Portland) uscito da Duke che ha ben figurato in Summer League.
  • Prospettive: La squadra è rimasta sostanzialmente la stessa, ma sembra difficile poter ripetere la cavalcata dello scorso anno che ha permesso di chiudere la regular-season al terzo posto a Ovest: con Lakers e Nuggets in seria caccia di un posto tra le prime otto e una panchina che resta sempre di basso livello, i Blazers sembrano destinati a scivolare nel calderone di metà classifica con serio rischio di saltare la post-season.
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CJ McCollum

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UTAH JAZZ

  • Mercato: La squadra è rimasta la stessa, eccezion fatta per la partenza di Jonas Jerebko e l’arrivo di Tyler Cavanaugh, giocatori ai margini della rotazione.
  • Draft: Con la #21, i Jazz hanno scelto Grayson Allen, guardia uscita da Duke, dove ha completato l’intero quadriennio viaggiando a una media di 14.1 punti a partita e il 38% dall’arco: è un tiratore pericolosissimo, sia sugli scarichi che dal palleggio, dotato di grande atletismo e un’elevazione fuori dal comune per un esterno bianco.
  • Prospettive: L’anno scorso sono stati la squadra rivelazione della Western Conference, capaci di far quadrato su se stessi dopo un inizio difficilissimo e trasformandosi in uno dei gruppi più solidi, duri e funzionali a livello di chimica: inutile dire che, con un Rudy Gobert fisicamente integro e un Donovan Mitchell con un anno di esperienza sulle spalle, le attese siano quelle di migliorarsi ancora, anche se molto dipenderà dalla tenuta difensiva del supporting-cast e da quale versione di Ricky Rubio si ripresenterà ai cancelli di partenza.
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Rudy Gobert

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