La Francia perde 4 amichevoli e non brilla: Wembanyama basterà per vincere una medaglia nei Giochi di casa?

BASKET - Le quattro amichevoli perse in fila, l'ultima con l'Australia, hanno evidenziato qualche dubbio sulla reale forza della Francia che, da padrona di casa, punta ad una medaglia alle Olimpiadi di Parigi, possibilmente quella d'oro. Il talento di Wembanyama e i centimetri di Gobert hanno alzato le aspettative ma il roster a disposizione del ct Collet ha lacune evidenti.

Victor Wembanyama nell'amichevole Francia-Canada

Credit Foto Getty Images

L'argento di Tokyo 2020 e la finale di EuroBasket 2022 hanno alzato moltissimo l'asticella per la Francia del basket in vista delle Olimpiadi di casa, i Giochi di Parigi 2024. In aggiunta, lo sbarco sulla Terra dell'alieno Victor Wembanyama e la sua prima stagione NBA da Rookie dell'Anno e da assoluto protagonista, hanno fatto pensare a tanti che i Bleus possa essere una seria candidata ad una medaglia. O meglio, una candidata all'oro, magari battendo in finale i favoritissimi americani di Team USA.

2-4 il bilancio in amichevole

La marcia di avvicinamento ai Giochi di casa e al debutto di sabato 27 luglio alle 17.15 a Lille col Brasile non è stata però rose e fiori, anzi: dopo le prime due vittorie contro Turchia e Germania, sono arrivate ben quattro sconfitte di fila nelle amichevoli, l'ultima allo scadere contro l'Australia per 83-82 nonostante un Wemby in quasi tripla doppia con 17 punti, 12 rimbalzi e 8 assist. Gli altri KO sono stati con Germania (65-70), Serbia (67-79) e Canada (73-85).
Vero, sono amichevoli, sono dei test per mettere benzina nel motore e affinare i meccanismi, però qualche scoria la lasciano a chiunque e servono soprattutto a capire più quello che non funziona che quello che funziona. E il ct Vincent Collet forse ha intuito che questa squadra è molto meno completa di quello che i tifosi si sarebbero immaginati. Senza contare che questa Francia viene da un autentico fallimento all'ultimo Mondiale in Asia, dove uscì in maniera pessima nella prima fase quando era tra le favorite per il titolo. Lì però mancava Victor Wembanyama

Wemby, Gobert e la frontline

Il reparto lunghi dei Bleus è forse il migliore in assoluto, o comunque se lo gioca con quello di Team USA con Davis, Adebayo ed Embiid. La presenza di giocatori molto lunghi e molto mobili come Gobert e Wembanyama, più i muscoli e l'esplosività di Lessort, senza contare la duttilità di giocatori come Yabusele, Batum e Cordinier (gli ultimi due in grado anche di fare i "4" in quintetti più piccoli) rendono la Francia una squadra quasi ingestibile nei pressi dei ferri, in difesa e in attacco.
A maggior ragione, con le dimensioni del campo più piccole rispetto alla NBA e le regole FIBA che permettono la zona tradizionale a difesa del canestro, appare molto complicato andare a segnare contro le torri Bleus. Quindi questo è sicuramente il plus della squadra di Collet che probabilmente ha anche troppe armi in quei ruoli e ha persino lasciato a casa gente come Poirier e le ultime due prime scelte del Draft NBA, Risacher e Alex Sarr.

Dubbi sul reparto guardie e il problema spacing

Se il reparto interni è una certezza, molto meno lo è quello degli esterni dove i dubbi abbondano. Dopo il ritiro di Tony Parker la Francia non è infatti riuscita a produrre un altro regista in grado di rimpiazzarlo. In aggiunta, Thomas Heurtel, il play di maggior talento, è stato escluso per aver deciso di firmare in Russia con lo Zenit San Pietroburgo (legato alla guerra in Ucraina), e questo ha obbligato il ct Collet ad affidarsi al 37enne Nando De Colo, il giocatore di maggior carisma ed esperienza.
Gli altri? Nel reparto dei registi ci sono il veterano Albicy, che però non ha il talento e la classe per essere protagonista, il giovanissimo Strazel, 21 anni ma reduce da stagioni con pochissimo spazio fra Asvel e Monaco, e Ntilikina, mai esploso in NBA, solo 5 gare nell'ultima annata e che proverà a rilanciarsi nel 2024-25 al Partizan di Obradovic, ma pure lui è giocatore di fisico, di atletismo, di difesa, non certo un creatore. E nel reparto guardie ci sono Bilal Coulibaly, talento cristallino con doti fisiche e atletiche sopra la media ma ancora acerbo dopo il primo anno NBA agli Wizards, e il 32enne Evan Fournier, tiratore con punti nelle mani e talento cristallino che però ha giocato 91 partite negli ultimi 3 anni in NBA.
Le amichevoli hanno infatti mostrato una Francia che tende ad affidare al virtussino Cordinier, al veterano Batum e addirittura a Wembanyama, i compiti di portare palla, avviare l'azione e possibilmente creare se ce ne fosse il bisogno. Quando entra De Colo la differenza si vede, ma il 37enne dell'Asvel ha evidenti limiti difensivi e diventa un bersaglio per gli avversari, come si è visto contro l'Australia quando ha perso Dyson Daniels nell'azione che ha portato al canestro della vittoria. Senza dimenticare appunto che, date le dimensioni ridotte del campo e gli spazi diversi in ambito FIBA, non è per nulla semplice giocare con tanti giocatori così "grossi" e che non hanno armi perimetrali (tiro da fuori) per poter aprire il già citato campo.

Boom or bust

Traducendo dall'inglese, "o vinci o fallisci". La quantità di talento puro di questa Francia è altissimo, forse solo Team USA ne ha di più, magari il Canada. Il problema è ben diverso e toccherà a Vincent Collet provare a risolverlo perché per questi Bleus la conquista di una medaglia, anche fosse quella di bronzo, non è una cosa negoziabile. Stare giù dal podio sarebbe un fallimento durissimo da digerire.
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Video credit: Eurosport


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