Palloni orrendi, non si segna, è la difesa la chiave dell'Italbasket
Aggiornato 07/07/2016 alle 11:19 GMT+2
Gallinari e Hackett in coro: "Messina ha cambiato il sistema di gioco e tutti hanno alzato il proprio livello difensivo. Il gruppo sta bene, solo due partite ci separano dal nostro obiettivo"
La difesa, poi il resto. Questo il mantra della nazionale azzurra al preolimpico, lo conferma anche il leader tecnico, Danilo Gallinari: “Messina ha dato un’importante impronta difensiva alla squadra e ci chiede di non dipendere dalle percentuali offensive – dice Gallo - l’arma migliore in questo senso è proprio difendere con grande intensità. Vincere partite come quella contro la Croazia, in cui abbiamo difeso egregiamente ma attaccato in modo poco fluido, ci dà fiducia e ci fa ben sperare per il futuro: continuando a lavorare possiamo solo migliorare”.
Difendiamo bene e se cominciamo a segnare...
E' proprio quanto si è visto nelle prime due uscite degli azzurri a Torino: confusione e percentuali basse in attacco ma grande applicazione nell'altra metà campo, quella dove c'è da soffrire, da aiutarsi e dove non si può dipendere solo dal talento individuale. Coach Messina ha saputo inculcare, coi suoi modi un po' rudi, un sistema diverso rispetto al corso precedente – sia Gallinari che Hackett, presenti alla conferenza stampa di ieri, hanno giustamente evitato di paragonarli – che funziona proprio perché costruito sulla difesa. “Se siamo così tosti dietro e per ora fatichiamo in attacco, pensate quando faremo canestro...”, dice Gallo facendo intendere che le potenzialità di questa squadra siano ancora rimaste parzialmente inespresse e aggiungendo anche, con una battuta, che “il motivo per cui non faccio canestro sono i palloni”.
DH ha ritrovato il motorino
Concorde naturalmente Daniel Hackett, che si è meritato questa chiacchierata dopo una prestazione maiuscola contro la Croazia. La sua vita azzurra è profondamente cambiata rispetto all'anno scorso in Francia, dove era il vice di Cinciarini e sembrava bloccato in campo, perdendo quelle caratteristiche di gioco che l'hanno reso a tratti immarcabile negli anni di Siena. Anche lui, partendo da una grande difesa individuale, ha caricato la molla per esplodere in attacco, dove è stato decisivo. “Ho visto i miei compagni lottare su ogni pallone, tutti hanno alzato il proprio livello difensivo. Penso che sia da sottolineare il grande lavoro che è stato fatto da tutta la squadra su Bogdanovic e Saric. Allo stesso tempo in attacco ognuno deve provare a dare il proprio contributo, senza caricare di responsabilità i nostri giocatori più importanti”, dice Daniel con la seraficità di chi ha vinto un titolo in Grecia con una finale-derby, tra le partite più sentite del basket mondiale (“Per loro è una religione”) e che della propria prestazione individuale non vuole quasi parlare.
Attacco o difesa, ciò che si evince è che questi ragazzi sanno di avere una grande occasione questa estate, che passa per Torino e finisce a Rio. “Il gruppo è sano e sta bene”, conferma Hackett, e “solo due partite ci separano dal nostro obiettivo”. Due partite da costruire ancora sull'ottima base difensiva, magari alzando un po' le percentuali… nonostante i palloni.
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