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Milano, che prova di forza in gara 5: Reggio Emilia annientata 97-73, lo Scudetto è a un passo

Daniele Fantini

Aggiornato 11/06/2016 alle 23:06 GMT+2

Nel quinto episodio della finale scudetto l'EA7 Milano, grazie a un devastante primo quarto da 28-9, annienta la Grissin Bon e si riporta 3-2 nella serie: lunedì vincendo a Reggio Emilia l'Olimpia può laurearsi campione d'Italia.

2016, Alessandro Gentile, Olimpia Milano, LaPresse

Credit Foto LaPresse

EA7 MILANO-GRISSIN BON REGGIO EMILIA 97-73 (29-8, 52-31; 74-60)

FORUM ASSAGO, MILANO - Al primo pallone toccato della partita, Alessandro Gentile incrocia di potenza verso destra e va su, buttandosi leggermente all'indietro, su una gamba sola. Dentro. Al secondo, va spalle a canestro contro Della Valle, lo fa arretrare di tre metri a spallate, si svita all'indietro e gli tira sulla testa dai 4 metri. Dentro. E se vi serve il terzo indizio per fare la prova, basta aspettare una manciata di secondi, e vedere Rakim Sanders recapitare al ferro il pallone in contropiede con uno scatto rabbioso e felino. A 48 ore di distanza dalla gran débâcle di gara-4, Milano ha trasformato rabbia, frustrazione e critiche in un surplus pazzesco di energia, esploso come una granata in un primo quarto da demolizione: l'Olimpia rulla Reggio Emilia come un bulldozer, aggredendola e stritolandola in difesa, e azzannandola a ripetizione in attacco con una serie pazzesca di punti in transizione, frutto di una reattività e di una cattiveria agonistica mai vista finora nella serie.
L'Olimpia trova risposte dall'intero organico, compresi gli elementi finora più sofferenti nella serie: Andrea Cinciarini dimentica gli air-ball di gara-4 e ricostruisce fiducia a partire dalla difesa, Esteban Batista trova finalmente il modo di rendersi utile all'interno di un sistema offensivo che trancia completamente le situazioni in post-up per svilupparsi in maniera più armonica e corale, con ottime spaziature negli angoli e sul perimetro, e i pick'n'roll giocati con intelligenza da Kalnietis e Simon, Rakim Sanders (14 punti, 7/8 al tiro) sguscia a ripetizione tra le maglie molli della difesa Reggiana, assorbendo i contatti come un carro armato, e Milan Macvan sfodera lezioni di tecnica e tattica su entrambi i lati del campo, risultando decisivo sia contro la difesa a uomo che la zona.
Poi, ci sono quelli che la partita la distruggono per davvero: Mantas Kalnietis continua a salire di livello a ogni gara delle finali, dando personalità, regia e difesa (16 punti, 8 rimbalzi, 3 assist, +27 di plus/minus), con la possibilista di avvalersi di un grande Kruno Simon come spalla di lusso (14 punti, 8 rimbalzi, 4 assist), fondamentale in un secondo tempo in cui Gentile prende presto la tangente; Oliver Lafayette stringe le viti difensive sul perimetro e spara poi le due triple filate che spaccano definitivamente la partita quando Reggio si era riavvicinata fino al -9; e Bruno Cerella piazza la bomba della staffa nel parzialone di 14-0 con cui l'Olimpia lancia l'allungo finale, ricevendo l'ovazione del Forum quando, a partita ormai in ghiaccio, recupera un pallone da dietro con quell'animo del guerriero che non muore mai.
Dall'altra parte, Reggio Emilia ha altre 48 ore di tempo per ritrovare il feeling con il fortino del PalaBigi e comprendere che cosa non "clicca" in trasferta: l'atteggiamento iniziale della squadra di Menetti non è stato quello di un gruppo elettrizzato dalla doppia vittoria che aveva rimesso in parità la serie, ma quello di una formazione blanda, con la pancia già un po' troppo piena. Un approccio pagato in malo modo nel primo quarto e poi tramutatosi in un nervosismo isterico che ha affossato il giocatore-riferimento nelle prime due uscite al Forum, quel Rimantas Kaukenas che ha chiuso con 2/11 dal campo in eterna lite con arbitri e avversari.
Dopo un primo tempo raccapricciante in cui soltanto Lavrinovic (12 punti, 6 rimbalzi) ha risposto presente, Menetti ha provato a ingarbugliare l'attacco milanese con lunghi tratti di zona, senza però riuscire a trovare nulla di continuativo e concreto dall'altra parte del campo: le fiammate di Della Valle (11 punti, tutti nel terzo quarto) e di Aradori all'inizio dell'ultimo periodo, sono state figlie di saggi di bravura personale, e non di quell'attacco corale, mobile e armonico tipico della Reggiana. La speranza per Reggio è che la trincea del PalaBigi funzioni ancora lunedì sera, per strappare il punto che forzerebbe la bella a Milano.
Milano: Gentile 11, Kalnietis 16, Cinciarini 4, Sanders 14, Batista 8; McLean 0, Lafayette 12, Cerella 8, Macvan 10, Pecchia 0, Magro 0, Simon 14. All.: Repesa
Reggio Emilia: Polonara 10, Della Valle 11, De Nicolao 10, Veremeenko 4, Kaukenas 7; Aradori 14, Needham 0, Lavrinovic 12, Parrillo 2, Degli Esposti 0, Silins 3, Lever 0. All.: Menetti
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