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Reggio Emilia pareggia la serie: Milano battuta 81 a 76, è 2-2

Daniele Fantini

Aggiornato 09/06/2016 alle 23:30 GMT+2

Anche la Grissin Bon sfrutta il fattore campo portandosi via Gara 4 e superando l'Armani con una partita di cuore. La rimonta di Milano nel finale con il parziale di 10-0 non basta. Si torna al Forum di Assago quindi sulla situazione di 2-2. Per l'Armani Sanders miglior marcatore con 21 punti; per Reggio Emilia Aradori e Lavrinovic con 15.

Amedeo Della Valle - Reggio Emilia vs Milano - Serie A 2016

Credit Foto LaPresse

GRISSIN BON REGGIO EMILIA-EA7 MILANO 81-76 (21-22, 41-39; 59-55)

Due a due, e abbiamo ancora una serie. Difficile, anzi, impossibile provare a intuire che tipo di partite ci dovremo aspettare, considerando le nette differenze tra quelle giocate al Forum e al PalaBigi e l'ormai evidentissima stanchezza generalizzata che appesantisce le gambe e annebbia le menti dei giocatori. Saranno ancora due (o tre) gare di enorme sofferenza e pathos, ma probabilmente non di grande pallacanestro.

Reggio Emilia è più squadra, e Aradori c'è

Per il momento, restiamo su gara-4, vinta con merito dalla squadra che gioca con maggior armonia e collettivo (o quantomeno si sforza di farlo), sorretta da un grande pubblico e dal rientro col botto di Pietro Aradori: le movenze, già da gattone, sono ancor più rallentate da una gamba ben lontana dal 100%, ma la testa è fredda, il coraggio tanto, e la fiducia lanciata alle stelle dal primo tiro che trova subito il fondo della retina, aprendo una sinfonia balistica al bacio: 15 punti in 8' nel solo primo tempo (anche se poi si fermerà lì) con 5/8 dal campo e 4/7 dall'arco. Che dire, attributi.
E i punti di Aradori arrivano come manna in una serata in cui le pistole di Della Valle hanno in canna colpi un po' umidicci (13 punti sì, ma 1/6 dalla distanza e nessun canestro magico di quelli estratti dal cilindro nelle due gare precedenti), ma che Reggio Emilia risolve distribuendo equamente le responsabilità offensive: Lavrinovic tira malissimo (3/12) ma il suo corpaccione è un bersaglio costante sotto i tabelloni, come indicato anche dall'8/10 dalla lunetta per 15 punti complessivi, Polonara (10+8) si specializza nel raccogliere perle dalla spazzatura, con una serie di canestri rubati di tocco e in tap-in che fanno saltare il banco e i nervi ai milanesi, e Kaukenas (11) è glaciale quando sono i tiri liberi a dover decidere la partita nei secondi finali (7/8 per il lituano dalla striscia della carità).

Milano regredisce: ferma, statica e nervosa

Mentre Reggio Emilia recupera a pieni giri panchina e rotazioni, il punto più critico delle prime due sconfitte della serie (e se anche Silins - 5 falli in 5' e finali ancora imbambolate - dovesse finalmente bussare alla porta sarebbe en plein), Milano aggrava maggiormente i difetti già evidenziati in gara-3: al PalaBigi, rebus ancora insoluto nelle ultime due stagioni, la carica fisica ed è motiva è tutta del Reggiana, con l'Olimpia segnata da un volto spento, stanco, nervoso e irascibile, privo di identità e coralità in attacco. Con Esteban Batista sempre più corpo estraneo all'interno di una pallacanestro non sua, e un Andrea Cinciarini in netta recessione mentale (0 punti, 0/7 al tiro e spesso battezzato con i piedi oltre l'arco), lo spartito tecnico-tattico si riduce alla ricerca estenuante degli isolamenti in post-up di Gentile e Sanders, con il figlio di Nando nella sua versione più deleteria, fatta di forzature e isterismi (7 punti con 2/10 dal campo e un eloquente -17 di plus/minus, il peggiore dei suoi). Le cose migliori arrivano con il quintetto operaio, guidato dalla coppia Kalnietis (11 e 4 assist) e McLean (17 e 7 falli subiti), capaci di dare maggior dinamismo e fluidità con i giochi in pick'n'roll, ma non di punire sugli scarichi dall'arco.

Un finale da brividi

La percentuale da tre punti dell'Olimpia è ingannevole (7/25), perché 3 canestri arrivano in maniera totalmente estemporanea nel giro di un minuto quando ormai la partita sembrava morta e sepolta, un parziale lampo di 10-0 per rispondere all'allungo sul +11 della Reggiana e rendere ancor più sofferenti le ultime manciate di secondi: come in gara-3, la Grissin Bon evidenzia una preoccupante incapacità di gestire i vantaggi importanti, ma il cronometro e la mano glaciale di Kaukenas e Lavrinovic dalla lunetta ci mettono la pezza definitiva.
Reggio Emilia: Kaukenas 11, De Nicolao 4, Polonara 10, Della Valle 13, Veremeenko 10; Lavrinovic 15, Aradori 15, Needham 3, Parrillo 0, Silins 0. All.: Menetti.
Milano: Gentile 7, Sanders 21, Batista 5, Kalnietis 11, Cinciarini 0; McLean 17, Lafayette 3, Cerella 0, Simon 10, Macvan 2. All.: Repesa.
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