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Nico Mannion: "Due anni difficili alla Virtus. Zero minuti ai playoff? Non capisco ma lo accetto"

Davide Fumagalli

Pubblicato 07/07/2023 alle 12:36 GMT+2

SERIE A - Il neo giocatore del Baskonia Nico Mannion ha parlato a Repubblica delle ultime due stagioni con la Virtus Bologna, compreso lo scarso utilizzo nei playoff. "Se è quello che vuole la squadra, o il coach, l’accetto", ha detto Nico che poi guarda ai Mondiali con l'Italia: "La Nazionale italiana la vivo per prima cosa come una famiglia. Spero nella convocazione".

Nico Mannion, Italia, Eurobasket 2022

Credit Foto Imago

Si è chiusa senza troppi sussulti l'esperienza di Nico Mannion con la Virtus Bologna. Arrivato con grandi aspettative, l'ex giocatore di Arizona e dei Golden State Warriors ha faticato a trovare spazio e infatti ha deciso di proseguire la sua carriera europea con la maglia del Baskonia, in Spagna, che gli permetterà di continuare anche a giocare l'Eurolega. Il nativo di Siena ha fatto un bilancio della sua vita bolognese in un'intervista a Repubblica: "Sono stati due anni molto difficili. Il primo praticamente perso, con tutto quel che ho passato, dovendo in più entrare in un basket diverso da quello conosciuto in America. Nel secondo sono migliorato tanto, ho avuto opportunità e credo di aver giocato bene".
Sono stati due anni molto difficili... Ai playoff zero minuti. Non lo capisco, ma se è quello che vuole la squadra, o il coach, l’accetto
Anche se poi nei playoff e nelle finali è rimasto praticamente sempre inchiodato alla panchina: "Per 23 volte in campionato ero entrato da starter, nel primo quintetto. Facendo spesso bene, secondo me. Ai playoff, zero. Non lo capisco, ma se è quello che vuole la squadra, o il coach, l’accetto". Ovviamente Mannion cita anche i lati positivi del periodo con la Segafredo: "Tengo molto a quanto maturato fuori campo. Amicizie che mi porterò dentro tutta la vita, compagni perfetti come Kyle (Weems, ndr) e Toko (Shengelia), due veterani con cui ho parlato ogni giorno. Resteranno per sempre".
Nico parla anche della vita fuori dal campo: "Mi è piaciuto moltissimo vivere lì. Io ero un ragazzo americano, ho vissuto un po’ in Utah, poi dai 12 anni a Phoenix in Arizona, dietro mio padre che allenava. Però mamma Gaia è italiana, e anche là certe cose le facevamo come qui: mangiare insieme la sera, tardi come da voi, tutta la famiglia a tavola. È però diverso stare in Italia a tempo pieno. A Bologna sono stato benissimo. Prima mi sentivo tutto americano, ora sono un ragazzo molto vicino al 50 e 50 tra USA e Italia".
Ora lo attende un'estate importante, con la Summer League NBA coi Milwaukee Bucks e poi probabilmente i Mondiali in Asia con l'Italia di Pozzecco. "Dal 7 al 17 luglio giocherò la Summer League di Las Vegas con i Milwaukee Bucks e vediamo come va. Poi spero di esser qui con la nazionale italiana a preparare i Mondiali. Prendo al volo queste due grandi opportunità", racconta Mannion che chiosa parlando proprio del gruppo azzurro: "La Nazionale italiana la vivo per prima cosa come una famiglia. Mi ha dato tanto far parte di questo gruppo, ragazzi che sono anche amici, un allenatore come Pozzecco che, da grande play com’è stato, rende facile parlare di basket. Ho sentito l’orgoglio di giocare in questa squadra. E ho colto anche l’opportunità di essere me stesso, quando nel club non giocavo tanto".
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