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Dorothea Wierer non smette: "Proseguo fino a Milano-Cortina 2026, sarebbe un peccato chiudere così la carriera"

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DaEurosport

Aggiornato 08/05/2024 alle 17:17 GMT+2

BIATHLON - Dorothea Wierer è pronta a imbracciare di nuovo la carabina: l'azzurra non vuole chiudere la sua carriera con la brutta stagione del 2023-2024 e con le difficoltà che l'hanno contraddistinta: "Non stavo bene, è stata una stagione strana".

Wierer: "Dopo i Mondiali una pausa e poi Parigi 2024 da inviata di Eurosport"

Dorothea Wierer scioglie le riserve sul suo futuro: proseguirà fino a Milano-Cortina 2026. Lo ha annunciato nel corso della conferenza stampa online indetta dalla FISI.
Ecco quanto raccontato da Dorothea nella conferenza: "Abbiamo deciso di fare questa conferenza perché ci sno tante voci, soprattutto sui social, dicendo anche cose non vere. Volevo chiarire alcune cose sul mio futuro. Ho affrontato la scorsa stagione in maniera strana, non ero in condizione e ho corso da malata diverse volte. Ho cercato di fermarmi qualche giorno per preparare i Mondiali, ma nel mio corpo qualcosa non andava bene, quindi ho deciso di fermarmi perché non stavo bene e non dormivo. Non era semplice fisicamente e mentalmente".
"Ho fatto la casalinga per due mesi, con qualche impegno in TV e un po’ di eventi e volevo riflettere senza sport e allenamenti per riposare".
Mi sono resa conto che sarebbe stato un peccato chiudere in questo modo una parte della mia vita in cui sono stata protagonista per tanti anni. Ho parlato con il presidente della FISI Roda, la Guardia di finanza, e abbiamo capito che c’è la volontà di proseguire fino a Milano-Cortina 2026. Essere atleta per tanti anni di fila comporta sacrifici e non è sato semplice, ma abbiamo già fatto una pianificazione e ho iniziato oggi ad allenarmi per arrivare all’appuntamento olimpico in forma.
A proposito della sua esperienza con Eurosport e Discovery+ in veste d'inviata a Parigi 2024: "È stato molto difficile ammalarmi tante volte e rincorrere la stagione, poi è arrivato il problema col sonno, non riucivo ad addormentarmi e mi svegliavo di continuo. Adesso però sto bene e l’esperienza di Parigi mi gasa, è una cosa completamente nuova e cercherò di dare il 100% senza dimenicare che sono un’atleta di alto livello che deve fare quello".

Una delle motivazioni più forti

Uno dei motori principali per continuare è stato nitido:
Non volevo svegliarmi un giorno col rimpianto di sapere che potevo stringere i denti e andare avanti: Milano-Cortina 2006 è stata una grande spinta. So che se sono in forma posso ancora giocarmela.

Che cosa cambierà nella gestione?

"Il problema non sono gli allenamenti, ma il recupero quando mi ammalo. Il mio fisico cambia, non ho più 20 anni e mi ammalo spesso. Devo stare attenta a questo, sono testarda e voglio sempre dimostrare qualcosa, vorrei dare il massimo e sono io la prima a non voler ammettere di stare male, ma in questo dovrò essere più attenta".

Le voci fastidiose

Sui social cerco di non leggere, ma mi dispiace quando dicono che faccio solo TV senza considerare che fa parte del gioco. Quando smetti finisci nel dimenticatoio, sono pochi i campioni che restano interessanti anche dopo aver smesso. Volevo provare anche nuove esperienze restando comunque un’atleta al 100%. Mi ha fatto ridere anche quando ho letto che ero incinta, non so da dove sia uscito.

Il senso di appartenenza

"È importante che la squadra stia facendo risultati, il potenziale c’è. Mi sento anche un po’ responsabile, perché è partito tutto dal 2011 quando eravamo pochi e poco competitivi e ho visto il team crescere, ora si vedono le differenze, abbiamo ciò che hanno quelli forti e non ci manca nulla".

La competizione con Vittozzi

"Si sapeva che c’era il potenziale, spero che anche gli altri possano fare quel salto di qualità. Devi avere un talento enorme per vincere la Coppa del Mondo. Io ho vissuto tutto un po’ da lontano, adesso cerco di concentrarmi su me stessa e senza confronti. Dopo due mesi lontana dallo sport mi sembra come rientrare da un infortunio e devo riadattarmi a questo mondo".

Il ruolo da inviata per Eurosport e Discovery+ a Parigi 2024

Racconterò la parte dietro le quinte e il punto di vista di un atleta invernale alle OLIMPIADI estive, non vedo l’ora di scoprire sport di cui si sente parlare SOLO ogni quattro anni, poi tennis, nuoto e atletica.

IL RUOLO DAVANTI ALLA TELECAMERA

Dorothea, però, ha già lavorato la scorsa stagione come inviata, stavolta per il biathlon, nel finale di Coppa del Mondo. Che cosa l'ha divertita di più? "Esco dalla mia confort zone, ma mi piaciuto molto, mi metto in gioco anche quando sono in difficoltà. Mi piace raccontare il biathon dal nostro punto di vista per farlo conoscere alle persone che lo seguono in TV, raccontando dettagli che solo guardando le gare si conoscono: è interessante mostrare tutto quello che c’è dietro, è un mondo complesso e le persone non immaginano nemmeno tutto ciò che c’è dietro".

Il delicato tema della famiglia

C'è poi un tema delicatissimo, quello della famiglia e di diventare mamma, desiderio che non ha mai nascosto. La questione per lei, però, è molto chiara: "Ne ho parlato con mio marito e lui mi ha detto che devo fare ciò che mi sento. Io sento di dover andare ancora avanti col biathlon e non mi ha messo nessuna pressione. Ne riparleremo tra qualche mese? Fare la mamma e fare l'atleta contemporaneamente? Per me non sarebbe possibile. Io devo essere un'atleta al 100% se gareggio, se fossi mamma chiaramente dovrei dedicare parte delle mie energie e del mio tempo a mio figlio. In più, come vi dicevo, ho sempre avuto problemi col sonno, perciò se per caso il bambino piangesse nel cuore della notte e mi tenesse sveglia, non avrei energie residue per affrontare una gara (ride)! Per ora sono ancora un'atleta, poi vedremo. Nel futuro non si sa mai".


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Vento, tifo, pulsazioni: entriamo nel poligono con Dorothea Wierer


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