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Albin Ekdal: "I calciatori gay ci sono, ma hanno paura. Dovremmo imparare dal calcio femminile"

Daniele Fantini

Pubblicato 02/08/2019 alle 19:24 GMT+2

Il centrocampista svedese della Sampdoria analizza la questione dell'omosessualità tra i calciatori: "Insulti e omofobia li spingono a non fare coming-out o, peggio ancora, a smettere di giocatori. Dovremmo imparare dal calcio femminile: le ragazze hanno una mentalità molto più aperta della nostra".

Albin Ekdal of Sweden looks dejected following the 2018 FIFA World Cup Russia group F match between Germany and Sweden at Fisht Stadium on June 23, 2018 in Sochi, Russia.

Credit Foto Getty Images

Le statistiche parlano chiaro. Sono soltanto 8 in tutto il mondo i calciatori professionisti che, finora, hanno dichiarato la propria omosessualità. Il nono della lista si cela ancora sotto l'anonimato dell'account Twitter "The Gay Footballer", che si pensa appartenere a un giocatore della Serie B inglese. Il problema è stato analizzato in maniera lucida da Albin Ekdal, centrocampista svedese della Sampdoria, in una lunga intervista concessa al quotidiano locale "Aftonbladet".
I ragazzi omosessuali dovrebbero accettarsi per quello che sono anche nel mondo del calcio. Il fatto che sia un mondo praticamente senza omosessuali dichiarati sottintende l'esistenza di un problema. E credo sia giunto il momento per cambiare le cose. In Italia, così come in Svezia, ci sono persone omofobe. Ma è così dappertutto. Ognuno dovrebbe avere il diritto di amare chi vuole, ma sfortunatamente non è sempre così. Finora, soltanto 8 calciatori professionisti hanno dichiarato di essere omosessuali, ma è un numero molto piccolo. Ce ne sono sicuramente altri, ma non vogliono farlo o hanno già smesso di giocare. Entrambe le situazioni sono negative. Spero che si possa verificare una sorta di effetto-domino, ossia qualcuno che si dichiari e che possa stimolare altri a farlo, così che, nel giro di un paio d'anni, tutto possa diventare completamente normale.

Il rischio del coming-out

Molte persone si comporterebbero come vorrebbero se l'omofobia non fosse così forte. Gli insulti sono ovunque, dalle classi agli spogliatoi. Se fossi omosessuale e sentissi certi discorsi, sarebbe difficile fare coming out. Il rischio è che, alla fine, un giocatore omosessuale smetta di giocare a calcio. Ma ognuno dovrebbe essere libero di giocare, a prescindere dal suo orientamente sessuale. Ma per ogni giocatore che smette, la perdita è doppia: sia per l'individuo, sia per il mondo del calcio in generale.

Il beneficio di essere innamorati

Mi ricordo molto bene la prima volta in cui mi sono innamorato. E lo sono ancora, della stessa ragazza con cui mi sono fidanzato quando avevo 17 anni. Essere innamorato ti garantisce un maggiore equilibrio interiore, un senso di sicurezza. Credo che aiuti a migliorare anche come giocatore, perché dà energia e gioia.

Il calcio femminile è un modello di apertura mentale

Dobbiamo imparare molto dal calcio femminile, perché è un mondo molto più aperto. Le ragazze sono probabilmente più intelligenti e più evolute nelle relazioni di gruppo rispetto agli uomini. Essere omosessuale non ti definisce come persona, indica soltanto chi ami. Dovrebbe essere una cosa ininfluente rispetto al gioco del calcio, ma questi problemi esistono ancora nel 2019.
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