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Italia, con la nuova "Bbc" in panchina Mancini cerca uomini (soprattutto a centrocampo)

Roberto Beccantini

Pubblicato 04/06/2018 alle 07:42 GMT+2

In due partite abbiamo scoperto di essere superiori all’Arabia Saudita, di poco, e inferiori alla Francia, di molto. La Francia, soprattutto oggi, è di un altro pianeta. Invece no: era corretto. Il divario fisico e tecnico è stato imbarazzante. Il centrocampo resta il reparto più traballante e le uniche certezze al momento da cui ripartire sembrano essere: Bonucci, Balotelli, Chiesa...

Leonardo Bonucci, Mario Balotelli due delle certezze della Nazionale di Mancini per il momento, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Coraggio pure. In due partite abbiamo scoperto di essere superiori all’Arabia Saudita, di poco, e inferiori alla Francia, di molto. Chissà cosa scopriremo dopo la terza, con l’Olanda, questa sera allo Stadium di Torino.
Ogni volta ci sentiamo Cristofori Colombi davanti alle spiagge di un atollo che ci piace scambiare per l’America. L’amichevole di Nizza è finita 3-1 per i bleus, lo stesso risultato che, curiosamente, battezzò l’incipit della nazionale di Ventura a Bari. Per la cronaca, e per la storia, era il 1° settembre 2016. E questa la formazione, secondo il 3-5-2: Buffon (1’ st Donnarumma); Barzagli (1’ st Rugani), Astori, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi (1’ st Montolivo), Bonaventura (21’ st Verratti), De Sciglio (13’ st Florenzi); Pellè, Eder (30’ st Belotti). I gol li firmarono Martial, Pellè, Giroud e Kurzawa. Due anni dopo, Pellè fa il pensionato in Cina; Giroud fa la riserva a Griezmann; Martial e Kurzawa sono stati esclusi da Deschamps non meno di Benzema e Lacazette, la qual cosa marca impietosamente le distanze fra il loro granaio e le nostre scorte.
La Francia, soprattutto oggi, è di un altro pianeta. Si sapeva, ma si sperava che fosse un sapere maccheronico, scolastico, un po’ rozzo. Invece no: era corretto. Il divario fisico e tecnico è stato imbarazzante. In edicola si sciolgono inni ai momenti, rari, in cui i nostri sono stati lì lì per pareggiare. Meglio sarebbe stato parlare dello scarto che, occasioni alla mano, avrebbe dovuto riassumere ladifferenza: un rotondo 6-2.
D’accordo, Mancini era ricorso a tre debuttanti - Berardi, Caldara, Mandragora - e Pellegrini, la mezzala che vi avevo consigliato di seguire, è stato, con Jorginho, il peggiore. A conferma che il centrocampo rimane il reparto più traballante. Si può ricominciare da un’altra Bbc - Bonucci, Balotelli, Chiesa - e comunque non stasera, viste le rotazioni del ct, a patto di non illudersi. Anche in Costa Azzurra è stato il plotone a staccarsi, e non i fuggitivi a staccarlo.
Dunque: Perin (terzo portiere alla ribalta), poi Zappacosta, Rugani, Romagnoli e Criscito; Cristante, Jorginho e Bonaventura; Verdi, Belotti, Insigne. Come il Diogene della filosofia greca, Mancini cerca con il lanternino "l’uomo", cioè il giocatore. Merita tutta la nostra compresione, l’hanno pagato per raccogliere i cocci e incollarli a un’idea. Qui e là, venerdì, un bagliore di coraggio ha illuminato il buio oltre le crepe.
Ribadito che non è il caso di vessare Balotelli con smodate pretese, anche se l’uomo della provvidenza ci ha sempre incantato, sotto con l’Olanda di Ronald Koeman. Come noi eliminata dal Mondiale e come noi alle prese con un cambio di guardaroba non proprio indolore. Tra i convocati spiccano van Dijk, De Vrij, Strootman, Depay e Justin Kluivert, figlio d’arte nel mirino della Roma. Tira aria di partita aperta, sbarazzina, ricca di cose.
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