Calcio giovanile: Padre picchia allenatore con pugni e calci durante una partita Esordienti: "Ho avuto paura di morire"
Pubblicato 20/04/2022 alle 12:40 GMT+2
CALCIO - Vergognoso, folle e ingiustificabile gesto da parte di un padre che, durante una partita Esordienti, ha picchiato con pugni e calci l'allenatore del figlio mandandolo in ospedale. Il giovane allenatore, Francesco Latini, ha spiegato: "Denuncerò l'aggressore e continuerò ad allenare".
Un fatto vergognoso. Non c'è molto da aggiungere o dire per quello che è successo durante la partita categoria Esordienti (12 anni...) tra Accademia calcio Terni e Gdc Ponte di Nona dove l'allenatore Francesco Latini è stato picchiato da un genitore di un ragazzo in campo, finendo in ospedale con il serio rischio di un'operazione chirurgica al rene.
La causa dell'aggressione sarebbe avvenuta durante la gara, quando è scoppiato un parapiglia in mezzo al campo e l'allenatore è entrato sul terreno di gioco per sedare gli animi. Il gesto non è stato apprezzato da un genitore che, prima ha insultato il mister, poi lo ha colpito con un pugno in pieno volto e poi a calci sulla schiena. I presenti hanno raccontato di una scena vergognosa e, tra le lacrime dei bambini e lo stupore generale, l'intervento di un altro padre (poliziotto) e dell'ambulanza ha evitato conseguenze peggiori.
"Colpito a tradimento, ho rischiato di perdere un rene"
La partita è stata chiaramente sospesa e l'aggressore si è poi avvicinato per scusarsi ma senza riuscirci ed ora rischia un Daspo. Francesco Latini, dopo aver scongiurato fortunatamente l'operazione al rene, è intervenuto a Il Resto del Carlino spiegando la situazione: "Denuncerò l'aggressore perché non posso perdonare un gesto di violenza di questo tipo avvenuto di fronte agli occhi di tanti bambini e di tanti genitori rimasti sotto choc. Ho rischiato di perdere il rene, così mi hanno detto i medici, tanto da essere portato sul tavolo operatorio: solo all'ultimo momento l'operazione è stata evitata perché si era interrotto il sanguinamento.
"Ho capito di esser finito nel dramma in un attimo, senza ragione alcuna, colpito a tradimento da un tizio che mi ha sferrato un pugno e un calcio perché avevo detto al figlio 13enne e al mio giocatore di stare calmi e agire educatamente durante un contrasto di gioco. Un padre non può comportarsi così. Io non cerco vendette, ma dovrà rispondere alla giustizia di quello che ha fatto. Io continuerò ad allenare, perché è il mio sogno e non sarà un gesto di inaudita violenza a farmi smettere".
Io continuerò ad allenare, perché è il mio sogno e non sarà un gesto di inaudita violenza a farmi smettere.
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