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L'italiano che è riuscito dove Del Piero si è fermato: La Rocca vince l'A-League

Stefano Fonsato

Aggiornato 06/05/2016 alle 17:34 GMT+2

Il difensore romano conquista il campionato australiano con la maglia dell'Adelaide United, riuscendo là dove Del Piero si è fermato. "A 32 anni una gioia immensa", spiega l'ex Pro Vercelli, che nel Bellinzona ha dato il via alla sua carriera internazionale, arrivando anche realizzare un gol nel Mondiale per Club

Iacopo La Rocca

Credit Foto AFP

In quest'anno in cui "Italians do it better" è diventato motto calcistico di default, le storie di connazionali "eroi" sembrano quasi autogenerarsi. Se volete prendervi una pausa dalle celebrazioni "in loop" di Claudio Ranieri e del suo Leicester City, oppure se la notizia che l'ex Triestina e Piacenza Claudio Pani ha trionfato nella Premier League maltese guidando il centrocampo del Valletta, forse risulterà più stuzzicante parlare di chi - nell'ultimo weekend calcistico - è riuscito tagliare quel traguardo rimasto tabù niente meno che ad Alessandro Del Piero: vincere il campionato australiano. Ce l'ha fatta Iacopo La Rocca, difensore (all'occorrenza centrocampista, e viceversa), che a 32 anni - alla guida della retroguardia dell'Adelaide United - ha sconfitto nella finalissima playoff il Western Sydney Wanderers, sua ex squadra, abbandonata la scorsa estate dopo quel gol, indimenticabile, al Mondiale per Club 2014 contro i messicani del Cruz Azul. Il primo titolo nella storai del club. Gli unici altri italiani ad essere riusciti a segnare nel torneo Intercontinentale furono Alessandro Nesta e Filippo Inzaghi. Nel formato "coppa", nel 1996, ci riuscì anche Alessandro Del Piero, i cui 24 gol in 47 presenze non sono però riusciti a garantire il titolo al Sydney FC nei due anni trascorsi dall'altra parte del mondo.

Sliding doors

Già, dall'altra parte del mondo. E' qui che La Rocca ha trovato la sua seconda casa. Anzi, la terza. "La mia seconda casa è la Svizzera, dove la mia carriera ha svoltato" ha più volte dichiarato il difensore romano, cresciuto nella Lazio (il cui mentore e idolo fu proprio Nesta) e diventato professionista nella Pro Vercelli insieme a Federico Peluso, compagno anche nel vivaio biancoceleste. La Rocca-Peluso, Peluso-La Rocca, le due grandi promesse classe '84, formavano una coppia inseparabile. Erano i primi anni 2000, erano i tempi in cui a sconfiggere le bianche casacche nello scontro playout per mantenere la C2 fu il Sassuolo, nel 2004. Fu proprio da quel match che iniziò l'epopea dei neroverdi, che ora lottano per un posto in Europa League e in cui lo stesso Peluso ha trovato un posto stabile dopo una carriera decisamente appagante. Le sliding doors portano invece Iacopo a intraprendere un percorso più volte accidentato: dopo essere stato tesserato dal Treviso, rapidissime apparizioni con le maglie di Chieti, Fermana e Torres. Prima dell'esperienza a Bellinzona...

Dal Canton Ticino alla conquista del mondo

Nel Canton Ticino, la svolta: la promozione nella massima serie, la conquista della finale di Coppa che valse la partecipazione alla Coppa Uefa, in cui i granata eliminarono gli armeni dell'Ararat Yerevan e si arresero, non senza aver onorato al massimo il doppio impegno, niente meno che di fronte al Galatasaray. I quattro anni in granata gli valsero l'interessamento di un top club elvetico come il Grasshoppers di Zurigo, in cui disputò la stagione 2011-2012: "Quei cinque anni in Svizzera - è il pensiero di La Rocca ripetuto come un mantra ai media australiani - mi hanno cambiato la vita".

La Rocca aka "The Fortress"

E' stato davvero così. La Rocca è cambiato anche nell'approccio alla vita calcistica: una volta constatato che i sacrifici pagano e che il sistema meritocratico - fuori dai confini italiano - funziona con successo, l'abnegazione e la testa bassa lo hanno portato a raggiungere traguardi impensabili. "The Fortress" (inglesizzazione di La Rocca), "Flaco" (per sottolineare il suo fisico secco e da lungagnone), "The Wall", il "Materazzi Australiano": La Rocca in Australia ha fatto collezione di soprannomi. E di consensi: ora che ad Adelaide ha vinto anche il titolo nazionale gode di una considerazione smisurata.

Amor e doblete

"Sono elettrizzato dall'esperienza australiano: qui il calcio è in continua ascesa e viene sempre più apprezzato dalla gente". C'è da credere eccome alle parole di La Rocca. Specie a giudicare la folla che ha gremito il "Coopers Stadium" di Adelaide nella finalissima vinta 3 a 1 coi Western Wanderers, grazie alle reti di Bruce Kamau e degli spagnoli Isaias e Pablo Sanchez. Spagnoli come l'allenatore Guillermo Amor. Sì, proprio lui, il centrocampista del Barcellona anni '90, alla sua prima esperienza da tecnico. Iniziata male, anzi, malissimo: tre pareggi e cinque sconfitte nelle prime otto gare di A-League. Ma la dirigenza gli permette di lavorare serenamente e di arrivare a conquistare il "doblete", ovvero il primo posto della regular season e lo scudetto ai playoff. Una cosa alla Juve 2015-2016, insomma. Una maglia che fu dell'amico Peluso. Ma anche di Del Piero. Che in Australia non è riuscito a vincere, però, quanto Iacopo La Rocca.

La formazione dell'Adelaide United:

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