Papa Waigo

Papa Waigo è ancora un giocatore della Fiorentina. Lo ha spiegato chiaramente lo stesso senegalese a Palazzo Vecchio, nella culla della città di Firenze, ai margini della presentazione di un progetto che vedrà alcuni suoi connazionali impegnati, con funzioni di mediazione culturale e informazione, a bordo degli autobus cittadini. Il senegalese, entrato nel cuore dei tifosi dopo il gol realizzato contro la Juventus nella vittoria esterna della Fiorentina per 3-2 nel marzo scorso, è stato accolto da un tripudio di applausi nell'amichevole di mercoledì sera giocata al Franchi contro il Barcellona: il suo nome è da tempo accostato a società diverse da quella gigliata, ma il popolo viola ha chiaramente chiesto alla dirigenza di ritardare un'eventuale cessione del giocatore dopo i preliminari di Champions League di agosto e la prima giornata di campionato, quando la Fiorentina aprirà la stagione in casa proprio contro gli acerrimi rivali bianconeri.

"Io mi sento un giocatore della Fiorentina - ha spiegato il senegalese - e sarà così almeno fino a quando la società non cambierà idea. Sono a disposizione della squadra. È normale che quando le voci girano diano fastidio, soprattutto alle persone che ti vogliono bene. Adesso sono un giocatore della Fiorentina. Vedremo a fine mercato".

La campagna di mercato viola, che ha mantenuto in blocco l'ossatura portante della scorsa stagione con le aggiunte di forze fresche sulle fasce, rischia di togliere spazio all'ex-giocatore del Cesena, e, proprio per questo, Cesare Prandelli ha voluto testare Papa Waigo in una posizione più arretrata nelle ultime amichevoli: il senegalese non ha mal figurato e questa potrebbe rivelarsi una premessa importante per la sua possibile conferma.

Al coro dei tifosi pro-Papa Waigo si è unito anche Eraldo Stefani, console onorario del Senegal a Firenze: "Mi rivolgo a tutti - ha dichiarato con un sorriso Stefani - alla città, a Corvino, all'assessore allo sport: dobbiamo fare di tutto per tenerlo qui. Papa Waigo è un ambasciatore dello sport e della cultura senegalese e ha fatto cose bellissime nel suo Paese: fra queste anche aprire una scuola calcio per bambini".