Paul Pogba, l'ultima promessa elettorale del Barcellona

Pogba è l'ultima di una lunga serie di promesse elettorali dei candidati alla presidenza del Barcellona. Celebri i casi di Beckham, Torres e Fabregas. Intanto la Juventus è quasi rassegnata a perdere il suo asso dal giugno 2016. Questa volta la promessa potrebbe essere mantenuta

Juventus Barcellona Pogba Lapresse

Credit Foto Eurosport

Che il gioco sucio (sporco, da eloquente definizione di Joan Laporta) abbia inizio. La corsa alla presidenza del Barcellona entra nel vivo con il consueto carosello di promesse elettorali e colpi bassi sferrati alla concorrenza. La certezza è che da qui al 18 luglio -. giorno di Elecciones - ne vedremo delle belle. Molto gravita attorno al futuro di Paul Pogba, oggetto del desiderio e autentica pedina elettorale: sia Laporta che Bartomeu, i due principali candidati, hanno garantito di portarlo in Catalogna una volta eletti. Se l'uno fa valere i buoni rapporti (suoi e del candidato a direttore generale del club Eric Abidal) con l'agente del centrocampista francese Mino Raiola, l'altro fa leva sui contatti in fase avanzata tra gli attuali uomini mercato del Barça Ariedo Braida e Alberto Soler e l'amministratore delegato della Juventus Giuseppe Marotta. La voce fuori dal coro è rappresentata dal terzo incomodo Augusto Benedito, che si appella al fair play finanziario e sostiene che, alle cifre che circolano, "Pogba non è una priorità". Chi convincerà i 109.637 soci del Barcellona che il prossimo 18 luglio si recheranno alle urne?

Le cinque condizioni di Paul Pogba

Per la ricostruzione della spinosa vicenda gravitante attorno al Polpo bianconero ci viene in soccorso "Sport", quotidiano sportivo di Barcellona. Pogba ha già scelto il Barcellona come prossima tappa della sua carriera, partiamo da questo presupposto. Per "aspettare" il Barça Pogba avrebbe persino contravvenuto alla deadline fissata dalla Juventus perché il francese maturasse la decisione definitiva, ovvero il 15 luglio. Entro quella data il centrocampista bianconero avrebbe potuto accordarsi con il Chelsea (che avrebbe offerto 50 milioni più Oscar) oppure con il Manchester City (offerta "alla Bale" da 100 milioni). Pogba vuole però giocare a tutti i costi al fianco di Leo Messi; queste sono le condizioni che pone ai blaugrana (disposti a versare 80 milioni per assicurarsi il "Polpo"):
Il caso di Pogba, onnipresente nei comizi di Laporta e Bartomeu, entra nella letteratura delle promesse elettorali dei candidati alla presidenza del Barcellona. Promesse non sempre mantenute, anzi:
ELEZIONIPROMESSEPRESIDENTE ELETTOMANTENUTE?
2010FABREGAS, TORRESROSELLNO
2006NIENTE ELEZIONILAPORTA (CONFERMATO)/
2003BECKHAMLAPORTANO

Beckham, l'uomo dei sogni di Laporta e Rosell

Campagna elettorale del 2003, lotta serrata tra il favorito Lluis Bassat e il nuovo che avanza, la giunta capitanata dal Kennedy Barcelonista Joan Laporta. E' il gruppo dei los chicos de la generación PowerPoint (di cui fa parte anche il braccio destro di Laporta Sandro Rosell) opposto ai conservatori di Bassat. Nel momento culminante della campagna Rosell estrae l'asso dalla manica: "Se vinceremo noi David Beckham sarà un nuovo giocatore del Barcellona, abbiamo già l'accordo". Tesi confermata dal sito ufficiale del Manchester United. Laporta trionferà in quelle elezioni e sarà il presidente del Barça più giovane della storia del club, ma David Beckham passerà agli acerrimi rivali del Madrid (il Barça si "consolerà" con Ronaldinho). Oltre al danno la beffa per Bassat: "Ero in netto vantaggio prima che venisse fuori il nome di Beckham". Questa è la politica, bellezza...
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Beckham - Real Madrid - 2003

Credit Foto LaPresse

Villa-Torres-Fabregas, le pietre dello scandalo

Nel 2006 non si passa dalle urne: Joan Laporta viene infatti confermato essendo stato l'unico dei quattro candidati a superare abbondantemente le 1'804 firme di soci richieste per aspirare alla presidenza del club. Nel 2010 si torna invece a battagliare: a contendersi il trono (con Laporta impossibilitato a ottenere il terzo mandato consecutivo, da regolamento statutario) sono Sandro Rosell, Jaume Ferrer (delfino di Laporta dopo la rottura con Rosell), Augusti Benedito e Marc Ingla. Nel pieno della campagna elettorale la giunta del Barça chiude l'acquisto di David Villa per 40 milioni di euro. Spaccatura tra i candidati: Rosell critica una mossa ritenuta puramente elettorale ed economicamente sanguinosa, l'uomo di Laporta Ferrer la interpreta invece come una semplice conseguenza della legge della domanda e offerta. Intanto Rosell promette ai soci che avrebbe effettuato ogni sforzo per perfezionate gli acquisti di Fernando Torres e Cesc Fabregas. E viene eletto. E' il presidente più votato della storia del club (61,5%) ma di Torres e Cesc - per quest'ultimo il Barça avrebbe dovuto attendere un altro anno - nemmeno l'ombra.
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Cesc Fábregas entra al terreno de juego por Fernando Torres en el España Irlanda en la Eurocopa 2012

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