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Ibrahimovic-Milan e il rebus rinnovo: perché si, perché no

Matteo Zorzoli

Aggiornato 12/04/2022 alle 18:13 GMT+2

CALCIOMERCATO - Complice l’ennesimo stop torna attuale il dibattito sul futuro dello svedese: al Milan conviene proporre il terzo rinnovo di fila (con un adeguamento al ribasso, due/tre milioni più bonus) o no?

Ibrahimovic: "Non mollo fino a quando non vinco con il Milan"

Siamo alle solite: a causa di un sovraccarico al ginocchio sinistro, il Milan sarà orfano di Zlatan Ibrahimovic almeno nelle prossime due partite, contro Genoa in campionato e Inter in semifinale di Coppa Italia. Con l’ennesimo stop dello svedese, che fin qui ha saltato per problemi fisici 16 dei 41 match giocati dai rossoneri in questa stagione (il 39%), torna attuale il dibattito sul suo futuro a Milanello: al Diavolo conviene proporre il terzo rinnovo di fila (con un adeguamento al ribasso, si parla di due milioni più bonus) o no?
Zlatan Ibrahimovic: gli stop con il Milan

Perché sì

Ibra è unico e insostituibile: la sola presenza all’interno dello spogliatoio è sinonimo di crescita per ambiente e colleghi più giovani. Nonostante le assenze che hanno minato la sua stagione, ad oggi rimane il miglior marcatore dei rossoneri con 8 reti realizzate a pari merito con Giroud e Leao e, se il fisico regge, è ancora un cliente scomodo per qualsiasi difesa, soprattutto se inserito a gara in corso. Il suo rapporto con Stefano Pioli è molto stretto e schietto, e in futuro l'idea di proseguire senza scarpette ma con la giacca da dirigente è molto più che una suggestione. Con un accordo decisamente inferiore rispetto ai 7 milioni attuali di ingaggio, il Milan offrirebbe a Zlatan l’ultimo anno da calciatore (con la possibilità di battere numerosi record di anzianità) e metterebbe le basi per un futuro dello svedese in giacca e cravatta, al fianco di Paolo Maldini. Il Diavolo è risorto dopo anni di anonimato anche grazie al gigante di Malmoe: ecco allora che un rinnovo stile “The Last Dance” sarebbe un tributo all’uomo e al campione Zlatan Ibrahimovic.

Perché no

La carta d’identità recita 41 anni il prossimo 3 ottobre. Tra i giocatori di movimento in Serie A solo Alessandro Costacurta e Pietro Vierchwood sono andati oltre quella soglia, ma solo pochi giorni prima di ritirarsi. Complice la mancata qualificazione della Svezia ai Mondiali in Qatar, anche per un campione come Zlatan Ibrahimovic è arrivato il momento di dire basta: prima di tutto perché il suo fisico ha dimostrato di non reggere più gli impegni serrati della stagione (da dicembre 2019 ha saltato 50 partite, con un graduale peggioramento di anno in anno) e poi perché il Milan ha bisogno di guardare avanti. Lo testimoniano le ultime uscite dei rossoneri, troppo sterili in attacco anche perché con poche soluzioni, di qualità, in panchina. Non è solo una questione economica e di eventuale risparmio dell’ingaggio dello svedese: il suo addio libererebbe il posto ad uno o più giocatori più giovani. I rossoneri hanno già pagato abbastanza la presenza/assenza di Ibra quest'anno.
Il Milan deve rinnovare Ibrahimovic?
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Ibrahimovic: "Non mollo fino a quando non vinco con il Milan"

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