Calciomercato - Chiesa-Vlahovic, quale futuro? Lo scenario di una permanenza alla Juventus

Il mantra si è ripetuto per settimane: la Juventus deve vendere. Perché ha bisogno di far cassa, perché quest'anno non avrà gli introiti della Champions League. Serve un centinaio di milioni, anche più. Tutto giusto, tutto vero. Poi, però, guardi l'esordio in campionato in casa dell'Udinese e vedi che due tra i migliori in campo sono i principali indiziati a una cessione pesante: Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. La nuova coppia d'attacco di Massimiliano Allegri. Campioni con la valigia, almeno fino a poco tempo fa.

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Vlahovic, intanto. A Udine lo si è visto desideroso di cancellare un'annata con più ombre che luci. Un gol a testa, sensazioni confortanti, la maglia mostrata dal centravanti serbo ai tifosi come già era accaduto nell'amichevole di inizio mese contro il Real Madrid. Della serie: io voglio rimanere qui. Già, ma intanto la Juve ha parlato di lui con mezza Europa: il Bayern, il PSG, il Chelsea. Con i Blues diventati con il passare delle settimane il club favorito per il suo acquisto, anche e soprattutto per la presenza in rosa di Romelu Lukaku, pallino di Allegri. Poi, quasi d'incanto, tutto si è bloccato sul più bello: Big Rom è ancora a Londra che attende notizie sul proprio futuro, Vlahovic si sta riprendendo la Juve.

Il problema, come già abbiamo analizzato qualche giorno fa, è che l'affare Vlahovic-Lukaku sembra interessare solo a una delle parti coinvolte: la Juventus. Che vuole il belga, sì, ma soltanto alle proprie condizioni: dal Chelsea devono arrivare anche 40 milioni di euro, cifra che gli inglesi non hanno intenzione di spendere per un centravanti su cui il manager Mauricio Pochettino nutre così tanti dubbi. E così, tutto è in stallo totale. Con la prestazione e il gol di Udine a legare Dusan a Torino, a quella Juve che lo ha strapagato un anno e mezzo fa e che ora vorrebbe trasformarlo in un gruzzolo necessario per far respirare le proprie casse sofferenti.

E Chiesa? Sta tornando quello pre-infortunio: lo ha sottolineato Allegri, se ne sono resi conto tutti. Di lui si è parlato meno rispetto a Vlahovic, ma per entrambi il discorso è sempre lo stesso ed è stato ribadito da Cristiano Giuntoli il giorno della propria presentazione: "Di fronte a offerte irrinunciabili ci penseremo". Fin qui non sono arrivate, né per l'italiano né per il serbo. Ed è questo che sta ingabbiando la Juve, a cui non possono bastare i 20 milioni incassati dal Monaco per Denis Zakaria o i 17 milioni che la Lazio pagherà tra due anni per Nicolò Rovella. Solo un aspetto è certo: qualcosa si muoverà nei prossimi dieci giorni, ovvero prima della conclusione del mercato datata 1° settembre. In un senso o nell'altro. Intanto, però, la permanenza di entrambi sta diventando uno scenario sempre più concreto. Un bell'inghippo.

"Il Sassuolo aveva indicato una data precisa entro la quale bisognava chiudere: il 17 agosto. Perché quel giorno scadeva la nostra possibilità di acquistare il sostituto di Berardi. Ma Giuntoli non si è più fatto sentire". Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, parlava così alla Gazzetta dello Sport di sabato scorso. Un concetto ribadito alle televisioni prima della partita di campionato persa il giorno dopo contro l'Atalanta. Ma nel mercato, si sa, tutto può accadere. Anche che i neroverdi tornino sui propri passi, evitando la rottura totale con il simbolo della squadra. Ecco perché di Berardi alla Juve si continua a parlare. Ed è un tormentone che potrebbe durare fino al gong del mercato.