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Messi "falso dieci", la difesa del PSG e l'arbitro: come è nata la remuntada del Barcellona
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Pubblicato 09/03/2017 alle 09:27 GMT+1
Riavvolgiamo il nastro dell’incredibile e storica serata del Camp Nou: per arrivare a un 6-1 senza precedenti nella storia del calcio, molti tasselli sono dovuti andare al loro posto. Dall’intuizione tattica di Luis Enrique alla partita di Neymar, passando per la disastrosa prestazione difensiva degli uomini di Unai Emery. Senza dimenticarsi del signor Aytekin.
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Non era mai accaduto prima. Mai, nei 185 casi precedenti in cui una squadra era chiamata a rimontare nel ritorno un 4-0, era riuscita nell’impresa di passare il turno. Il Barcellona – sì, il Barcellona dell’uscente Luis Enrique – ha invertito la rotta. E, con il clamoroso 6-1 del Camp Nou, ha eliminato il PSG negli ottavi di Champions League. Ma come è stato possibile? Ecco quattro semplici risposte.
Il 3-3-4 di Luis Enrique
Le partite del Barcellona, in fondo, sono queste. Quelle in cui non deve preoccuparsi di difendere, ma può fare ciò che gli riesce più naturale. Attaccare, attaccare e, ancora attaccare. Luis Enrique, dopo il disastro dell’andata, ha investito massicciamente in un 3-3-4 provato già nelle ultime uscite di campionato (dove, guarda caso, anche lì ha iniziato una rimonta discreta...). Un sistema già adottato più volte da Pep Guardiola nell’ultimo anno in Catalogna. L’obiettivo diventa quello di andare all’uno contro uno con la difesa avversaria, permettendo a Lionel Messi di correre il meno possibile in fase di non possesso. E, viceversa, di agire per vie centrali in quella offensiva. Da "falso nove” a "falso dieci”, si potrebbe dire. Di certo, la mossa ha mandato completamente in tilt Unai Emery, esaltando tutte le qualità di un trabordante Neymar (il migliore in campo per distacco).
Senza Umtiti, non inquadrato, ecco il 3-3-4 del Barcellona. Neymar e Rafinha danno ampiezza alla manovra giocando molto larghi, Suarez funge da punto di riferimento offensivo. Il tutto mentre Messi va a scambiarsi posizione costantemente con Rakitic e Iniesta. Il modo migliore non solo per andare all’uno contro uno contro la difesa a quattro di Emery, ma anche per insinuare dubbi nei posizionamenti della retroguardia del PSG.
I tre difensori del Barcellona hanno passato più tempo nella metà campo del PSG che nella propria. Un'ulteriore prova del fatto che, quando i blaugrana devono "solo attaccare", hanno ben pochi problemi.
La difesa del PSG
Il lato oscuro dell’attacco a quattro blaugrana è la disastrosa gestione difensiva del PSG. Partiamo da Thomas Meunier, drasticamente rientrato su livelli mediocri dopo l’exploit dell’andata e ridicolizzato nell’uno contro uno da Neymar. Passiamo a Marquinhos, pessimo al di là dell’episodio del rigore su Luis Suarez, e Layvin Kurzawa, autore del clamoroso autogol del 2-0. Senza dimenticarsi di Thiago Silva, talmente sottotono da far rimpiangere la partita d’andata, quando fu rimpiazzato alla grande dal classe ’95 Presnel Kimpembe. Sembrava quasi che Emery non l’avesse preparata. Di certo non è stato così, ma i quattro dietro – ben poco supportati da un centrocampo incapace di tener palla (malissimo Verratti, Rabiot e Matuidi) – si sono rivelati incapaci di sostenere la pesantezza di un incontro del genere.
Thiago Silva non è riuscito in un singolo tackle e ha completato solo il 58% dei passaggi. Che dire?
L’arbitro
Possiamo vederla in tutti i modi possibili. Ma - mettiamo da parte il rigore dato per il fallo di Meunier su Neymar e quello non concesso per il mani di Mascherano (decisioni dubbie ma molto probabilmente giuste) – e teniamoci il rigore per fallo di Marquinhos su Suarez. Era il 90’, il Barcellona vinceva 4-1 ed era ancora a due gol e cinque minuti di gioco dalla qualificazione. Bene, quell’episodio ha contribuito notevolmente a far girare la partita. E, comunque la si voglia vedere, resta un penalty molto difficile da concedere. Specie se a fischiarlo è un direttore di gara come Aytekin, che aveva avuto bisogno dell’addizionale per dare il primo su Neymar.
La crisi di panico dopo l’85’
Tattica, statistiche, fattori esterni. Ma, alla fine, si arriva sempre a lì. Agli attributi, alla gestione del momento di massima tensione. Ecco, all’85’ il PSG era sopra di tre gol nel discorso qualificazione. E, sul più bello, ha ceduto di schianto, dimostrando una totale inesperienza e un’incredibile mancanza di carattere (riflessa anche nei due gol sbagliati da Edinson Cavani e soprattutto Angel di Maria). Anche per questo è stato possibile completare la rimonta più grande nella storia del calcio. Ai meriti del Barcellona vanno inevitabilmente aggiunti anche i demeriti del PSG. Solo così è stato possibile assistere alla tempesta perfetta del Camp Nou.
Dall’85’ in avanti, il PSG ha completato solo 4 passaggi. E tre di questi da quale situazione derivavano? Incredibile...
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