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Roma-Liverpool 1984: notte di sogni spezzati, di Coppe e di Campioni

Paolo Pegoraro

Aggiornato 02/05/2018 alle 11:15 GMT+2

Riviviamo assieme il film della storica finale di Coppa dei Campioni 1983/1984, quando la Roma di Liedholm perse la ghiotta chance di vincere davanti al proprio pubblico. 34 anni dopo i giallorossi cercano l'impresa titanica per lavare quell'onta.

Roma-Liverpool 1984

Credit Foto Imago

L’atmosfera

30 maggio 1984, Roma, è un ottimo giorno per essere turisti stranieri nella Città Eterna: nel tardo pomeriggio le strade del centro sono deserte e a completa disposizione, praticamente un sogno per ogni visitatore che si rispetti. È il giorno della finale Roma-Liverpool: chi non ha trovato il biglietto per lo Stadio Olimpico oppure non ha deciso di riversarsi al Circo Massimo per la liturgia collettiva e oceanica se ne sta comodamente sul divano di casa in attesa del fischio d’inizio. C’è elettricità nel caldissimo pomeriggio romana, c’è l’atmosfera di “notte di sogni, di coppe e di campioni” cantata da Venditti in "Notte prima degli esami", lato B del singolo “Ci vorrebbe un amico” che vedeva la luce proprio nella primavera del 1984. Antonello Venditti, voce e coscienza storica del tifo romano, accoglie i tifosi giallorossi accorsi al Circo Massimo con la prima parte del suo concerto: dopo la fine della partita si terrà la seconda parte dello show, organizzato nei minimi dettagli. Anche nei quartieri storici del tifo romanista, Testaccio in primis, tutto è pronto per le celebrazioni. L’attesa è finita, il fischietto svedese Erik Fredriksson decreta l’inizio della finale della Coppa dei Campioni.
Sono passato alla storia come un clown? Sono ancora qui che rido. Non so come mi saltò in mente quel balletto, improvvisai. Mi sentivo le gambe come due spaghetti flosci, anche la rete sembrava uno spaghetto e così la mangiai. (Bruce Grobbelaar)

La partita

La finale della Roma di Liedholm è tutta in salita perché in meno di un quarto d’ora il Liverpool tre volte campione d’Europa è già in vantaggio: cross di Johnston dalla destra, carica di Rush su Tancredi non vista dall’arbitro e deposito a porta sguarnita di Neal dopo pasticcio difensivo di Bonetti. Ci pensa il “bomber” Pruzzo a ristabilire il pari con sontuoso avvitamento aereo su cross di controbalzo (con il destro!) del solito Bruno Conti. La partita, tiratissima, si trascina fino ai calci di rigori assurgendo a romanzo calcistico: i capitoli più iconici sono quelli della spaghetti legs, la strampalata danza sulla linea di porta dell’estremo difensore dei Reds Grobbelaar che manda in tilt i Campioni del Mondo Conti e Graziani, e del “gran rifiuto” del totem giallorosso Falcao di calciare il rigore nella lotteria finale. Per inciso, a distanza di anni il penalty decisivo di Kennedy che proiettò in paradiso gli uomini di Joe Fagan passa quasi inosservato a confronto. I sogni cantati da Venditti si spezzano definitivamente: l’occasione unica di giocare la finale della massima competizione calcistica per club nel proprio giardino di casa viene gettata alle ortiche e il “Grazie Roma” intonato da Venditti al Circo Massimo dopo la fine del match assume toni tra lo struggente e lo straziante.
In certi momenti un campione deve fare un passo avanti, non uno indietro. (Roberto Pruzzo)
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Roma-Liverpool 1984

Credit Foto Imago

L’eredità

Il treno passa e il ciclo della Roma del “Barone” Liedholm raggiunge il capolinea quella notte. Del resto già si sapeva che il tecnico svedese avrebbe lasciato la Roma al termine della stagione; il testimone viene raccolto da un giovanissimo Sven Goran Eriksson, ma ci vorranno ben nove giornate del campionato successivo per agguantare la prima vittoria che guarda caso corrisponde all’ultima partita giocata da Falcao con la maglia della Roma. Il ciclo finisce in modo assai brusco anche per il Liverpool: l’anno successivo i Reds si ripresentano in finale di Coppa dei Campioni, ma a seguito dei tragici eventi dell’Heysel la squadra sarà squalificata per sei anni dalle competizioni continentali. Quanto alla pancia del tifo giallorosso, Roma-Liverpool resta un demone da esorcizzare: l’epilogo dell’andata della semifinale di Anfield contro l’indemoniata banda Klopp non ha certo aiutato, di certo la rimonta storica cancellerebbe l’onta di quel maledetto 30 maggio di 34 anni fa. In definitiva i sono sprecati fiumi d’inchiostro su quella partita, la nostra chiosa la vogliamo affidare a Chicco Lazzaretti dei Ragazzi della 3ª C, popolare serie tv italiana degli anni Ottanta perchè nessuno meglio di lui racchiude meglio il pensiero giallorosso in merito.
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