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Juventus, per sfatare il tabù Champions League più che Allegri ti serve Sarri

Stefano Dolci

Aggiornato 18/04/2019 alle 18:46 GMT+2

LA PROVOCAZIONE - Agnelli dopo il ko con l’Ajax ha confermato che la Juventus ritenterà l’assalto alla Champions con Allegri. Fra difficili revival (Conte), suggestioni sfumate (Zidane) e sogni destinati a restare tali (Guardiola) viene da pensare che il candidato ideale possa essere Maurizio Sarri, l’antitesi di Allegri con zero trofei in bacheca ma capace di proporre un gran calcio col Napoli.

Maurizio Sarri abbraccia Massimiliano Allegri nel corso dell'ultimo Napoli-Juventus

Credit Foto Getty Images

Ci vediamo con Andrea, con Pavel, parliamo di programmazione e conveniamo che bisogna dare una scossa a tutto l’ambiente. Non bisogna abituarsi a vincere in Italia e a sfiorare la Champions. La prima sfida non è mai certa, la seconda non è una maledizione. Provo a dire che per far crescere tutto il club, per dare uno shock positivo, proiettare la Juve oltre i suoi confini e motivare la squadra ci sono due modi: uno è comprare Icardi dall’Inter e scatenare un casino incredibile, l’altro è quello di portare Cristiano Ronaldo a Torino [Fabio Paratici, 12/2/2019, Gazzetta dello Sport]
Per il secondo anno consecutivo la Juventus è uscita ai quarti di finale di Champions League e questa volta, se è possibile, la delusione è ancor più grande di dodici mesi fa. L'eliminazione è arrivata in maniera netta e meritata contro un accecante Ajax, ed è maturata nonostante la presenza di Cristiano Ronaldo, lo specialista della Coppa Campioni, il fenomeno sbarcato all’ombra della Mole la scorsa estate per sfatare il tabù Champions e riportare la Signora sul tetto d’Europa, dove manca ormai da più di 20 anni.
Quale allenatore vorreste il prossimo anno per la Juventus?
Nemmeno il marziano di Madeira è riuscito però a rompere l’incantesimo, e nei prossimi giorni (forse settimane) Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici si dovranno riunire e trovare ancora una volta una strada per motivare una squadra e un ambiente che si è condannato a tiranneggiare nei confini italici ma a infrangersi sempre contro qualche ostacolo nell’Europa che conta. Come si rianima la squadra dopo la lezione di calcio impartita dall’Ajax? Come si motivano questa volta giocatori, tifosi e un ambiente deluso e mortificato?

Allegri confermato, la scossa arriva dal mercato?

A prima vista, la strada scelta non contemplerebbe il cambio in panchina. Massimiliano Allegri ha comunicato di avere ancora gli stimoli per guidare la squadra e Andrea Agnelli, nel post gara di Juventus-Ajax, ha assicurato che il tecnico livornese sarà l’allenatore della Vecchia Signora anche nella prossima annata. Una scelta che divide e fa discutere. Fra ipotesi di revival (Conte), suggestioni sfumate (Zidane), potenziali candidati non interessati a lasciare la squadra che allenano (Guardiola): l’impressione è che in giro non ci sia nessun allenatore sulla piazza all’altezza di un compito tanto allettante quanto complicato.

L'idea provocatoria: e se l’allenatore giusto per ripartire fosse Sarri?

Forse, a ben guardare, il candidato giusto c’è all’orizzonte, ma nessuno ha il coraggio nemmeno di proferirlo, perché rappresenterebbe davvero una rottura con quello che ha rappresentato Max Allegri e in parte anche col DNA che ha sempre accompagnato la società bianconera (“vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” cit Boniperti). Già, perché l’allenatore di cui la Juventus avrebbe bisogno attualmente è di casa allo Stamford Bridge di Londra, e risponde al nome di Maurizio Sarri. Il Comandante, colui che fa giocare bene le squadre ma non ha vinto neanche un trofeo, l’ex bancario che ha sognato di "conquistare il Palazzo" non risparmiando stilettate e punture a Madama, l’allenatore che più di ogni altro in questi anni ha proposto un calcio offensivo, moderno e aggressivo non sconfessando mai il proprio credo e le proprie idee. Sarri sarebbe quanto di più lontano da Allegri e potrebbe rappresentare quell’elettroshock che potrebbe servire alla Juventus per alzare l’asticella per almeno tre motivi che andiamo ad illustrare…

1) Ha tanta fame e voglia di dimostrare di essere un tecnico vincente

Il dominio della Juventus? Nella vita tutto finisce, quindi prima o poi finirà anche quello che vediamo in Italia [Maurizio Sarri, 29/4/2018]
Il dito medio sul pullman? Ho risposto a un gruppo di persone che ci stavano sputando e insultando in quanto napoletani, ma non c’entrano niente i tifosi juventini [Maurizio Sarri, 22/4/2018]
Tagliare i ponti col passato è rischioso ma a volte paga grossi vivendi. Ce lo hanno insegnato proprio la Juventus e il presidente Andrea Agnelli nell’estate del 2014, quando dopo il divorzio a ciel sereno con Antonio Conte, juventino fino al midollo e condottiero della resurrezione post Calciopoli, i bianconeri puntarono dritti su Massimiliano Allegri, che fu accolto dai sonori fischi e insulti di alcune centinaia di tifosi bianconeri che vedevano come fumo negli occhi l’arrivo dell’ex tecnico di Cagliari e Milan. La storia, la sfilza di successi, le due finali di Champions centrate in cinque annate hanno però raccontato altro, e riabilitato quella scelta inizialmente bollata da tutti come folle…
Scegliere Sarri darebbe adito ad ancor più critiche, anche perché oltre agli screzi, agli insulti e alle scaramucce dialettiche, il suo palmares annovera (ad oggi) il numero zero alla voce trofei vinti. Conoscendo la scorza dura dell’ex bancario toscano, però, Sarri farebbe spallucce davanti agli insulti e allo scetticismo, si accenderebbe una sigaretta nel suo ufficio e, insieme al suo staff, inizierebbe a lavorare sul campo, insegnando il suo credo e il suo modo di fare calcio.

2) Le sue squadre giocano un calcio intenso e offensivo, e in Europa questa filosofia paga

Sarrismo - La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva [Enciclopedia Treccani]
Qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa sia il bel gioco, io non lo so. A me piace vincere [Max Allegri, 1/9/2018]
L’Ajax ha dato una lezione di calcio, schiacciando la Juventus allo Stadium esattamente come, meno di un mese fa, aveva maltrattato il Real Madrid. Ha giocato con un’intensità, una spregiudicatezza, una precisione e una sicurezza nei propri mezzi sensazionale. La Juventus non ha avuto contromisure per evitare questa figuraccia perché non è abituata a dominare il gioco, fare la partita, controllare il possesso palla, pressare a tutto campo e muoversi come un’orchestra. Queste armi permettono di avere la spavalderia di giocarsela ovunque e di ribaltare anche i pronostici che sembrano più difficili.
Sarri è l’allenatore italiano che ha espresso indubbiamente il miglior calcio in Italia: un gioco fatto di palla che gira veloce, giocate in verticale, triangolazioni vorticose, pressing, difesa corta e gente che suona a memoria uno spartito che ha provato e riprovato fino allo sfinimento. La Juventus ha certamente gli uomini per giocare un calcio più intenso, più veloce e più simile a quello di Ajax, Tottenham, Barcellona o Liverpool, le quattro squadre approdate alle semifinali. Con Allegri l’impressione è che però un gioco diverso da quello coriaceo ma un po’ speculativo non lo vedremo mai. Insomma, forse per fare il salto di qualità serve un allenatore "filosofo" e non un cinico pragmatico. Perché è il calcio che lo impone…

3) Non avrebbe pretese esose sul mercato ed è specialista nel rivitalizzare i giocatori in rosa

Il mercato mi annoia. E’ un periodo che se potessi farei durare tre giorni. Io faccio un altro lavoro, alleno quelli che ho [Maurizio Sarri, 7/1/2016 Mediaset]
Sarri è come se mi avesse riscoperto. Mi ha dato fiducia e vede cose che altri non vedono. il calcio con lui è matematica e sa come farti pensare in funzione della squadra e mai in quella personale [Kalidou Koulibaly, Il Mattino 12/10/2017]
Come è possibile migliorare una rosa che alla vigilia era universalmente riconosciuta da tutti come una delle più forti a livello europeo? Dura, anche perché dopo che nella passata stagione hai preso Cristiano Ronaldo è difficile immaginarsi spese pazze da parte dei bianconeri in sede di campagna acquisti. Non serve che lo ribadiscano Agnelli o Paratici, ma basta riprendere la relazione del primo semestre dell’esercizio 18/19 della Juventus che recitava: “L'esercizio 2018/2019, attualmente previsto in perdita, sarà come di consueto fortemente influenzato dall'andamento dei risultati sportivi ed in particolare della UEFA Champions League".
Qualcosa si farà, ma Allegri dovrà metterci del suo per recuperare anche elementi che hanno un po’ deluso, specie in Europa. Ipotizzando uno sbarco di Sarri, dopo un periodo di rodaggio, si avrebbe la sicurezza di poter ottenere tanto dal punto di vista della valorizzazione della rosa. Soprattutto al Napoli, ha fatto schizzare in orbita il valore di giocatori che nella gestione Benitez si erano espressi a livelli decisamente più bassi (da Jorginho a Mertens, da Koulibaly ad Albiol passando per Ghoulam, Higuain e Callejon). In misura minore sta accadendo anche al Chelsea con i vari David Luiz, Barkley e Hazard, calciatori che - come successo in precedenza a Napoli - stanno avendo la stagione più prolifica proprio alle dipendenze del tecnico tosco-napoletano.

Una suggestione destinata a restare tale

Il Napoli è la cosa più importante vista in Italia negli ultimi vent’anni. Sarri aveva tutti giocatori sconosciuti, un fatturato minimo rispetto alla Juve che gli ha pure preso l’uomo più forte, ma ha ricordato a tutti che la bellezza è un valore, non solo un sogno. [Arrigo Sacchi, 11/6/2018, Repubblica]
Forse anche la Juventus, per ottenere la bramata Champions, dovrebbe affidarsi alla bellezza, come dice Sacchi (uno che con Allegri talvolta ha avuto da ridire in passato). Perché per la Coppa proibita potrebbe valere la pena anche di violentare la propria indole, e di prendersi un azzardo affidandosi magari alle mani di un Comandante senza trofei, ma che per un triennio ha fatto credere a una città (Napoli) e a un popolo che “in 18 si potesse fare un colpo di Stato, prendendosi il Palazzo”.
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