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La Champions del bel gioco: Guardiola il grande assente in semifinale

Simone Pace

Aggiornato 18/04/2019 alle 15:16 GMT+2

I quarti di finale hanno promosso Ajax, Barcellona, Liverpool e Tottenham: quattro squadre dal calcio propositivo, sfrontato e senza calcoli. Da Klopp a Valverde, da Ten Hag a Pochettino, vediamo chi saranno i protagonisti delle semifinali di un'edizione per certi versi rivoluzionaria. Dove, però, mancherà proprio l'allenatore che più di tutti ha segnato gli ultimi dieci anni: Pep Guardiola.

La disperazione di Pep Guardiola - Manchester City-Tottenham Champions League 2018-19

Credit Foto Eurosport

Una semifinale piuttosto prevedibile, Barcellona-Liverpool. L'altra contro ogni pronostico, Ajax-Tottenham. I quarti di Champions League hanno provocato un piccolo, grande terremoto nel calcio europeo. In semifinale approdano quattro squadre con un'identità precisa, quattro squadre che costruiscono calcio, giocano a viso aperto con coraggio e sfrontatezza a prescindere dall'avversario. Senza correre il rischio di rimanere intrappolati in un luogo comune, si può affermare fin da ora - indipendentemente da chi alzerà la Coppa il prossimo 1 giugno al Wanda Metropolitano di Madrid - che a vincere la Champions 2018-19 sarà il bel gioco. Jurgen Klopp, Erik Ten Hag, Mauricio Pochettino ed Ernesto Valverde saranno i protagonisti delle semifinali. Semifinali in cui - paradossalmente - non ci sarà il tecnico che più di tutti ha segnato gli ultimi dieci anni: Pep Guardiola.

La favola dell'Ajax di Ten Hag

I Lancieri non giocavano una semifinale di Champions da vent'anni, da quando nel 1997 vennero eliminati dalla Juventus di Marcello Lippi. Erik Ten Hag è riuscito nell'impresa di restituire l'Ajax al calcio che conta e lo ha fatto attraverso un gioco innovativo e per il momento indecifrabile per gli avversari. Sotto i colpi di De Ligt e compagni sono già caduti il Real Madrid agli ottavi e la Juventus ai quarti. E ora gli olandesi (106 reti in 30 partite di Eredivisie) non possono più nascondersi.

Il Tottenham e una semifinale che mancava da 57 anni

L'impresa degli Spurs ha un sapore speciale. Mauricio Pochettino ha guidato i londinesi verso una semifinale storica che mancava da 57 anni: l'unico precedente risaliva alla stagione 1961-62 quando il Tottenham si arrese al Benfica di Eusebio. Lo ha fatto eliminando il Manchester City e rispondendo colpo su colpo a Guardiola: noncurante delle assenze (su tutte quella di Kane), ha schierato una squadra iper-offensiva, ha reinventato la squadra dopo l'infortunio di Sissoko e ha segnato 3 gol all'Etihad centrando con merito la qualificazione.

Il calcio verticale del Liverpool di Klopp

Per la seconda stagione di fila i Reds entrano nell'elite del calcio europeo. Lo scorso anno si arresero in finale al Real Madrid di Ronaldo e Zidane (e Bale), quest'anno ci riprovano con la solita ricetta spettacolo preparata dall'ex tecnico del Borussia Dortmund: recupero palla con pressing alto e verticalizzazioni immediate con un tridente Salah-Firmino-Mané che ha pochi eguali in Europa. Meccanismi ormai oliati che funzionano in Champions, ma anche in Premier League dove il Liverpool è in piena lotta per il titolo.

Il grande ritorno del Barcellona di Messi

Sembra incredibile, ma quello del Barcellona è un ritorno. I blaugrana, infatti, non riuscivano a raggiungere le semifinali di Champions dal 2015, anno in cui trionfarono nella finale di Berlino battendo 3-1 la Juventus. A trascinare la squadra del sapiente condottiero Valverde è il solito, infinito Messi che quest'anno ha infranto un altro tabù: ai quarti non segnava da 5 anni, astinenza interrotta da una doppietta rifilata al Manchester United che ha chiuso il discorso qualificazione al Camp Nou dopo 20 minuti nel match di ritorno. Con un fenomeno del genere non si può non essere considerati i favoriti numeri uno.

Guardiola in Champions: dal 2012 a oggi solo delusioni

Tre stagioni alla guida del Manchester City con un bilancio europeo che non si può non definire in rosso: un'eliminazione agli ottavi nel 2017 per mano del Monaco e due consecutive ai quarti di finale in altrettanti derby inglesi contro Liverpool e Tottenham. Per Pep Guardiola la Champions League sta diventando una sorta di ossessione. L'ultimo trionfo è quello del 2011 a Wembley con il Barcellona di Messi, Xavi, Iniesta, Puyol e Dani Alves, una delle squadre più forti di tutti i tempi. Poi solo cocenti delusioni, prima alla guida del Bayern e poi con il City. Il destino ha voluto che, proprio nell'edizione di Champions più innovativa e rivoluzionaria della storia recente, il grande assente nel momento clou sia proprio Guardiola, il tecnico che più di tutti ha lasciato un'impronta negli ultimi dieci anni. La qualità di gioco delle sue squadre rimane altissima e parlare di flop è eccessivo. Non si può negare, tuttavia, che il rapporto tra investimenti e risultati sia decisamente negativo. Con Guardiola in panchina, il Manchester City ha speso 608 milioni di euro (dati Transfermarkt): un esborso che finora non è stato ripagato sul campo, o almeno è stato ripagato solo in parte. Con due numeri che profumano di beffa. I due acquisti più costosi delle ultime due stagioni sono stati Riyad Mahrez (67,8 milioni) e Aymeric Laporte (65). Il primo, deludente all'andata contro il Tottenham, è rimasto in panchina nella partita più delicata della stagione, il secondo ha fatto due errori grossolani spianando la strada agli Spurs. Ironia del destino, a sbarrare la strada al City è stato proprio il Tottenham, ovvero il club che proprio quest'anno ha scritto un record in Premier League chiudendo senza acquisti sia la sessione estiva che quella invernale di mercato.
StagioneSquadraCosì in Champions League
2011-2012BarcellonaEliminato in semifinale
2013-2014Bayern MonacoEliminato in semifinale
2014-2015Bayern MonacoEliminato in semifinale
2015-2016Bayern MonacoEliminato in semifinale
2016-2017Manchester CityEliminato agli ottavi
2017-2018Manchester CityEliminato ai quarti
2018-2019Manchester CityEliminato ai quarti
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