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Champions, Atalanta-Valencia 4-1: Bergamo Altissima. C'è una nuova attrazione in città, l'Atalanta

Simone Eterno

Aggiornato 20/02/2020 alle 11:30 GMT+1

Dopo la vittoria per 4-1 contro il Valencia nell'andata degli ottavi di Champions League, l'Atalanta vola a vette mai esplorate. Un viaggio la cui rotta indica chiara i quarti di finale, ma attenzione a non slacciare le cinture troppo in anticipo: con ancora 90 minuti di volo, il primo ufficiale Gasperini predica attenzione. E visti gli ultimi 20 minuti di San Siro, fa bene a farlo.

Atalanta in UEFA Champions League

Credit Foto Getty Images

"È l’Atalanta l’eccellenza italiana in Europa”. Fuori uno. Almeno per 90 minuti, possiamo definirci come buoni profeti. E no, non è una questione autocelebrativa, quanto l’incarnazione perfetta della valutazione critica che da queste pagine vi avevamo proposto soltanto 24 ore fa: “nessuno in Italia va come l’Atalanta, in poche in Europa possono dirsi così offensivamente complete, se tutto va come deve andare, insomma, non dovrebbero esserci problemi”.
E problemi, almeno in superficie, non ce ne sono stati. La notte calcistica più importante della storia di Bergamo, per 1/3 in trasferta a 40km da casa, recita testuale: Atalanta 4, Valencia 1.
Tutto è andato secondo i piani: una squadra in salute e teoricamente superiore agli avversari, un esodo felice verso il tempio San Siro, per fornire alla Milano una volta capitale del calcio mondiale sfoggio di ciò che a Bergamo, in questo momento, si fa meglio che da qualsiasi altra parte d’Italia: giocare a calcio.
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L'esultanza dei giocatori dell'Atalanta - Atalanta-Valencia Champions League 2019-20

Credit Foto Getty Images

Una serata da un certo punto di vista fin troppo perfetta, suggellata – e non è una sbandata ciò che sta per arrivare – dal gol di Cheryshev. Sì, il gol di Cheryshev. Quello che impedisce di far partire i caroselli con 3 settimane d’anticipo e tiene tutti sull’attenti.
Già perché oltre al lato straordinariamente splendente, come in tutte le medaglie più brillanti, c’è un rovescio. E il rovescio racconta di come inevitabilmente, questa squadra, di tanto in tanto, conceda. Se non lo facesse sarebbe il Barcellona di Pep Guardiola. Invece lo fa. E lo ha fatto anche nel pirotecnico 4-1 del Mezza. Nel primo tempo, ad esempio, quando i due esterni del Valencia, molto alti e molto larghi, impedivano alla Dea di alzare il baricentro come avrebbe voluto, regalando una partita assai più equilibrata di quanto abbia detto il risultato finale; e dal 60’ in poi, quando con mezz’ora di anticipo i nerazzurri han fatto partire la festa, allentando la morsa sulla partita, scollandosi, distraendosi un po’ oltre il lecito e ringraziando in buona sostanza la generosità del numero 22 Maxi Gomez, sciagurato nei suoi errori sottoporta che avrebbero potuto scrivere ben altro parziale.
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Maxi Gomez a testa bassa dopo la seconda clamorosa occasione non sfruttata in Atalanta-Valencia di Champions League

Credit Foto Getty Images

E allora ben venga quel gol, appunto, che tiene vivo il ritorno. Perché gli anni recenti di questa competizione ci hanno raccontato di quanto sia diventato assai più comune nel footballribaltareun risultato rotondo: il Barcellona con il PSG; la Roma col Barcellona; la Juventus con l’Atletico Madrid; il Liverpool col Barcellona. Gare date per scontate dopo l’andata e clamorosamente ribaltate con il connubio maxi-dormite + mini-imprese che hanno scritto di 6-1, di 3-0, di 3-0 e di 4-0 in grado di resuscitare chi aveva già subito il funerale. E non solo mediatico.
Lo sa bene anche Gian Piero Gasperini, che in vista dell’altro esodo bergamasco di metà marzo verso il Mestalla – inevitabilmente meno numeroso di quello di ieri sera a Milano – ha prontamente avvertito, dopo 30 secondi di conferenza stampa iniziata con l’ormai consueto applauso, come “una squadra che vuole arrivare ai quarti deve avere una personalità tecnica alta; e non cadere in questi tipi di errori che là potrebbero essere più pericolosi”, riferendosi chiaramente ai 20 minuti finali di partita assolutamente da evitare al ritorno.
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La vista di Bergamo da Porta San Giacomo. Bergamo Alta non è l'unica meraviglia della città: ora c'è anche l'Atalanta di Gian Piero Gasperini

Credit Foto Imago

Il resto però non cambierà di una virgola: l’Atalanta, questa Atalanta, resta padrona del proprio destino. Una squadra ormai di dimensione internazionale; consapevole che se giocherà come nei primi 60 minuti di San Siro, non ci saranno problemi. Perché dopo Bergamo Alta, in città c’è evidentemente un’altra attrazione: Bergamo Altissima. Le indicazioni per arrivarci portano a Zingonia, la cui attuale rotta è un piano di volo in direzione quarti di finale con scalo a Valencia.
L’Atalanta tra le prime 8 squadre d’Europa.
Solo a pensarlo, qualche anno fa, vi avrebbero rinchiuso.
Oggi mancano 90 minuti e ci sono 3 gol di vantaggio da gestire. Vietato slacciare le cinture fino ad avvenuto atterraggio.
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Gasperini: "Il 4-1 è un ottimo risultato, ma la qualificazione è ancora da conquistare"

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