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Daniel Wass: "Terribile aver giocato quel match con l'Atalanta: abbiamo portato il virus in Spagna"

Daniele Fantini

Aggiornato 05/05/2020 alle 14:16 GMT+2

Daniel Wass, esterno danese del Valencia, vede nella partita disputata il 19 febbraio contro l'Atalanta a San Siro uno dei canali di trasmissione principale del coronavirus in Spagna. A metà marzo, la società aveva comunicato che il 35% dei giocatori era positivo al covid.

Daniel Wass of Valencia, Marten de Roon of Atalanta Bergamo during the UEFA Champions League match between Atalanta Bergamo v Valencia at the Stadio San Siro on February 19, 2020 in Milan Italy

Credit Foto Getty Images

Quel 19 febbraio, a San Siro, c'erano 44.236 spettatori a festeggiare la vittoria dell'Atalanta per 4-1 sul Valencia nella gara d'andata degli ottavi di finale di Champions League. Il 16 marzo, alla chiusura delle operazioni calcistiche, lo stesso Valencia annunciava come il 35% dei giocatori in rosa fosse risultato positivo al test per il coronavirus: tra questi, anche Jose Gaya, Ezequiel Garay ed Eliaquim Mangala, tutti guariti. Secondo una ricostruzione di Cadena Ser, confermata anche dalle stesse parole del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e dal direttore del reparto di rianimazione dell'ospedale Giovanni XXIII, Luca Lorini, quella partita è stata un grande acceleratore del contagio.

Wass: "Abbiamo portato il virus in Spagna dopo la partita con l'Atalanta"

Daniel Wass, esterno danese della formazione spagnola, in campo in entrambe le partite contro l'Atalanta, ha raccontato la sua esperienza parlando a TV3.
Aver giocato quella partita contro l'Atalanta ha portato a conseguenze terribili. Molti di noi hanno contratto il coronavirus e molte persone hanno poi portato il virus in Spagna.
"Oggi mi piacerebbe essere in Danimarca - ha proseguito -: mia moglie e i miei due figli sono lì. Crediamo che, dopo tutto, la Danimarca sia più sicura della Spagna. In Spagna ci sono stati moltissimi morti e gli ospedali sono saturi. Siamo stati in quarantena per sei settimane e sono stati momenti difficili, soprattutto quando parlavo con i miei famigliari in Danimarca: loro potevano uscire, andare a passeggiare, mentre io dovevo restare chiuso in casa".

Atalanta-Valencia, un acceleratore pazzesco del contagio

Durante il periodo di massima emergenza nella bergamasca, il dottor Luca Lorini aveva dichiarato: "Sono certo che 40.000 persone che si abbracciano e si baciano mentre sono a un centimetro l'uno dall'altro, quattro volte perché l'Atalanta ha segnato quattro gol, è stato un acceleratore pazzesco del contagio. Ora siamo in guerra. Quando sarà finita, vedremo quante delle 40.000 persone andate alla partita sono diventate infette. Ora, abbiamo altre priorità".
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