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Le 5 verità di Liverpool-Napoli 1-1: Klopp soffre Ancelotti, ora i Reds rischiano grosso

Simone Pace

Pubblicato 28/11/2019 alle 07:14 GMT+1

Il pareggio di Anfield è un risultato importantissimo per gli azzurri che, proprio nella notte più delicata della stagione, ritrovano i suoi uomini chiave come Allan, Koulibaly e Mertens. Il tecnico conferma di avere in pugno la squadra. E ora Insigne rischia di diventare una riserva di lusso.

Roberto Firmino e Allan - Liverpool-Napoli Champions League 2019-20

Credit Foto Getty Images

1) Jurgen Klopp soffre il Napoli

All'andata al San Paolo era arrivato un secco 2-0 firmato Mertens e Llorente, al ritorno ad Anfield è maturato un pareggio pesantissimo che vale una seria ipoteca sul passaggio agli ottavi di finale. Il Napoli sa come far soffrire il Liverpool di Klopp e il tecnico tedesco ne è perfettamente consapevole: quella macchina da calcio che sanno essere Salah e compagni si inceppa al cospetto di un avversario ben messo in campo e tosto. "Il Napoli ha giocato in maniera diversa rispetto al solito, è stato molto chiuso. Giocare contro di loro è sempre difficile", le parole di Klopp nel post partita.

2) Allan, Koulibaly e Mertens, che risposte dai senatori!

Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, si dice. Non può essere un caso, quindi, che proprio nella trasferta più difficile della stagione a salire in cattedra siano stati i senatori della squadra. La prova di Allan è stata a tratti mostruosa, quella di Koulibaly perfetta per sicurezza e precisione negli interventi. Per non parlare di Mertens, lucido e implacabile al momento di trafiggere Alisson con un gol solo apparentemente facile. Difficile dire se il pareggio di Anfield possa rappresentare la svolta di una stagione ancora lunghissima: quel che è certo è che nello spogliatoio azzurro si rema (o si è tornati a remare, se preferite) tutti dalla stessa parte.

3) Ancelotti ha in pugno la squadra

Che Carlo Ancelotti sia un grande gestore di uomini e spogliatoi non lo si scopre certo adesso. Ancora una volta il tecnico ha dimostrato di essere l'uomo giusto per affrontare situazioni ingarbugliate e paludose come questa nella quale si è ritrovato il Napoli. Anfield campo impossibile e da temere? Al contrario, una tappa stimolante da affrontare senza paura e con idee chiare: sembra essere stato questo il messaggio inviato ai giocatori che, dal canto loro, l'hanno recepito alla perfezione. Quello contro il Liverpool è stato un capolavoro psicologico di Ancelotti che a fine partita si è mostrato ancora più sicuro di sé: "È certo che abbiamo giocato male, ma è anche certo che torneremo sui nostri livelli".

4) Insigne rischia di diventare una riserva

Da capitano a riserva? Rischia di diventare questa la parabola di Lorenzo Insigne che, escluso dalla lista dei convocati per la trasferta di Liverpool per un problema al gomito, sta vivendo il suo momento più basso da quando indossa la maglia del Napoli. Le sue prestazioni in campo nelle ultime settimane non sono state all'altezza della situazione e il feeling con i tifosi è scarso (per usare un eufemismo). Il Napoli visto ad Anfield, in una sorta di 3-5-2 mascherato, potrebbe essere riproposto anche in campionato: e in quel caso per Insigne diventerebbe difficile tornare a essere un titolare inamovibile.

5) Il Liverpool ora rischia tantissimo

A 90 minuti dal termine della fase a gironi di Champions, nel gruppo E si è creata una situazione di classifica che in pochi avrebbero potuto prevedere. L'ultima giornata propone Napoli-Genk e Salisburgo-Liverpool. Alla squadra di Ancelotti basterà un pareggio contro i belgi già eliminati per avere la certezza della qualificazione agli ottavi di finale, mentre i Reds campioni d'Europa in carica non possono permettersi passi falsi alla Red Bull Arena: se la squadra austriaca di Haaland dovesse vincere (anche con un solo gol di scarto senza subire più di 2 gol) passerebbe il turno ed eliminerebbe proprio gli inglesi. Sarebbe un evento clamoroso anche dal punto di vista statistico, considerato che è dall'edizione 2012-13 che la squadra campione d'Europa in carica (all'epoca il Chelsea) non viene estromessa nella fase a gironi.
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