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Le 5 verità di Shakhtar Donetsk-Atalanta 0-3: Gasperini maestro in Europa, Dea mina vagante

Simone Pace

Aggiornato 12/12/2019 alle 10:58 GMT+1

L'allenatore dei nerazzurri è l'artefice di un'impresa che entra di diritto nella storia del club bergamasco e del calcio italiano: il suo gioco è efficace e spettacolare anche in Champions. Gomez si conferma leader tecnico e trascinatore, Gosens e Castagne sono armi micidiali. E dopo la festa l'Atalanta si prepara al sorteggio di lunedì 16 dicembre a Nyon.

La gioia incontenibile dei giocatori dell'Atalanta

Credit Foto Getty Images

1. Gasperini, la forza del gioco e delle idee

C'è Bergamo bassa, Bergamo alta e - dopo Kharkiv - Bergamo altissima. A lanciare in orbita un'intera città è Gian Piero Gasperini, l'artefice di una delle più belle imprese calcistiche della storia recente. Dopo avere portato l'Atalanta a giocare la Champions League per la prima volta nella sua storia, il tecnico si è reso protagonista di un ulteriore miracolo, impensabile dopo le 3 sconfitte nelle prime 3 partite: la Dea, incredibile ma vero, è agli ottavi di finale del torneo calcistico per club più importante e prestigioso del mondo. Un obiettivo che Gasperini ha raggiunto attraverso il Gioco con la G maiuscola, senza rinunciare nemmeno per un attimo alle sue idee e alla sua voglia di proporre calcio. Nemmeno dopo lo 0-4 di Zagabria e l'1-5 di Manchester. Chapeu a un maestro di calcio, che a 60 anni ha vissuto la notte più bella (finora) della sua carriera.

2. Atalanta mina vagante agli ottavi

Entrata di diritto nel club delle 16 regine d'Europa, adesso l'Atalanta si gode giustamente il momento. Poi sarà il momento di pensare al sorteggio di Nyon in programma lunedì 16 dicembre alle 12 (diretta su Eurosport 1). Gomez e compagni lo vivranno in assoluta serenità, consapevoli di essere forse già andati oltre i propri limiti. Le probabilità di incontrare una big d'Europa (Liverpool, Barcellona, Bayern Monaco o PSG) sono alte. Eppure la voglia di giocarsi una partita di alto livello è tanta, tantissima. La città di Bergamo vivrà un'attesa spasmodica fino a febbraio, anche perché dopo Kharkiv gli uomini di Gasperini sono diventati a tutti gli effetti la mina vagante della Champions, non hanno nulla da perdere e proprio per questo potranno dare fastidio a chiunque. Perché "giocare con l'Atalanta è come andare dal dentista, è durissima". Parole di Pep Guardiola.

3. Gomez capitano e leader

Descrivere a parole la prestazione di Alejandro Gomez a Kharkiv in termini di personalità, continuità e incisività nelle giocate è impresa davvero ardua. Contro lo Shakhtar Donetsk il Papu ha giocato una partita totale, onorando nel migliore dei modi la fascia da capitano che porta stretta intorno al braccio. Un trascinatore in campo, un leader vero riconosciuto dai compagni che lo cercano appena ne hanno l'occasione perché sanno che dai suoi piedi può sempre nascere qualcosa. Appare quasi logico, quindi, che l'azione dell'1-0 di Castagne sia partita dal suo ispiratissimo piede destro. "Tutti veniamo dal basso, qua non c'è nessun campione, qua è tutto lavoro e sacrificio", ha detto a fine partita l'argentino, che campione forse non è, ma che la differenza continua a farla anche in Champions.

4. Castagne e Gosens armi micidiali

Si diceva del Gioco di Gasperini, quel 3-4-2-1 che manda in tilt le difese di Serie A e funziona anche oltre confine. Le tante, tantissime partite da incorniciare dell'Atalanta delle ultime stagioni hanno un comune denominatore: il lavoro degli esterni. Castagne, Hateboer e Gosens sono vere e proprie armi micidiali. Prendiamo la prova di Castagne contro lo Shakhtar: una spinta continua sulla destra, un'incredibile capacità di proporsi, di dettare il passaggio e di arrivare al cross o alla conclusione. Stesso discorso per Gosens dalla parte opposta: il tedesco è una spina nel fianco delle difese avversarie. Proprio Castagne e Gosens hanno aperto e chiuso il conto a Kharkiv e non a caso Gasperini chiede ai due esterni di seguire sempre l'azione che nasce dalla fascia opposta: quante volte abbiamo visto andare a segno Gosens su cross di Castagne o Hateboer e viceversa? Un marchio di fabbrica di questa Atalanta che non finisce di stupire.
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Robin Gosens (Atalanta) festeggia il 3-0 contro lo Shakhtar Donetsk - 2019

Credit Foto Getty Images

5. Bergamo orgoglio d'Europa

C'è un altro dato che rende ancora più entusiasmante l'approdo dell'Atalanta agli ottavi di finale di Champions League. Con i suoi 120mila abitanti, infatti, Bergamo è la città più piccola rappresentata nella fase a eliminazione diretta. La Dea è l'orgoglio di una città e dell'intero calcio italiano: era dall'edizione di Champions 2011-12 che il nostro Paese non schierava 3 squadre agli ottavi (in quell'occasione erano Milan, Inter e Napoli). Segnali di rinascita.
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