Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Le 5 verità che ci ha lasciato Dinamo Kiev-Juventus: Morata e l'idillio bianconero

Enrico Turcato

Aggiornato 21/10/2020 alle 11:13 GMT+2

Lo spagnolo ha un feeling esagerato con la Juventus e le serate di Champions. Buon esordio di Chiesa, nessun caso Dybala. La Dinamo Kiev é una squadra modesta.

Juventus' Spanish forward Alvaro Morata celebrates

Credit Foto Getty Images

1) Morata e quel feeling con il bianconero: è già un riferimento

Detiene, insieme alla leggenda Alessandro Del Piero, il primato di gare a segno consecutivamente con la maglia della Juventus in Champions League: cinque, realizzati a cavallo delle stagioni 2014/15 e 2015/16. Ha messo a referto più della metà delle sue reti nella competizione (9 su 17) in bianconero, in sole 21 partite. E con la doppietta di Kiev ha già fatto capire che nelle serate di Coppa Pirlo può fare affidamento su di lui. Alvaro Morata is back. Ed è tornato a modo suo, da castigatore, da punto di riferimento offensivo. Il feeling con il club piemontese è rimasto alterato e pare lo stesso di quattro anni fa.
picture

Pirlo: "Morata ora è un uomo non il ragazzino del Real"

2) Juve non ancora al top, ma contava vincere

Non ancora brillante, non ancora continua, ma sicuramente più solida e pericolosa. La Juventus di Kiev ha fatto qualche passo in avanti rispetto alle uscite di Roma e di Crotone. Meno sbilanciata, più frizzante, anche se a tratti e non per tutti i 90 minuti. Almeno tre nitide occasioni create oltre ai due gol segnati. E l'unica parata Szczesny l'ha effettuata al minuto 92. Mancano ancora giocatori (Ronaldo e De Ligt su tutti), manca ancora la condizione di tanti (Dybala e Bentancur su tutti), ma qualche segnale è arrivato e la voglia di dominare possesso e gioco si è vista.

3) Dinamo Kiev modesta, rischio ultimo posto

Qui c'è l'altro lato della medaglia. La Dinamo Kiev di Lucescu è una squadra modesta, con poche individualità interessanti, abbastanza giovane e che non pare aver leader con la personalità giusta per giocare la Champions. Vedremo la prossima giornata contro il Ferencvaros, ma quella ucraina è tutt'altro che una corazzata e quindi il successo bianconero va calibrato sulla forza dell'avversario. Giocare in trasferta in Europa non è comunque semplice per nessuno.

4) Chiesa in crescita, porta energia e dinamismo

Determinato, concentrato, largo a sinistra e pronto a rientrare sul destro. Chiesa ha mostrato le sue doti di "runner" nel match di Kiev. Corsa, cross, voglia. Caratteristiche che Pirlo cercava. L'azione del primo gol parte da un suo spunto, due dei tre tiri della prima frazione bianconera portano la sua firma. Un buon esordio e la conferma di poter essere un'arma da sfruttare. Titolare sempre? Questo lo vedremo, perché la concorrenza in bianconero è alta.

5) Dybala non è un caso, ha bisogno di giocare

Dentro al 56' per Kulusevski. Poco più di mezz'ora per Joya, al suo debutto stagionale. Dopo il Covid, dopo l'infortunio, dopo i problemi intestinali, ecco finalmente Paulo Dybala. Il numero 10 della Juventus ha trotterellato, messo minuti nelle gambe, giocato da seconda punta alle spalle di Morata. Nessun caso, dunque, ma solo bisogno di tempo, di entrare nei meccanismi di questa nuova Juve e di migliorare la sua condizione fisica dopo i vari malanni. Dybala sta tornando.
picture

Pirlo: "Dybala fondamentale. Lo vedo punta o tra le linee"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Match collegati
Pubblicità
Pubblicità