Champions League, Le 5 verità di Villarreal-Juventus 1-1: buon pareggio per la Juve, ma c'era margine per vincere
Aggiornato 23/02/2022 alle 09:57 GMT+1
CHAMPIONS LEAGUE – La squadra di Allegri avrebbe potuto sfruttare meglio il vantaggio. Prestazione dai due volti, contro una squadra modesta e priva di grandi individualitá. Rabiot rimane un enigma, Vlahovic un predistinato, pesante il ko di McKennie.
Villarreal-Juventus, match valido per l’andata degli ottavi di finale di Champions League, si è concluso col punteggio di 1-1. Vediamo qui insieme le 5 veritá del match dell'Estadio de la Ceramica.
1) Juventus, si sarebbe potuto fare qualcosa in più
Un pareggio per 1-1, fuori casa, senza due colonne come Dybala e Chiellini. Al netto del cambio della regola del gol in trasferta, non è un brutto risultato per la Juventus, che però esce dall'Estadio de la Ceramica con qualche perplessità di troppo. Il gol immediato di Vlahovic aveva spianato la strada alla Vecchia Signora, che ha disputato un buon primo tempo e poi è calata, abbassandosi troppo e subendo il pari di Parejo. Allegri alla vigilia ha ammesso che non avrebbe disdegnato questo risultato ed è stato accontentato. La gestione al risparmio, però, unita alla scarsa proposta di gioco, alimentano quache dubbio sull'effettivo valore della Juve. La sensazione è che la Juve avrebbe potuto fare qualcosina di più.
2) Villarreal modesto, ma in trasferta è pericoloso
La squadra di Emery è stata colpita a freddo, è rimasta in partita e nella ripresa ha attaccato, trovando il meritato gol del pareggio. Non ha impressionanto il Villarreal, squadra "normale", senza stelle vere e proprie e con tanti giocatori dalla scarsa esperienza internazionale. Una formazione nel suo complesso modesta, che però dà il meglio di sè fuori casa, come dimostra il successo a Bergamo nella fase a gironi. Qualificazione apertissima, occhio a sottovalutare troppo gli spagnoli.
3) Vlahovic predestinato: va gestito per il ritorno
Il serbo non ha tradito le attese e dopo poco più di 30 secondi ha messo la sua firma sulla "prima" più attesa. È il giocatore della Juventus che ha impiegato meno tempo (32 secondi) a segnare il suo primo gol in Coppa dei Campioni/Champions League; è inoltre il primo bianconero a segnare all'esordio nella moderna Champions nella fase a eliminazione diretta. L'ex viola, inoltre, (22 anni, 25 giorni) è il secondo giocatore più giovane a segnare all'esordio in Champions League con la Juventus dopo Alessandro Del Piero (20 anni 308 giorni). Numeri che certificano la caratura di un potenziale fuoriclasse. Allegri sa bene che per la gara di ritorno a marzo andrà gestito: Vlahovic è fondamentale per mantenere vive le speranze bianconere di passare il turno.
4) Il mistero Rabiot, titolare per tutti, nonostante le prestazioni
112 presenze in tre anni di Juventus. Titolare con Sarri, con Pirlo, con Allegri, persino nella Francia di Deschamps. Adrien Rabiot è stimato da gran parte degli allenatori, ma in campo continua a deludere. Un centrocampista che non ha tiro da fuori, si inserisce di rado, non è forte nel gioco aereo, non ha ritmo e che contro il Villarreal ha perso totalmente la marcatura di Parejo, permettendo al suo pari ruolo di siglare la rete del definitivo 1-1. Un altro errore imperdonabile per lui e per la Juventus. Non è più giustificabile.
5) McKennie perdita pesante, ora Allegri deve cambiare qualcosa
Frattura a secondo e terzo metatarso del piede sinistro. Almeno due mesi di stop. L'infortunio occorso a Weston McKennie è più serio che mai e complica i piani della Juventus e di Allegri. Ora il tecnico toscano dovrà inventarsi qualcosa per sopperire alla prolungata assenza di uno dei migliori centrocampisti in rosa, l'unico capace di inserirsi con frequenza, un instancabile corridore che vede la porta. Una perdita pesantissima, che costringerà lo staff tecnico bianconero a modificare anche il proprio gioco. Non esiste un altro McKennie nella rosa della Juve.
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