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Champions League: Milan, tre motivi per sognare l'impresa contro il PSG

Matteo Zorzoli

Pubblicato 25/10/2023 alle 11:28 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - La squadra allenata da Luis Enrique è al momento terza in Ligue 1 (alle spalle di Monaco e Nizza) e sta vivendo un momento di transizione dopo gli addii di Messi, Neymar, Verratti e Sergio Ramos

L'esultanza del Milan al gol di Pulisic contro la Lazio

Credit Foto Getty Images

Dopo il ko di San Siro firmato dall'ex Locatelli, il Milan vola a Parigi per il primo round contro il PSG. I rossoneri affronteranno Mbappè e compagni mercoledì 25 allo Stadio dei Principi (appuntamento alle 21), per poi attenderli, a distanza di due settimane, al Meazza, il 7 novembre. Un doppio confronto che, sulla carta, vede la squadra di Stefano Pioli sfavorita (si aggiungono anche le assenze di Loftus-Cheek e Chukwueze e la preoccupante mancanza di gol in questa edizione), ma scopriamo insieme su quali basi possono poggiare le speranze di un'impresa oltralpe del Diavolo. La missione è quella di provare a fare punti e giocarsi la qualificazione nelle ultime tre gare (oltre al "ritorno" con il PSG, Dortmund in casa, Newcastle in trasferta). A quota "nove" si può sognare di rientrare tra le prime due del girone che per ora si è dimostrato imprevedibile: Parigi non sarà quindi decisiva, ma resta una tappa importante che può sparigliare le carte europee del Milan.

1) Dopo la batosta, la reazione

E' successo dopo il pesantissimo 5-1 subito dall'Inter un mese fa: ambiente e giocatori sembravano tramortiti dalla batosta sul campo e soprattutto dal valore simbolico della manita rifilata dai cugini, ma hanno trovato la forza di rialzarsi, infilando un filotto positivo in campionato che li ha addirittura riportati in vetta solitaria per una giornata (ora sono a -1 dall'Inter). In Champions non hanno brillato, vero (vedasi lo 0-0 casalingo contro il Newcastle), ma non sono nemmeno caduti davanti al Muro Giallo di Dortmund. I valori aggiunti del "gruppo" e del "riscatto", spesso citati nelle conferenze di Pioli, possono e devono essere un fattore nella trasferta oltralpe all'apparenza proibitiva. Il Milan deve aggrapparsi ai suoi big (Giroud, Leao, Theo e Maignan - gli ultimi due grandi assenti nel deludente 0-1 contro la Juventus). Tante volte in passato la resilienza è stato il fiore all'occhiello del Piolismo. Di certo il cinismo deve essere la stella cometa per il reparto offensivo che nelle ultime tre partite ha segnato un solo gol su 33 tentativi verso la porta...
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2) Il PSG non è impeccabile in difesa

Cinque clean sheet su 11 uscite stagionali tra campionato e Coppa (e 10 gol subiti dall'ex Donnarumma, in pratica uno a partita). Il cortocircuito che ha sbattuto Luis Enrique in prima pagina sui quotidiani francesi è stato il 4-1 rifilato dal Newcastle nell'ultima di Champions. I colleghi di Eurosport Francia hanno definito l'approccio del PSG di quella sera come quello di "una squadra che si rifiuta di lottare" con "un assetto ultra-offensivo con quattro attaccanti" che ha permesso ai Magpies di sfruttare le ripartenze e di festeggiare il ritorno nell'Europa che conta dopo 20 anni addirittura con un poker contro il club dello Sceicco. Mercoledì "Lucho" dovrebbe schierare una retroguardia con Hakimi-Skriniar-Marquinhos-Lucas Hernandez: la sfida tra il terzino marocchino ex Inter (devastante in spinta, meno attento ai compiti difensivi) e Rafael Leao potrebbe essere la chiave della partita del Diavolo. Come, ovviamente, il mismatch Mbappè-Calabria (o Kalulu) lo sarà per il PSG.
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3) PSG, una stagione fisiologicamente di transizione

Dopo una partenza burrascosa (con gli addii di Messi, Neymar, Verratti e Sergio Ramos, colonna portante della rosa), in cui l'ex ct della Spagna Luis Enrique aveva addirittura minacciato di fare subito le valigie per incomprensioni con la dirigenza, l'ambiente parigino sembra essersi assestato in un'apparente calma di fondo. Non sono mancate le sfuriate di Lucho con la stampa ("Vedi solo le cose negative, sei il giornalista più pessimista della storia. Una volta vincemmo 4-1 e tu dicesti che meritavamo di perdere") e le frecciatine tra lo stesso allenatore e Kylian Mbappé, il grande protagonista dell'estate di calciomercato. Per il bene della squadra il rinnovo della stella francese è tornato a essere una faccenda "privata" tra il club e gli agenti (il contratto è in scadenza il prossimo 30 giugno), non più un argomento all'ordine del giorno nello spogliatoio e, soprattutto, un alibi per il 24enne.
Il Milan gioca col 4-3-3 sa giocare con e senza palla, sa fare le due fasi ma qualche volta hanno cambiato. E' una squadra duttile. L'hanno fatto l'anno scorso col Tottenham, se non sbaglio anche in campionato. Una delle opzioni che conosciamo è che loro possono sempre cambiare. Noi cercheremo di attaccare alla stessa maniera ed eventualmente adeguarci ai loro cambiamenti [Luis Enrique]
In campionato, guardando i numeri, dopo l'esclusione all'esordio con il Lorient, Mbappé ha segnato 7 gol in 4 partite consecutive per poi incepparsi e tornare a segnare dopo più di un mese nel tris allo Strasburgo di sabato scorso. Un rendimento altalenante. Luis Enrique si affida a lui dal punto di vista realizzativo perchè chiunque sarà il suo partner in attacco mercoledì nel 4-4-2, l'ex Eintracht Kolo Muani o il classe 2001, Goncalo Ramos in prestito dal Benfica, non ha fin qui brillato (due gol a testa). Fisiologicamente, i parigini stanno vivendo un avvio di stagione che ha tutti i connotati della "transizione" e il primo big match in Champions League sarà un banco di prova importante per capire se le vecchie ruggini sono superate.
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