Brest ancora imbattuto in Champions: Higuain, i pirati, lo stadio, 6 curiosità sulla Cenerentola del torneo

CALCIO - La squadra francese, vera e propria Cenerentola della Champions League (è alla sua prima apparizione) è ancora imbattuta dopo quattro turni: 2-1 allo Sturm Graz, 0-4 in casa del Salisburgo, 1-1 con il Bayer Leverkusen in casa e 1-2 a domicilio dello Sparta Praga. Proviamo a scoprire insieme alcune delle curiosità più interessanti che la riguardano, prima del crash-test con il Barcellona.

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Liverpool 12 punti, Sporting, Monaco, Brest, Inter 10. La classifica di Champions League in questo momento dice abbastanza poco, visto che sono andati in archivio appena quattro turni, ma i nomi che compaiono in cima a questa lista sono abbastanza d'impatto: niente da dire su Liverpool e Inter, spesso tra le formazioni più rinomate a questi livelli, fanno più impressione gli altri nomi, in particolare quello del Brest. La squadra francese, vera e propria Cenerentola della Champions League (è alla sua prima apparizione) è ancora imbattuta dopo quattro turni: 2-1 allo Sturm Graz, 0-4 in casa del Salisburgo, 1-1 con il Bayer Leverkusen in casa e 1-2 a domicilio dello Sparta Praga. Un ruolino di marcia che indubbiamente ha sorpreso tutti, anche i più grandi estimatori di questo piccolo club che cerca un posto tra le grandi. Proviamo a scoprire insieme alcune delle curiosità più interessanti che lo riguardano, prima del crash-test in programma oggi contro il Barcellona allo Stadio olimpico Lluís Company.

1 - Prima volta in Champions

"Cenerentola" dicevamo: tutto confermato, appena due anni fa il Brest, club di una cittadina di 140mila abitanti, lottava per la salvezza in Ligue 1, invece oggi lotta con le grandi d'Europa nel torneo più importante di tutti a livello di club europei. Il terzo posto raggiunto lo scorso anno in Ligue 1 è storico: mai il club bretone aveva raggiunto una vetta così alta nella sua storia. Al massimo per lo Stade Brestois 29 (questo il nome completo) era arrivato un ottavo posto nel 1986/1987, mentre dal 2013 al 2019 hanno viaggiato in seconda divisione francese e l'anno precedente "I Pirati" avevano chiuso in 14a piazza. Cosa è cambiato? in tanto danno il merito maggiore all'allenatore Eric Roy (di cui parleremo dopo), ma è tutto il club ad essere cresciuto grazie anche alla gestione del ds dei Rouges et Blancs, Grègory Lorenzi. Una squadra che ha puntato su un mix di esperienza e forze fresche ma comunque risultando la terza rosa più vecchia della scorsa Ligue 1. "Stabilità" è una parola che torna, soprattutto in un momento per i club francesi molto ballerino dal punto di vista economico e di progettualità.
Ci stiamo divertendo molto, cercando di dimostrare che a Brest possiamo anche giocare a calcio. Siamo molto felici, prendiamo i tre punti, è pura gioia" (Ludovic Ajorque a Canal +)

2- Éric Roy, dalla scrivania al campo

L'allenatore, dicevamo: in realtà "allenatore" è una parola grossa, visto che il signore in questione ha assunto il ruolo di mister solo a gennaio 2023, 12 anni dopo la sua prima e unica esperienza in panchina (ai tempi guidava il Nizza) all'età di 56 anni. In mezzo, ha fatto tutt'altro: l'ex calciatore di Lione, Marsiglia e Sunderland infatti aveva lasciato i panni di calciatore per vestire prima quello di direttore del marketing e poi come direttore sportivo del Nizza, prima di passare a quello di allenatore. Carriera discreta, ma non è il "suo": sostituito da René Marsiglia, torna prima a fare il direttore generale e poi - dopo la separazione dal Nizza - cambia spesso tra il ruolo di opinionista tv (BeIN Sports e France Télévisions) e quello di direttore sportivo (Lens, Watford). Il richiamo della panchina è fote però ed ecco l'inizio dell'avventura al Brest: difesa solida e modulo che varia dal 4-3-3 al 4-2-3-1, proponendo un gioco di movimento e concretezza. A rimetterci sono alcune delle formazioni più blasonate - Nizza, Lens, Marsiglia e Lione - costrette a cedere il passo.
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Eric Roy

Credit Foto Getty Images

Eric gestisce questa squadra alla perfezione e sta ottenendo qualcosa che nessuno si aspettava. Per qualcuno che si era allontanato dal calcio, questa è una bellissima ricompensa. Continueremo a seguire questa squadra di Brest con piacere in questa competizione." (Alain Giresse, consulente calcistico per Europe 1)

3 - Stadio da 15mila posti ma in Champions gioca a Guingamp

In attesa del nuovo stadio (atteso per il 2027), il Brest ha trasformato il proprio piccolo stadio in una forteza: intitolato a Francis Le Blé, ex sindaco socialista della citta' morto nel 1982 ad appena 52 anni, risale al 1922, è stato ristrutturato nel 2010 e ha una capienza di 15mila posti. Troppo piccolo per la Champions (le partite si possono letteralmente affacciandosi dagli appartamenti dei palazzi circostanti), i "Pirati" sono costretti a giocare nello stadio messo a disposizione del Giungamp.

4 - Higuain nacque a Brest

Non tutti sanno che... Gonzalo Higuain è nato proprio a Brest! Il Pipita, figlio del "Pipa" Jorge, è nato infatti in Francia, nell'anno - l'unico nella sua carriera - che il padre trascorse in Europa. Famoso fu il tentativo della Francia di farlo giocare con la maglia Bleus e non quella della Argentina: nel novembre del 2006, poco dopo la finale mondiale persa dalla Francia contro l'Italia, Higuain si mise in mostra con una doppietta al Boca (con la maglia del River) e Domenech ci provò ricevendo però un "no, grazie", aspettando poi la chiamata della Celeste.
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Gonzalo Higuain avec l'Inter Miami en 2022.

Credit Foto Getty Images

5 - "Les Pirates"

Brest, con il suo porto naturale ben protetto e la sua posizione strategica sulla costa atlantica, divenne un rifugio ideale per i pirati e i corsari. Qui, le navi pirata potevano ripararsi dai nemici e approvvigionarsi prima di lanciarsi di nuovo in mare aperto. Da qui il soprannome affibiato anche alla squadra: "Les Pirates" (I Pirati) riflette anche lo spirito audace e combattivo che la squadra di calcio cerca di incarnare. Come i corsari e i pirati che navigavano per i mari tempestosi e affrontavano i pericoli con coraggio, anche la squadra di calcio di Brest è vista come una formazione che lotta senza paura contro squadre più forti, con una determinazione "pirata" nel cercare di ottenere successi contro ogni pronostico. Uno di questi, Jean Lafitte, recentemente ha ispirato il personaggio di Lafitte nel manga One Piece ed è comparso come coprotagonista in alcune storie di Zagor.
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Zef le Pirate

Credit Foto Getty Images

6 - Low budget, il presidente è un "venditore di patate"

Il Brest prova a stare ai vertici del calcio mondiale con la 30a rosa delle 36 presenti in Champions League quest'anno. Lo scorso anno varò un budget di 48 milioni di euro, il quinto della Ligue 1, contro - per esempio ai 400 milioni investiti dal PSG. Chi lo gestisce? Denis Le Saint è proprietario del Brest dal 2016, quando eredita la squadra in Ligue 2: è l’imprenditore che dal 1998 gestisce insieme al fratello Gérard l’azienda di famiglia Réseau Le Saint, leader nazionale nella distribuzione di prodotti alimentari freschi. L’impresa è specializzata nella distribuzione di frutta e verdura raccolta e trasportata poche ore prima di essere consegnata. Si definisce un "venditore di patate" e ama stare lontano dai riflettori...
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