PSG, una stagione straordinaria: il triplete parigino nasce da scelte finalmente giuste e dalla coppia Campos-Luis Enrique

CALCIO - Ligue 1 dominata, finali di Champions League e Coppa di Francia conquistate senza diritto di replica. Per i parigini è stato un anno perfetto, frutto di una filosofia finalmente credibile e di un progetto che sforna campioni. Senza dimenticare la straordinaria forza di un gruppo giovane e affamato.

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Video credit: Eurosport

Se è vero che tendenzialmente chi nasce tondo non muore quadrato, a volte nel calcio è bene rivedere le proprie idee e convinzioni per impostare un metodo di lavoro vincente. Se poi a fare questo passo è il presidente del fondo sovrano del Qatar, il tutto assume una connotazione ancor più clamorosa e rimarchevole. Il PSG oggi è un esempio a livello internazionale e non solo per il triplete conquistato nel corso di questo anno magico, biglietto da visita di una società in cui al momento ogni ingranaggio viaggia a meraviglia, ben oleato e inserito in un perfetto contesto.
Una Ligue 1 dominata in lungo e in largo per meriti propri ma anche manifesta inferiorità delle avversarie, lontanissime da poter competere sul piano tecnico ed economico con la superpotenza parigina, è servita da palestra per sviluppare tutta una serie di straordinari potenziali campioni di cui il mattatore della finale con l'Inter Désiré Doué è soltanto il capofila. Quello che una volta era un'accozzaglia di straordinari campioni senza amalgama si è trasformato così in un gruppo unito e compatto, sorretto da senatori come Marquinhos, Hakimi e Donnarumma. Il tutto impreziosito anche dalla nuova vita della stella Ousmane Dembélé, trasformatosi da artista turbolento a leader letale e carismatico.
La sterzata definitiva è arrivata poi a gennaio con l'investimento per l'ex cuore napoletano Khvicha Kvaratskhelia, tassello mancante per completare un puzzle praticamente perfetto. L'innesto del georgiano si è rivelato un'autentica ciliegina su una torta già composta a regola d'arte da Luis Campos, il cui arrivo in società è coinciso con la creazione di una vera e propria filosofia. Entusiasmo e strapotere tecnico, espressi anche nelle finali di Champions League e Coppa di Francia in cui Inter e Reims si sono inchinate senza praticamente opporre resistenza. Il percorso europeo è stato un vero e proprio fiore all'occhiello ed è diventato una cavalcata trionfale quando le cose si sono fatte più serie: nella fase a eliminazione diretta, infatti, i parigini sono stati nettamente primi per gol fatti, tiri totali e in porta, Expected Goals e possesso palla. Della serie, far sembrare una maratona una passeggiata.
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Luis Enrique

Credit Foto Getty Images

Meriti assoluti vanno ovviamente al condottiero Luis Enrique. Straordinario hombre vertical, è entrato nella testa dei giocatori inculcando filosofia calcistica e autostima, mettendo il gruppo sempre al primo posto e creando un entusiasmo lampante. Il tutto dopo aver perso Kylian Mbappé a inizio anno. Ma d'altronde, lui stesso lo aveva promesso: "Senza di lui saremo più forti". E aveva ragione. Togliendolo dall'equazione ha estratto l'ultimo grande solista del gruppo, puntando su entusiasmo e fame di una squadra giovanissima e piena di entusiasmo. Che ora, davanti a se, ha un futuro straordinario davanti.
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Video credit: SNTV


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