Le 5 verità di Inter-Slavia Praga 3-0: Lautaro Martinez non si discute, Thuram è un fattore anche quando non segna, Zielinski deve fare di più
Pubblicato 01/10/2025 alle 09:02 GMT+2
CHAMPIONS LEAGUE - La prestazione super del francese lo conferma come uomo chiave in questo avvio di stagione, quella di Lautaro fa nuovamente ben sperare. Mentre il polacco non convince: serve molto di più per risalire le gerarchie.
Chivu: "Contento di non aver subito gol: tutti calati in questa modalità sacrificio"
Video credit: Eurosport
Inter-Slavia Praga, match valido per la seconda giornata del girone di Champions League, è terminato sul punteggio di 3-0, frutto delle reti di Lautaro Martinez (doppietta) e Dumfries. Gara arbitrata dall'inglese Chris Kavanagh.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la notte di San Siro.
1) L'Inter si è lasciata alle spalle il momento no
Quattro vittorie di fila, di cui due in campionato e altrettante in Champions League. L'Inter è riuscita rapidamente a rimettere insieme i pezzi dopo le sconfitte contro Udinese e Juventus, e non era scontato considerando soprattutto le scorie mentali che il pessimo finale della scorsa stagione aveva lasciato. I nerazzurri hanno ritrovato tranquillità e si sono calati nei nuovi meccanismi di Chivu. Sfidare avversari non esattamente impossibili, poi, ha aiutato. E così il cielo è di nuovo roseo sopra il cielo di Lautaro e compagni: la vetta in Serie A dista appena tre punti, quella del girone di Champions League è realtà anche se in condominio con altre squadre. Cosa ancora più importante, l'Inter ha ritrovato tutto: brillantezza, convinzione, killer instinct. Un bel modo per avvicinarsi alla seconda sosta stagionale.
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L'esultanza di Lautaro Martinez e dell'Inter contro lo Slavia Praga
Credit Foto Getty Images
2) Thuram è fondamentale anche quando non segna
L’uomo da copertina dell’Inter è stato Lautaro Martinez, d’accordo. E del resto chi segna una doppietta in un 3-0 parte necessariamente in prima fila nelle votazioni per l’MVP della partita. Però che prestazione di Marcus Thuram. Anche se il francese non ha segnato, anche se a differenza del partner d’attacco non ha impresso il proprio nome sul tabellino. La partecipazione offensiva è stata costante, la voglia di incidere pure. Il gol del 2-0 di Dumfries è al 90% merito del francese, che poi si è superato anche nell'azione del tris di Lautaro, premiando la sovrapposizione in area di Bastoni con un perfetto colpo di tacco. Come a dire che non contano solo i gol per giudicare la prestazione di un attaccante. E il fatto che Thuram si sia un po’ fermato da un punto di vista realizzativo dopo un avvio super, rimanendo a secco per tre partite di fila, conta solo relativamente: finché gioca così, c’è solo da applaudirlo.
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L'esultanza di Denzel Dumfries e Marcus Thuram, Inter-Slavia Praga Champions League 2025-2026
Credit Foto Getty Images
3) Lautaro Martinez non si può discutere
Ogni volta che Lautaro Martinez sbaglia una partita, specialmente in un big match come può essere il Derby d’Italia, ecco che il mirino torna inesorabilmente e inevitabilmente a posarsi su di lui. Normale che sia così, considerando come l’argentino sia il calciatore più rappresentativo della rosa di Chivu. Ma Lautaro, che pure arrivava dalle prestazioni opache contro Udinese e Juve, dall’assenza ad Amsterdam e dalla panchina iniziale contro il Sassuolo, pare essersi lasciato tutto alle spalle: tra Cagliari e Sparta Praga ha dominato. Sta bene fisicamente, il capitano, e ha una voglia matta di spaccare il mondo. Il tutto abbinato alla solita presenza preziosa in attacco. E se è vero che i due gol sono arrivati a porta vuota, è palese anche come un attaccante vero debba trovarsi al posto giusto nel momento giusto. E crederci sempre. Proprio come fa lui.
4) Zielinski deve fare di più per risalire le gerarchie
La nota non troppo positiva della serata? La prestazione di Piotr Zielinski. Il polacco ha giocato una gara "normale", poco appariscente, scomparendo spesso e volentieri nelle sue pieghe senza nemmeno provare a diventarne uno dei protagonisti. L’ex napoletano ha collezionato il record di minuti con l’Inter in questo avvio di stagione: 67. Ma non ha sfruttato la chance che Chivu, in ragione del turnover, gli ha concesso. Un peccato mortale per un centrocampista costretto a risalire le gerarchie dopo una prima stagione così così a Milano, e comunque non paragonabile alle gloriose annate napoletane. Urge fare di più. Molto di più.
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Piotr Zielinski in azione in Inter-Slavia Praga
Credit Foto Getty Images
5) L’Inter ha l’obbligo di provare a fare 12 su 12
Il calendario dell’Inter nel girone di Champions League sembra uno scherzo: quattro partite assolutamente abbordabili, altre quattro complicatissime. Le prime due si sono rivelate un successo: vittoria contro l’Ajax, altra vittoria contro lo Slavia Praga. Meno semplice da pensare quella di Amsterdam, completamente prevedibile quella coi cechi. Le prossime due partite vedranno la formazione di Chivu sfidare in sequenza l’Union Saint-Gilloise e poi il Kairat Almaty: altri due impegni abbordabilissimi per Lautaro Martinez e compagnia, che hanno l’obbligo di mettere più fieno possibile in cascina - tradotto: provare a conquistare 12 punti sui 12 disponibili - in vista della seconda parte del calendario: Atletico Madrid, Liverpool, Arsenal, Borussia Dortmund. Si può fare, eccome.
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Chivu: "Calhanoglu uomo di valori: può fare ancora la differenza"
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