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Dalla condizione precaria a De Sciglio centrale: il ko con l'Atalanta deve allarmare la Juventus?

Stefano Dolci

Aggiornato 31/01/2019 alle 12:14 GMT+1

Il 3-0 rimediato contro l'Atalanta e l'eliminazione ai quarti di Coppa Italia (come non accadeva dal 29 gennaio 2014) non hanno solo fatto svanire i propositi di Triplete ma anche fatto emergere alcuni piccoli problemi: le gambe sono pesanti per i carichi di lavoro improntati ad arrivare in forma in primavera, il gioco latita e le alternative in difesa senza Bonucci e Chiellini non convincono.

La delusione di Rodrigo Bentancur e Cristiano Ronaldo, Atalanta-Juventus, Coppa Italia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Errare è umano, perseverare è diabolico. E se ti chiami Juventus rischi, in una serata gelida di fine gennaio, non solo di vedere le streghe ma soprattutto di dire addio già a febbraio ai propositi di Triplete. Contro la Lazio domenica scorsa la Juventus era stata in balia dell’avversario per oltre un’ora andando sotto sul piano fisico, dell’intensità, del ritmo, del palleggio e venendo graziata solo dalle parate di Szczesny e dall’imprecisione di Immobile e soci. A Bergamo contro quella formidabile macchina da gol forgiata da Gasperini, la Juventus è finita ko rimediando una lezione che deve accendere un campanello d’allarme, se la missione stagionale vuole essere quella di esorcizzare il tabù finale di Champions League e alzare, al "Wanda Metropolitano" di Madrid, l’agognata Coppa dalle grandi orecchie che manca dal 1996.

Fra rabbia, incognite difensive e una condizione da ritrovare

Non è successo niente, è capitata solo una serata storta. Capita che ci sia una gara in cui crolli... Se è un campanello d’allarme? No, se deve essere un campanello d’allarme per la Juventus, allora per gli altri serve un campanaccio.... (Massimiliano Allegri)
Allegri, allontanato dall’arbitro Pasqua dopo il gol di Zapata per un nervosismo sconsiderato, non mostra preoccupazione per una sconfitta così netta nel punteggio ma soprattutto a livello di prestazione. In realtà qualcosa di preoccupante nella Juventus vista nelle ultime uscite c’è. Innanzitutto le gambe sono pesanti, alla base c’è un lavoro faticoso alla Continassa, teso a portare la squadra a brillare in primavera, quando si giocheranno le partite decisive Champions League. A giocarsi i match pesanti però bisogna arrivarci l’ostacolo all’orizzonte è di quelli tosti: l’Atletico Madrid del Cholo Simeone, una squadra fisica, scorbutica che non molla un centimetro e a livello di pressing, intensità e ripartenze può essere difficile da affrontare come l’Atalanta.
L’altro fatto inquietante arriva dall’impaccio a costruire trame sensate ed occasioni da gol chiare e nitide. Per la seconda gara consecutiva, la Juventus ha chiuso il primo tempo senza nemmeno tentare un tiro in porta nei primi 45’. Contro la Lazio, la vittoria in rimonta era comunque maturata grazie alle accelerate di Bernardeschi e ai sigilli di Cancelo e Cristiano Ronaldo, a Bergamo però l’encefalogramma della Signora è rimasto piatto. I cambi non hanno sortito alcun effetto e Berisha, ad eccezione di una respinta su Khedira, non ha dovuto compiere alcuna parata importante. I vari Dybala (che non trova la via del gol addirittura dal 12 dicembre scorso), Cristiano Ronaldo (asfissiato dall’aggressività di Toloi e compagni), Bernardeschi e Douglas Costa non hanno trovato mai la chiave di volta per scardinare il fortino nerazzurro. Si è sentita l’assenza di un lottatore come Mandzukic ma soprattutto si è percepita l’assenza di un piano di riserva e di un’alternativa reale al solito guizzo estemporaneo del campione.
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Blaise Matuidi, Mattia De Sciglio, Atalanta-Juventus, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Ultimo punto che deve far riflettere, è la tenuta difensiva in una partita incominciata senza Bonucci e in cui, dopo meno di mezzora, anche Chiellini si è dovuto togliere la fascia e accomodarsi in panchina. In quel momento Allegri si è girato verso la sua panchina e avrà maledetto non avere alle proprie dipendenze quel Mehdi Benatia, volato in Arabia e che avrebbe fatto molto comodo con la sua fisicità, esperienza ad alti livelli e leadership.
L’esperimento De Sciglio centrale è risultato fallimentare e anche Rugani, alla prima da totem della retroguardia, ha sbandato paurosamente. Con Barzagli che non rientrerà prima di fine febbraio, è necessario preservare al meglio la salute di Bonucci e Chiellini, e sperare di averli al top per la doppia sfida di Champions League contro Griezmann, Morata e compagni. Dove i margini d’errore saranno pressoché nulli e i passi falsi potrebbero mandare a rotoli una stagione finora formidabile per la continuità di risultati dimostrata.
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