Le 5 verità di Atalanta-Lazio: Milinkovic fa la differenza
Pubblicato 16/05/2019 alle 07:15 GMT+2
Solo un campione poteva sbloccare una gara tecnicamente brutta e tiratissima, ed ecco apparire dal nulla il serbo. Immobile, invece, conferma di vivere una stagione con più ombre che luci. La coppa riscatta la mancata qualificazione laziale alla Champions, mentre i bergamaschi si perdono proprio nella sfida da dentro o fuori.
1) Milinkovic-Savic, quando i campioni fanno la differenza
In campo al 79', in gol all'82'. 3 minuti esatti più tardi. Un gol di testa da calcio d'angolo, non in serpentina o in rovesciata da fuori area, ma un gol fondamentale per piazzare la Coppa Italia sui binari della Lazio. Sergej Milinkovic-Savic, almeno per una sera, è tornato il giocatore dirompente dello scorso campionato. Dimenticando qualche amarezza riservatagli da una stagione piena di luci e ombre e, soprattutto, dimostrandosi più forte dei problemi fisici che lo hanno inizialmente spedito in panchina. Una partita così tesa, così equilibrata, agonisticamente eccezionale ma tecnicamente bruttina, poteva essere risolta solo da un giocatore sopra la media. E Sergej lo è, eccome.
2) Lazio, la coppa riscatta il mancato approdo in Champions
Inutile nascondersi dietro un dito: la stagione della Lazio non può essere considerata pienamente soddisfacente. I biancocelesti sono rimasti per mesi a ridosso del quarto posto, mancato un anno fa dopo lo sportivamente drammatico "spareggio" contro l'Inter e, stanti gli inciampi di Milan e Roma, apparentemente a portata di mano. Ma troppi passi falsi inattesi (SPAL, Sassuolo, Chievo) ne hanno fatto crollare le quotazioni. Un trofeo, però, è pur sempre un trofeo. Riempie la bacheca, fa storia e palmares. E poi, diciamocelo, la bella Lazio di Inzaghi non avrebbe meritato di chiudere nuovamente la stagione senza nulla in mano.
3) L'Atalanta e la disabitudine a notti così
No, non è stata la solita Atalanta sbarazzina e fisicamente disarmante così spesso apprezzata in campionato. Le trame tra Gomez e Ilicic non hanno funzionato, le geometrie in mezzo al campo si sono poggiate su basi traballanti, la voracità di Zapata è stata ben contenuta dalla difesa laziale. Soprattutto, ha fatto capolino una tensione emotiva che per buona parte della gara ha bloccato le gambe alla banda del Gasp. Naturale, considerata la posta in palio. E comprensibile, se si pensa che raramente l'Atalanta e i suoi giocatori hanno vissuto sfide così, da dentro o fuori. Tutto fa esperienza, anche le sconfitte. Un apprendistato utile per le notti europee - che sia Champions oppure Europa League - che attenderanno i nerazzurri anche nella prossima stagione.
4) Ma la Dea non si demoralizzi: può sorprendere la Juve
La Coppa Italia è finita nelle mani della Lazio, ma l'Atalanta, pur non esprimendosi sui soliti livelli, non ha demeritato. Ha colpito un palo con de Roon, reclamando contemporaneamente un calcio di rigore per un braccio largo di Bastos, e qualche altra insidia dalle parti della porta di Strakosha l'ha creata. Venendo superata solo a 8 minuti dal 90'. Insomma, si è trattato del classico incidente di percorso che nulla toglie a quello che è stato e a quello che potrà ancora essere: alle porte c'è la sfida contro la Juventus, in vacanza da settimane come dimostrano i punti lasciati su più campi. Obiettivo: resettare dopo la delusione dell'Olimpico. Strappare almeno un punto allo Stadium si può.
5) Immobile non gira: è la nota stonata della Lazio
Che non sia la miglior stagione della carriera di Ciro Immobile, lo avevano già capito un po' tutti. E questa sera il centravanti laziale lo ha confermato: goffo nei movimenti, incapace di accendersi, mai in partita, mai pericoloso. Inzaghi lo ha sostituito al 21' della ripresa inserendo Caicedo: una mozza pur sempre rischiosa, ma in fin dei conti azzeccata. Come e più di Milinkovic-Savic, l'involuzione del bomber napoletano rispetto alla scorsa stagione è evidente, testimoniata inoltre dal brusco calo delle reti realizzate in campionato: 14 contro 29. Meno della metà.
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