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Buffon: “Domani serve solo vincere. Questa Nazionale mi ricorda l’Italia 2006 per…”

Stefano Dolci

Pubblicato 16/06/2016 alle 19:27 GMT+2

Il portiere e capitano azzurro alla vigilia della sfida con la Svezia ricorda il gol di tacco di Ibrahimovic al mondiale 2002 e rivela un’analogia con la squadra che 10 anni fa vinse il mondiale: “L’unità di intenti che ho riscontrato dal primo giorno di ritorno è simile a quella dell’Italia che a Berlino alzò la Coppa del mondo” .

Gigi Buffon, Antonio Conte, Nazionale Italiana, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Di quel gol col tacco non ho un bellissimo ricordo, seppur abbia apprezzato più avanti il gesto tecnico. All'epoca Zlatan era un talento ma era ancora giovane, Detto questo, sono passati 12 anni e ha dimostrato più e più volte le sue capacità. Anzi quel gol l'ha ripetuto altre volte, è una specialità della casa e non sorprende più.
Via il dente, via il dolore. Gigi Buffon preferisce affrontare subito l’annosa tematica Ibrahimovic, pericolo numero uno per la sfida dell’Italia. Una gara da vincere senza se e senza ma per blindare la qualificazione agli ottavi e spazzare via i timori dei tanti che pensano che l’Italia possa essersi montato la testa dopo la vittoria sul Belgio…
Noi storicamente abbiamo avuto delle difficoltà nelle seconde partite. L'inizio è stato confortante, ma siamo consapevoli dei nostri limiti e questa penso sia la nostra più grande forza perché conoscerli significa sapere cosa devi mettere in campo per non steccare la partita. Se giochiamo ottimamente, coi nordici vinciamo. Se facciamo una buona gara la pareggiamo, se siamo sufficienti o appena sotto la perdiamo, perché loro non ti regalano niente

Quell'analogia col 2006

Buffon ha anche parlato del suo rapporto con i tre difensori della Juventus, Barzagli-Bonucci-Chiellini e di un’analogia con la squadra che vinse il mondiale dieci anni fa:
Ho sempre avuto un feeling particolare coi difensori con cui ho giocato in carriera. Io, Barzagli, Bonucci e Chiellini ci conosciamo da tanto e ci stimiamo anche come persone. Leonardo è un playmaker difensivo, sa impostare benissimo, ha piedi 'felici' che gli permettono di osare. Ha il coraggio e la personalità per tentare giocate al limite ed è migliorato tanto in fase difensiva. E a diffondere la mentalità giusta al resto della squadra ci ha pensato Conte, facendo capire a tutti che il risultato viene da sacrifici, conoscenze e tante qualità. C'è dall'inizio unità di intenti ed in questo c'è analogia con 2006: crediamo nel gruppo, abbiamo compiuto l'impresa del Mondiale grazie a quello.
VIDEO - Italia-Svezia, le curiosità statistiche della sfida
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Italia-Svezia, solo Ibrahimovic può spaventare gli Azzurri

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