Sembra la stessa, ma non è così: come è cambiata la Germania negli ultimi quattro anni?

Difesa più rapida e tecnica, centrocampo nelle mani di Kroos e l’attacco del dopo-Klose… La Germania continua il suo processo di lenta ma costante evoluzione, ispirandosi a Guardiola ma senza eccedere in tentazioni come quella del “falso nueve”.

Toni Kroos, Thomas Müller

Credit Foto AFP

Guardando la formazione della Germania si ha spesso l’impressione che siano “sempre gli stessi” da anni e in parte è vero: Schweinsteiger e Podolski c’erano già nel 2006, mentre Neuer, Boateng, Khedira, Kroos, Özil, Müller e Gomez facevano parte della rosa di Löw nel Mondiale 2010, quello della rivoluzione qualitativa del calcio tedesco.
Ma come è cambiata la Germania negli ultimi 4 anni, ovvero dal 2-1 azzurro firmato Balotelli della semifinale polacca?
Boateng centrale, terzini di spinta: è addio alla lentezza
Dimenticare i lampioni travestiti da difensori, Metzelder e Mertesacker sono ricordi lontani. Con lo spostamento di Boateng al centro accanto a Hummels (mossa che Löw fece nel bel mezzo del Mondiale brasiliano) la coppia davanti a Neuer è diventata più rapida, tecnica e mobile. L’evoluzione finale è arrivata ora, con l’inserimento di Kimmich ed Hector ai lati: non più terzini bloccati, ma giocatori capaci di spingere e gestire il pallone, che completano la metamorfosi “alla Guardiola” del reparto che una volta era senza dubbio il punto debole dei tedeschi.
Le chiavi del centrocampo in mano a Toni Kroos
Nonostante la fascia di capitano in linea teorica dovrebbe stringere il braccio sinistro di Bastian Schweinsteiger, il padrone del centrocampo tedesco da tempo non è più lui. Le chiavi sono finite nelle tasche di Toni Kroos, in questo momento probabilmente il regista più forte al mondo. Löw fino a pochi anni fa aveva provato a schierarlo ripetutamente in altre posizioni più defilate (lo ricordate ala destra nella semifinale 2012?), forse anche nel tentativo di risvegliare la vena realizzativa dei primi anni della sua carriera, ma in realtà ora Kroos è diventato assolutamente fondamentale nel mezzo. Se dovessimo rispondere alla classica domanda “chi togliereste alla squadra avversari?” non avremmo dubbi…
Klose se n’è andato e non ritorna più
Non si può solamente migliorare… Se difesa e centrocampo della Germania hanno incrementato il loro valore in maniera evidente negli ultimi anni, in attacco un giocatore come Miro Klose resta impossibile da sostituire. Gomez si è risvegliato dopo la pessima parentesi viola, ma anche al 120% non avrà mai il fiuto del gol e la capacità di inserimento negli spazi dell’ormai ex laziale. Löw ha provato a schierare Götze come “falso nueve” senza grande profitto (i suoi movimenti a rimorchio non si sposano bene con i tagli di Müller) e da questa mancanza di un vero bomber emerge probabilmente l’unico limite della Germania, che gioca benissimo se segna subito (come contro la Slovacchia) ma si incarta un po’ quando non riesce ad affondare il colpo (lo 0-0 con la Polonia…).
Tirando le somme la Germania è una macchina che si è certamente evoluta: più veloce, più bella da vedere e con diversi accessori in più. All’Italia il compito di mandarla in panne…
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