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Caso Barcellona, palla all'anticorruzione: l'accusa è reato continuato di corruzione tra privati in ambito sportivo

Luca Stamerra

Pubblicato 15/03/2023 alle 18:36 GMT+1

LIGA - Dopo le prime indagini sul caso Barcellona e i versamenti di 7,3 milioni alla DASNIL, società di consulenza capitanata da José María Enríquez Negreira, ex arbitro e vice presidente del Comitato tecnico degli arbitri, la palla passa all'anticorruzione. Adesso il club catalano è indagato per reato continuato di corruzione tra privati in ambito sportivo.

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La Procura di Barcellona 1 ha avviato la sua indagine contro il Barcellona per il caso José María Enríquez Negreira e i pagamenti che il club catalano ha versato alla DASNIL, società di consulenza capitanata da José María Enríquez Negreira, ex arbitro e vice presidente del Comitato tecnico degli arbitri (CTA) fino al 2018. E non è un caso che i pagamenti siano stati versati proprio fino al 2018, con un totale di 7,3 milioni versati dal Barcellona negli anni. Oltre al club, vengono indagati singolarmente il presidente Laporta e gli ex presidenti Rosell e Bartomeu oltre agli ex dirigenti Óscar Grau e Albert Soler.
L'indagine sta andando avanti grazie alle segnalazioni dell'ex arbitro e attuale VAR Estrada Fernández che ha fornito testimonianze circa il sistema che il Barcellona aveva messo in piedi in questi anni. Secondo l'accusa sono stati evidenziati i reati di “reato continuato di corruzione tra privati in ambito sportivo”, “reato continuato di ingiusta amministrazione” e “reato continuato di falsificazione di un documento commerciale”.
Due sono le carte che si 'gioca' l'accusa sul Barcellona. Il primo è che i versamenti del Barça si sono conclusi proprio nel 2018, quando Negreira ha smesso i panni di vice presidente del Comitato tecnico degli arbitri e che non c'è nessuna motivazione per giustificare questi pagamenti. Come dice l'accusa questi pagamenti non sono “un vero e proprio compenso non previsto dallo statuto del club o approvato dall'assemblea generale, per cui mancava un titolo che lo giustifichi”.
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