Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Un anno dopo è tornato tra i professionisti: Parma promosso in Lega Pro

Mattia Fontana

Aggiornato 17/04/2016 alle 19:08 GMT+2

A dodici mesi dal fallimento e dalla scomparsa dal calcio che conta, i gialloblù hanno tagliato il traguardo più atteso battendo 2-1 il Delta Rovigo: la promozione dalla Serie D che permette alla squadra di Nevio Scala di abbandonare il dilettantismo e di continuare la lunga risalita

Parma 2016

Credit Foto LaPresse

Il primo passo è stato compiuto. Il Parma può finalmente tirare un sospiro di sollievo dopo un anno di attesa. Di riconciliazione con i tifosi e la città, di sogni sospirati e confessati a bassa voce. E di una stagione vissuta da protagonisti assoluti nel Girone D della Serie D, quello vinto ufficialmente alla 35esima giornata grazie al successo ai danni del Delta Rovigo. Il Tardini, riaperto in tutti i settori per l’occasione, è tornato a festeggiare. Cosa non del tutto scontata dopo un anno e mezzo vissuto pericolosamente. Gli stipendi non pagati, la drammatica vicenda Manenti, il fallimento del 19 marzo 2015, la retrocessione dalla Serie A del 29 aprile e l’ultima asta andata deserta il 22 giugno. Poi, la rinascita e la promozione in Lega Pro festeggiata con il 2-1 inflitto al Delta Rovigo.
La processione del nuovo Parma. A un anno dal giorno in cui l’ex presidente Manenti rischiò il linciaggio in pieno centro, Parmafanzine ha ripercorso lo stesso tragitto per capire come tutto ciò sia stato possibile. Con la sensazione che quei fatti siano così vicini e così lontani al contempo.

La ricostruzione

Lo spartiacque è il 27 luglio scorso. Il giorno in cui la nuova società, Parma Calcio 1913, ottiene l’ok dalla FIGC per l’iscrizione al campionato di quarta serie. Un ritorno brusco, dopo 45 anni di assenza dal dilettantisimo. Peccato che, a Parma, sia bastato rivedere volti rassicuranti dopo anni vissuti in balia di faccendieri per ritrovare la speranza. A ricostituire il nuovo club è stato infatti un pool di imprenditori locali (da Guido Barilla a Gian Paolo Dallara, passando per Marco Ferrari e Paolo Pizzarotti) unito a un azionarato diffuso. Una struttura che, sportivamente, si è affidata a Nevio Scala nelle vesti di presidente, Lorenzo Minotti in quelle di direttore sportivo e Gigi Apolloni da allenatore. Senza trascurare il settore giovanile, ricostituito in tempi record (nonostante l’inevitabile diaspora di talent) sotto la guida di un altro ex, Fausto Pizzi.
10 agosto 2015, amichevole con una rappresentativa locale. Segna "Ciccio" Corapi ed è il primo gol del Parma Calcio 1913. Non l'ultimo nella straordinaria stagione del centrocampista che ha marcato il rigore decisivo nella vittoria-promozione contro il Delta Rovigo.
La formazione base del Parma
La formazione tipo del nuovo Parma. Apolloni ha poi virato verso un 4-3-1-2 nelle ultime settimane e ha spesso ruotato gli uomini d'attacco, con Lauria, Melandri e Musetti autentici titolari aggiunti. Gli under (Zommers, Messina, Saporetti e Ricci) hanno avuto la possibilità di crescere al fianco di veterani come Lucarelli e Cacioli, alternandosi con altri giovanissimi come Adorni e Agrifogli. L'unica vera delusione stagionale è stato il bomber Guazzo, acquistato per il salto di qualità e mai protagonista.

L’importanza del capitano

La squadra, composta ufficialmente da una decina di tesserati e da molti giocatori in prova, si era ritrovata ufficialmente a fine luglio. In un centro sportivo di Collecchio in preda alle erbacce e all’incuria. E in un clima di spaesamento generale. Qualche tifoso, tanti volti nuovi in campo e la sensazione di non sapere realmente dove si fosse e dove si potesse arrivare, nonostante nel frattempo la campagna abbonamenti avesse già preso lo slancio fino al nuovo record di categoria (circa 10mila). Poi, il 3 agosto, ecco arrivare anche Alessandro Lucarelli. L’emblema della morte e della rinascita del Parma, l’unico giocatore rimasto dalla società precedente. Se ne era andato con la morte in cuore all’indomani del fallimento, è tornato in punta di piedi in un clima surreale. Nel silenzio di Collecchio, a studiarsi con compagni che non potevano fare altro che osservarlo da vicino cercando di capire come approcciarlo. Una seduta d’allenamento in muto. Ma è lì che è ripartito tutto. Con la prima partitella, la prima battuta con l’accento livornese. E la gioia di poter tornare a vestire la fascia di capitano, sul campo e non solo. Fin dalla prima partita ufficiale, la vittoria del 6 settembre ad Arzignano. L’inizio della riscossa.
Alessandro Lucarelli racconta la sua esperienza parmigiana per festeggiare la presenza numero 250 in maglia crociata.
I numeri del Parma

La lunga rincorsa

Da quel pomeriggio di settembre ne è passata di acqua sotto i ponti. Quattro vittorie consecutive per iniziare il campionato e procedere nel processo di conoscenza di una squadra che ha trovato da subito i suoi punti di riferimento. 4-2-3-1 di base (variato solo recentemente in un 4-3-1-2) con il classe 1997 lettone Zommers tra i pali, Lucarelli e il re delle promozioni Cacioli in mezzo alla difesa, Giorgino e Corapi a centrocampo e Baraye (talento da 20 gol in campionato) in attacco. Pochi punti di riferimento e tanta qualità da far ruotare in rosa, da due fuoriclasse della categoria come Lauria e Melandri ai bomber Musetti e Longobardi. Palesemente la squadra più forte del girone, come il campionato vinto con 11 punti di distacco sull’Altovicentino testimoniano. Ma non una passeggiata di salute. Anzi, una rincorsa che non sempre ha soddisfatto dal punto del vista del gioco le attese sempre alte del pubblico di casa. Ora, però, il primo capitolo della nuova storia è stato scritto. Il Parma ritrova il professionismo, la Lega Pro e forse anche il derby con la Reggiana che manca da vent’anni. Dopo l’anno della ricostruzione, verrà la stagione decisiva per il nuovo progetto. Quella in cui gli investitori dovranno dimostrare di poter reggere un salto di qualità notevole, immettendo forze fresche in rosa e permettendo ai tifosi di guardare al futuro con ottimismo. Per voltare davvero pagina non solo con la storia del club, ma anche con quella di tante vicende analoghe viste negli ultimi anni di calcio italiano.
Il "cugino", un cubo color granata a mo' di anti-stress. Inventato da alcuni tifosi del Parma per sfottere i "cugini" reggiani, è andato a ruba come regalo di Natale. Ma è soprattutto il simbolo di come, con la ripartenza dalla Serie D, anche il tifo sia tornato a una dimensione locale.
La lunga rincorsa vissuta dai tifosi. Dal coro "tanto già lo so che l'anno prossimo..." cantato per scaramanzia senza il finale "Lega Pro" a un vero e proprio manifesto della rinascita gialloblù. Il futuro è adesso.

Lo speciale di Eurosport sulla rinascita del Parma:

picture

Speciale Parma: dal fallimento alla rinascita targata Scala, Lucarelli, Apolloni

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità