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Mondiali 2018, le 5 verità del 30 giugno: Uruguay-Francia da urlo, i motivi del fallimento argentino

Enrico Turcato

Aggiornato 30/06/2018 alle 22:35 GMT+2

L'Uruguay si conferma tosta, la Francia vola sulle ali di Mbappé: sará un grande quarto di finale. Messi e CR7 umani e al tempo stesso "maledetti"

France's forward Kylian Mbappe (C) celebrates his second goal, his team's fourth, during the Russia 2018 World Cup round of 16 football match between France and Argentina at the Kazan Arena in Kazan on June 30, 2018.

Credit Foto Getty Images

1) L'Uruguay si conferma: tosta, tonica, organizzata

Con Cavani e Suarez davanti tutto è più facile. Ma se lo stato di forma dei due leader tecnici dell'Uruguay è quello ideale, bisogna riconoscere anche l'organizzazione di un Uruguay che si conferma outsider di lusso. Tosta, tonica, corta, con un centrocampo di giovanissimi affamati, una difesa arcigna e quei due fenomeni davanti. L'Uruguay ora fa paura a tutti, anche alla Francia. Sará un quarto di finale tutto da vivere.

2) Argentina, fallimento totale: Sampaoli primo colpevole

Lo avevamo scritto e sottolineato più volte in questa rubrica nel corso del Mondiale. L'Argentina aveva crepe evidenti. L'Argentina palesava problemi troppo grandi da risolvere nel breve termine. Nemmeno le individualitá potevano nasconderli. Due squadre forti affrontate, Croazia e Francia, e sette gol subiti. Fase difensiva imbarazzante, condizione fisica discutibiile, scelte di Sampaoli surreali. Un fallimento totale, epocale. Un "fracaso". Proprio il commissario tecnico è da etichettare come il principale responsabile di questa delusione Mondiale. Ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, contribuendo a sfaldare un gruppo mai unito. Meza e Pavon preferiti a Dybala, Aguero e Higuain. Decisioni incomprensibili e contestabili. Argentina fuori agli ottavi. Dall'ultimo titolo sono ormai passati 32 anni.
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Jorge Sampaoli

Credit Foto Getty Images

3) Messi e l'infinita maledizione ai Mondiali

Non è giusto dare troppe responsabilitá a Messi. Il calcio è uno sport di squadra e la sua non era all'altezza. Certo, da uno dei migliori calciatori della storia ci si aspettava decisamente di più. Sii prolunga il suo flagello, continua ad essere improponibile il paragone con Maradona, soprattutto se si pensa alla Nazionale. Un'altra delusione, dopo quelle datate 2006, 2010, 2014. Il 10 argentino, per altro, non ha mai trovato il gol in carriera nella fase ad eliminazione diretta di un Mondiale. Un dato inquietante, che ben fotografa il pessimo feeling tra la "Pulce" e questa competizione. Una maledizione infinita.

4) Francia ok e Mbappé ha ricordato Ronaldo nel 1998

Pur subendo tre gol, la Francia è parsa sempre in controllo del match. Un'altra vittoria e i quarti di finale conquistati con merito. Il centrocampo di alto livello composto da Pogba-Kante-Matuidi ha ancora una volta convinto. E soprattutto ha rivelato ancora una volta la sua forza al mondo Kylian Mbappé. Imprendibile, elegante, letale, decisivo. A meno di 20 anni si è procurato un rigore e firmato una doppietta d'autore. In alcuni tratti ha ricordato la supremazia tecnico-fisica del Ronaldo 1998. Un fenomeno sul quale la Francia continuerá a puntare per coltivare il sogno Mondiale.

5) Anche CR7 può essere umano, soprattutto in un Portogallo mediocre

Dopo un inizio stupendo, con quattro gol nelle prime due partite, la giornata storta con l'Iran e il match anonimo contro l'Uruguay. Anche Ronaldo è umano. Uomo simbolo di un Portogallo tutto sommato mediocre, anche Ronaldo segue Messi e inizia anticipatamente le sue vacanze. Anche lui, come l'argentino, non ha mai segnato un gol nella fase ad eliminazione diretta dei Mondiali. CR7 ha fatto il possibile, ma nell'ottavo di finale perso ha dato conferma di una veritá scontata: se non gira lui, se viene anestetizzato Ronaldo, il Portogallo non ha soluzioni alternative. E questo deve preoccupare per il futuro della Nazionale portoghese, più che per un presente che vanta ancora il dolce ricordo dell'Europeo. Il miracolo accade una volta sola.
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