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Morte Maradona, Diego e Italia-Argentina 1990: il rigore più difficile

Matteo Zorzoli

Pubblicato 27/11/2020 alle 07:17 GMT+1

Il racconto della partita che segnò il punto di non ritorno del rapporto tra il Diez e il popolo italiano. Immagini e emozioni che resteranno per sempre indelebili per chi le ha vissute

Diego Armando Maradona esulta dopo la vittoria ai rigori contro l'Italia in semifinale al San Paolo

Credit Foto Getty Images

Se la vita di Diego Armando Maradona fosse una tragedia greca, Italia-Argentina 1990 sarebbe l'«acme», il culmine della parabola del protagonista, il punto di non ritorno. Le parole di Daniel Arcucci, giornalista e amico del Pibe de Oro, raccolte nel documentario "Maradona" di Asif Kapadia, riassumono alla perfezione lo stato d'animo di Diego in quel 3 luglio.
Era una situazione irreversibile. Nel profondo del suo cuore voleva arrivare in finale, ma segnando avrebbe spezzato per sempre il legame con gli italiani.
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Diego Armando Maradona a San Siro in Argentina-Camerun

Credit Foto Getty Images

Un rapido riassunto delle puntate precedenti: l'Italia di Vicini è arrivata immacolata fino alla semifinale, cinque vittorie su cinque senza gol subiti. L'Argentina a fatica si è qualificata al penultimo atto grazie alle parate di Goychocea alla lotteria dei rigori contro la Jugoslavia. Il tabellone offre la classifica sfida tra due nobili del calcio, vincitrici degli ultimi due Mondiali in Spagna '82 e in Messico '86. C'è un particolare: la partita si gioca al San Paolo di Napoli, la seconda casa di Maradona negli ultimi 6 anni. Il dio partenopeo che ha regalato i primi due Scudetti al club di Ferlaino torna da nemico e ora sta calciando il rigore che può mettere sotto pressione gli azzurri dopo l'errore di Donadoni. Dopo Diego spetterà ad Aldo Serena chiudere la serie. La partita non ha regalato spettacolo: la Nazionale è passata in vantaggio con il solito Schillaci, nella ripresa 1-1 di Caniggia su uscita a farfalle di Zenga. I tempi supplementari durano secoli, i rigori sono un macigno per la salute mentale dei 22 in campo e i 27 milioni di italiani collegati da casa.
Kapadia con un colpo di genio, abbassa il volume e rallenta l'immagine. Maradona, petto in fuori, si avvicina al dischetto. I fischi dalle "sue" curve e dalle "sue" tribune sono assordanti. Qualche ora prima aveva aizzato il popolo napoletano a tifare Albiceleste, molti tifosi partenopei avevano risposto alla sua chiamata ("Diego ha bisogno di noi"), ma ora che l'«acme» si sta consumando l'Italia è unita contro di lui. El Diez spiazza Zenga, Serena si fa ipnotizzare da Goychocea. L'Argentina è ancora in finale, Maradona urla «figli di p...» ai tifosi che lo insultano. La frattura si è aperta. Il resto è storia ed è riassunto dal titolo di Tuttosport del giorno dopo: "Maradona è il diavolo". Niente sarà più che prima.
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Maradona, l’omaggio da brividi della Bombonera

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