Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Tra disordini e lacrime, il West Ham dice addio a Boleyn Ground

Mattia Fontana

Pubblicato 10/05/2016 alle 23:28 GMT+2

La sfida contro il Manchester United è stata l'ultima nella storia di Upton Park, il centenario impianto londinese che verrà abbandonato e demolito: gli Irons si trasferiscono allo Stadio Olimpico, la violenza si trasferirà con loro?

Upton Park

Credit Foto Eurosport

Il lungo addio si è consumato fino all'ultima goccia. Dieci anni fa, il Nord di Londra salutava per l'ultima volta Highbury. Dieci anni dopo, tocca a Upton Park - o Boleyn Ground, come volete. Quella che dal 1904 è stata la casa del West Ham, squadra popolare dell'East End. Dopo 1862 partite di campionato, 2398 complessive e 112 anni di storia, gli Irons migrano un po' più in là, a Stratford. Dove il prossimo agosto sarà un'amichevole con la Juventus a inaugurare il restyling dello Stadio Olimpico costruito per l'evento a cinque cerchi del 2012 e ora affidato al West Ham. Un addio che non è stato come tutti gli altri. Motivo per cui siamo andati a Londra per salutare uno stadio storico nella notte di West Ham-Manchester United. Una partita iniziata con un'ora di ritardo per disordini creati fuori dall'impianto dai supporters di casa e conclusa con un 3-2 dal sapore epico.
Upton Park è come la prima casa. Non importa dove ti trasferirai dopo, se in un appartamento alla moda, in una grande casa o in una villa. Il tuo posto preferito resta sempre il primo. - Slaven Bilic

La scelta di abbandonare

Nel corso degli anni, il Boleyn Ground si è rifatto il trucco. Ma la sua anima, resta quella di uno stadio concepito prima di Hillsborough. E, soprattutto, si trova impacchettato tra case popolari, un terreno ecclesiastico e due strade che più strette non si può. Sarà anche di proprietà del West Ham, ma i nuovi proprietari del club hanno capito in fretta che non avrebbero potuto ricavarne molto a livello economico. Il resto, lo ha fatto l'incredibile occasione che ha permesso agli Hammers di aggiudicarsi la concessione di 99 dello Stadio Olimpico, un impianto da 700 milioni di sterline per cui il club londinese pagherà la miseria di 2,5 milioni di sterline l'anno (più eventuali bonus in base alle vittorie). Una cifra scandalosamente bassa che ha suscitato polemiche, ma non ha impedito ai dirigenti di andare avanti. Mettere il cuore da una parte e proseguire verso Stratford. Cogliendo l'occasione per monetizzare vendendo il terreno di Upton Park al Galliard Group, che vi costruirà 838 appartamenti (in gran parte di lusso, soltanto il 25% destinato a edilizia popolare). Come vincere la lotteria e mettere nel mirino introiti futuri da grande squadra.
"Ho avuto dei compagni di squadra 'ingiocabili' in allenamento che, una volta messo piede al Boleyn, si squagliavano. Ma questo stadio ti premia sempre se ci metti l'anima. E, di notte, ha un'atmosfera elettrizzante". Mark Noble

Il Boleyn farewell

È stato un lungo addio. Orchestrato come, da queste parti, sanno fare bene. Memorabilia, una partita tra vecchie glorie disputata qualche giorno prima della chiusura e, alla fine, il momento dei saluti concluso dalla festa con le stelle del passato a partita conclusa. Questa sera, nell'East End avevano tutti la lacrimuccia pronta. Dai tifosi stipati nel Boleyn, il pub a due passi dallo stadio, alle suore dell'istituto ecclesiastico piazzato dietro alla tribuna. Nel 1904, quando il West Ham si trasferì nell'impianto, il parroco locale disse che sarebbe stata la fine della zona. Ora, suor Patricia e suor Immacolata pensano l'esatto opposto. "È' stupendo vedere la zona che si anima prima delle partite - hanno raccontato prima dell'ultima partita -, tornare in chiesa e sentire tutto quel profumo di 'fish and chips'. La gente va allo stadio per vivere un'esperienza di gioia e, adesso, questa zona si spegnerà". Perderà tanto caos, ma anche tanto calore. Quello degli ambulanti, più presenti da queste parti rispetto ai nuovi impianti britannici. Loro non seguiranno il West Ham nella nuova casa e così faranno anche molti dei rivenditori di match-program, compreso quello dei tifosi. Salutato con strette di mano ad uno ad uno è visibilmente commosso prima della partita. "Goodbye and f**k you", la sua risposta con le lacrime agli occhi. Un contrasto stridente con il retrogusto di una Londra che non fa nulla per essere "charming", ma - proprio per questo - resta tuttora irresistibile. Boleyn Ground, capace di resistere a un missile V2 nel 1944 e alle ristrutturazioni degli ultimi trent'anni perdendo la "Chicken run", l'incredibile tribuna con posti interamente in piedi che ruggiva a un passo dai giocatori, ma non la propria anima, si inchina al calcio del nuovo millennio. Con buona pace di una tifoseria che si è messa di traverso riuscendo a guastare la festa organizzata dal club. Come? Alla vecchia maniera (seppure molto più soft), con un lancio di bicchieri ai danni del pullman del Manchester United e costringendo il rinvio della partita di un'ora. Senza dimenticarsi un lancio d'oggetti a De Gea.
Quando la ‘Chicken run’ era piena di portuali e si giocava la sera, l’atmosfera era incredibile. Cantavano ‘Bubbles’ e non ti insultavano mai. Era qualcosa di molto simile a quando Anfield è pieno e si sente ‘You’ll Never Walk Alone’. Era commovente. - Harry Redknapp

Cosa significa lasciarsi alle spalle Boleyn Ground

Il Taylor Report ha cambiato il volto del calcio inglese, obbligando anche Upton Park a rifarsi il look. Ma, se è innegabile il miglioramento estetico e di comfort dell'impianto nel corso degli ultimi anni, è impossibile nascondere che, in fondo, non stiamo parlando affatto dello stadio più bello d'Inghilterra. Di uno dei più temuti dalla polizia locale, per via delle viuzzole strette dei dintorni. Eppure, perderlo significa molto. Se la demolizione di Highbury, dieci anni esatti orsono, ci ha provato di un tempio del football, l'ingresso dei bulldozer in questo fazzoletto di terra cancellerà buona parte di ciò che è stata la Premier League fino a qualche tempo fa. Quel contrasto tanto stridente quanto affascinante tra la rozzezza di un impianto vecchio stile e la capacità di regalare emozioni forti al mondo di appassionati di calcio. Per la grinta che ha contraddistinto il calcio inglese sin dai tempi della First Division e per il talento visionario di alcuni maghi che hanno illuminato anche i campi dell'East End. Boleyn Ground è stato questo. Vedere un'accozzaglia di portuali soffiare bolle di sapone sul prato e cantare "I'm forever blowing bubbles" tra una scaramuccia e l'altra. La voglia di elevarsi, nonostante il peso che ti ricaccia a terra. Il gol, quel gol contro il Wimbledon, di Paolo Di Canio sotto la South Bank. La leggerezza di un gesto tecnico geniale inventato su un cross dei più grezzi di Trevor Sinclair. Questo era Upton Park, questo temono tutti di perdere con il passaggio allo Stadio Olimpico. Anche gli appassionati di calcio inglese. Perché, se non si fosse capito, inizia un'altra era. Quella della lega in stile NBA, che guarda sempre più al mondo è sempre meno alle proprie radici britanniche. Che, alle volte, diventano fastidiose quanto lo sporco nascosto sotto il tappeto. E tornano a farti visita come nel giorno dell'addio al Boleyn Ground.
VIDEO: Ranieri e la festa del Leicester
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità