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Le 5 verità di Armenia-Italia 1-3: Belotti ritrovato, conferma Emerson

Stefano Silvestri

Pubblicato 06/09/2019 alle 10:45 GMT+2

La nazionale di Mancini non brilla, ma trae indicazioni più che positive da alcuni singoli come il Gallo e l'italo-brasiliano. E, in generale, da una vittoria che praticamente le spalanca le porte degli Europei. Tra i padroni di casa, Mkhitaryan si conferma potenziale gran colpo per la Roma.

Andrea Belotti

Credit Foto Getty Images

1) Questa volta non ci sarà un'altra Svezia

D'accordo, l'Italia non ha entusiasmato. Ha giocato una gara sottotono, è stata aiutata da un'espulsione a fine primo tempo. Ma ha vinto. E in questi frangenti è bene non far troppo gli schizzinosi. I numeri sono lampanti: 5 giornate, 5 vittorie. Con la possibilità di arrivare a quota 6 domenica sera, in Finlandia. Se anche giocando male i 3 punti arrivano, significa che il raggruppamento è costruito apposta per essere conquistato in carrozza dalla nazionale di Mancini. Insomma, questa volta non ci sarà nessuna Svezia sul nostro cammino. Ripensando a un trauma che dura ormai da quasi due anni, non è un dettaglio da sottovalutare.
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L'abbraccio fra Nicolò Barella e Andrea Belotti dopo il gol del momentaneo 1-1, Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) L'arma per fermare l'Italia è il pressing

Per la prima volta da tempo immemore, l'Italia di Mancini non si è espressa sui propri livelli abituali. Difficile capire dove finiscano i demeriti degli azzurri e dove inizino i meriti dell'Armenia, nazionale modesta ma orgogliosissima. Di certo, i padroni di casa hanno impostato la contesa del Republican Stadium nel modo giusto: asfissiando le fonti di gioco azzurre, puntando tutto sulla freschezza atletica, affidandosi a pressing e ripartenze. E i piedi buoni azzurri, sorretti peraltro da una condizione fisica ancora approssimativa, ne hanno risentito. Un problema che potrebbe ripetersi anche in futuro e a cui Mancini dovrà trovare rimedio.

3) Belotti ritrovato: una freccia in più all'arco azzurro

Solo note negative, dunque? Ma no. Il fatto che Andrea Belotti si sia sbloccato con la maglia dell'Italia, ad esempio, è una delle notizie più confortanti possibili. Un attaccante ritrovato, in forma, letale sotto porta - al netto di un gol divorato degno del vecchio Mai Dire Gol. Un bel modo per scrivere un nuovo capitolo del rapporto con la maglia azzurra, bruscamente interrotto per quasi un anno da settembre 2018 a giugno 2019. E un bel modo per non scordarsi come si fa a segnare: in 9 presenze stagionali, sono già 8... e mezza (la seconda di Yerevan è in realtà un'autorete del portiere Hayrapetyan) le reti messe a segno dal Gallo, già protagonista nei preliminari di Europa League e in campionato. Una freccia in più all'arco di Mancini.

4) Emerson Palmieri, che bella conferma

Prezioso in Grecia, preziosissimo in Armenia. La bella conferma della serata di Yerevan è Emerson Palmieri, oriundo sempre più a proprio agio con la maglia azzurra. Tra una discesa e un cross, uno scambio e una sterzata, l'ex giallorosso ha dato la scossa alla squadra nel momento di maggior difficoltà. Trovando pure il tempo per fornire a Belotti un paio di assist dal sapore dolce del cioccolato. Il padrone della fascia sinistra azzurra, oggi, è a buon diritto lui. E i concorrenti, Biraghi in primis, dovranno sudare le proverbiali sette camicie per sopravanzarlo.
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L'esultanza dell'Italia dopo il gol del vantaggio di Andrea Belotti, Getty Images

Credit Foto Getty Images

5) Mkhitaryan sorregge l'Armenia: bel colpo della Roma

Se l'Armenia ha spaventato l'Italia per gran parte del match, prima di crollare immeritatamente sotto i colpi azzurri, gran parte del merito va ai suoi elementi offensivi. Il centravanti Karapetyan, autore dell'1-0 prima di farsi cacciare; i vivaci esterni Ghazaryan e Barseghyan; e, sì, anche quell'Henrikh Mkhitaryan che, a poche ore dalla conclusione del calciomercato estivo, si è tramutato in un nuovo giocatore della Roma. Il neo giallorosso ha mostrato lampi di qualità, provando in ogni modo a mettere la propria esperienza al servizio della squadra. Alla fine ha ceduto, ma con dignità. Potenziale gran colpo della Roma, ma non c'erano dubbi.
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