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Le 5 verità di Italia-Finlandia: Azzurri, lo spirito è quello giusto! Il gioco però...

Simone Eterno

Aggiornato 24/03/2019 alle 10:25 GMT+1

La Nazionale di Roberto Mancini è partita col piede giusto. Moise Kean è un giocatore su cui si potrà fare affidamento, mentre Immobile resta un caso evidente. Al di là di tutto però occhio all'esaltazione: la Finlandia infatti si è dimostrata avversaria davvero modesta.

Italia-Finlandia

Credit Foto Getty Images

1) Barella e Verratti ok, Jorginho non proprio...

Partiamo dalle note più positive: l’impatto di Barella e un ritrovato Verratti. Il match con la Finlandia ha confermato il valore di entrambi. Il primo ha fame e voglia, il secondo – se sta bene fisicamente – è un giocatore dalla visione e dalle belle giocate. Se due su tre sembrano a posto nelle costruzione di un reparto sul quale alla fine si costruiscono – o meno – i successi di una squadra nel lungo periodo, il terzo resta una nota dolente. Jorginho infatti, fuori dal calcio di Sarri, continua a dimostrarsi un mezzo oggetto misterioso. Un’indicazione che Mancini non dovrà sottovalutare.

2) Moise Kean, prospetto affidabile ma andiamoci piano

Al di là del gol – che chiaramente pesa tanto nella discriminante sui giudizi – qui c’è un giovane affidabile. Non è un fuoriclasse, non è un fenomeno, ma è senza dubbio un giocatore che ogni volta in cui è stato chiamato in causa in questa stagione, ha risposto presente. Così anche in Italia-Finlandia, che l’ha premiato come secondo marcatore più giovane della gloriosa storia della maglia Azzurra; ma soprattutto come ragazzo sul quale si potrà fare affidamento. Certo, giocasse un po’ di più col club non farebbe male... Ma questo è un problema che dovrà risolvere nella prossima stagione, per capire se voler andare all’Europeo da comprimario (oggi in campo perché mancava Chiesa) o da protagonista, magari al posto di Immobile e al centro dell’attacco. Fino a quel momento – ovvero fin quando non troverà continuità anche col club – dovremo tutti andarci piano. Pretendere troppo sarebbe controproducente.
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Moise Kean - Italia-Finlandia - Qualificazioni Europei 2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

3) Immobile in nazionale resta un caso

Ecco, a proposito di Immobile, non si può chiudere gli occhi di fronte a un giocatore che in Nazionale, semplicemente, non gira. Negli ultimi 2 anni di Lazio 58 gol in 80 presenze; negli ultimi 2 anni di Nazionale 1 gol in 12 uscite, per giunta al modesto Israele. Così non va e nascondersi dietro l’assist per Kean lascia il tempo che trova. All’Italia serve qualcuno che faccia gol e pare chiaro che quella persona non sia Ciro Immobile. Il match con la Finlandia ce l’ha sottolineato ancora una volta.

4) Lo spirito c'è, manca il gioco

Fondamentale era ritrovare voglia di lottare per i colori Azzurri, fame, passione. Che non è becera retorica ma l’ingrediente fondamentale con cui in questo Paese si sono costruiti i successi della Nazionale. Ecco, tutto ciò nel nuovo ciclo di Roberto Mancini ci è apparso già evidente ed è senza dubbio un bene. Ora però resta il lavoro tattico e di qualità della costruzione della manovra offensiva, che ci è parsa con gli scandinavi ancora piuttosto acerba. L’Italia gioca, ma solo a tratti. Anzi, a sprazzi. E al di là di un palleggio a tratti piuttosto prevedibile si è visto poco. Serviranno automatismi. Specie contro avversari più quotati. Non tanto nel girone – che sulla carta è quello che è – quanto in ottica giugno 2020.
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Roberto Mancini - Italia-Finlandia - Qualificazioni Europei 2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

5) Finlandia, buona organizzazione ma squadra davvero modesta

...Già perché strettamente connesso al punto precedente, c’è da parlare del valore degli avversari degli Azzurri. Un’onesta squadra di lavoratori ben messa in campo, ma molto – moooolto – limitata dal punto di vista tecnico. Ecco, da questo punto di vista dunque piano con i titoloni e piano con l’esaltare i singoli. C’è da andare con i piedi di piombo: la Finlandia era davvero poca cosa.
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