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Adrien Rabiot: "Sono rimasto alla Juventus anche in ottica Europeo. Meritavo la top30 del Pallone d'Oro"

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Aggiornato 11/09/2023 alle 11:13 GMT+2

QUALIFICAZIONI EURO 2024 - Il centrocampista bianconero leader anche in nazionale a L'Equipe: "L'Italia mi ha migliorato come giocatore, grazie a questo lavoro so già come si muovono tutti gli altri uomini in campo. Non giocare le coppe è un'opportunità per lavorare di più".

Rabiot con la maglia della Francia

Credit Foto Getty Images

Nella Francia vice-campione del Mondo, oltre a Mbappé e Griezmann, uno dei leader è Adrien Rabiot. Lo juventino, classe 1995, ha parlato all'Equipe alla vigilia della super amichevole con la Germania. "Se sono rimasto a Torino è anche perché c'era l'Europeo. A volte è difficile cambiare a un anno da una competizione così importante e adattarsi a un nuovo club. È stato un elemento importante della mia riflessione".

Maturità

"Giocare in Italia mi ha permesso di migliorare tatticamente, nella riflessione, nello sviluppo del gioco, nella costruzione delle azioni, per poter leggere gli spostamenti degli avversari e della mia squadra. Oltre al lavoro con i video e alle partitelle, alla Juve facciamo molti esercizi a undici contro zero, anche senza intensità. E può durare, soprattutto se l'allenatore non è contento".

Sulla mancata nomination nella top 30 del Pallone d’Oro

"Non sono rimasto indifferente, perché mi dico che ho fatto comunque una stagione molto importante a livello individuale e perché vedendo certi giocatori che compaiono lì, ho pensato che non fosse logico. Chi decide tutto questo forse non ha in mente l’intera stagione di un giocatore. A volte possono bastare una o due belle partite di Champions League".

"Il veggente"

"A volte ho l'impressione di sapere come i giocatori si muoveranno. Su certi spostamenti mi trovo nel posto giusto al momento giusto, perché avevo anticipato. Lo devo al lavoro fatto in Italia. Capisco Platini quando diceva che alla Juve chiudeva gli occhi e poteva dire dove si trovavano gli altri 21 giocatori. Già sapere solo dove sono i tuoi compagni di squadra è una buona cosa".
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Più gol

"Potrei segnare di più, anche se ho fatto undici gol la scorsa stagione. È vero, Allegri insiste su questo punto".

Ispirazioni

"Sono uno che ha sempre lavorato tanto, anche al Psg. Il calcio per me è una passione, sono felice di allenarmi perché posso migliorami come giocatore e come persona, in un collettivo. Quest'anno per esempio, non giocare le coppe è un'opportunità per lavorare di più e sviluppare cose che non si può fare se giochi ogni tre giorni. Oltre a Gerrard, per il suo essere box-to-box, chi mi ha ispirato molto è stato Thiago Motta, oltre che per la tecnica anche per la sua leadership".
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